Dolor y gloria

Il film racconta di un sessantenne, Salvator Mallo, che, in un momento critico della vita, rivede il suo passato. Il tema potrebbe apparire scontato. Si ripensa all’infanzia, ai successi e agli insuccessi professionali, alle amicizie, agli amori, alla madre. I temi sono sempre gli stessi ma quello che conta è come vengono rappresentati.

Antonio Banderas in una scena del film

Lo stesso Aldomovar ha detto nelle interviste che si tratta di un film solo parzialmente autobiografico. In tal senso forse vale la pena di dimenticarsi di biografie e pettegolezzi sul regista per giudicare la storia per quello che è.

Al centro del film ci sono i dolori del corpo e della psiche. I dolori del corpo sono rappresentati attraverso una divertente iperbole che li fa apparire come se fossero lievi. E’ un momento di leggerezza. Al contrario il protagonista, Salvator, è spesso sofferente per dolori fisici. Non è facile parlare delle pene del corpo senza apparire lamentosi. Aldomovar ci riesce. Tuttavia una frase del film ci è parsa illuminante. Alla domanda “come stai?” il protagonista risponde “vecchio” evitando la risposta formale e superficiale “bene” ma evitando anche di descrivere gli acciacchi che si alternano felicemente quando non si è più giovani. Nella risposta “vecchio” c’è una condizione esistenziale che può essere più o meno positiva ma che ci definisce. Quanto ai dolori dell’anima il film è dominato dalla depressione, da quell’inerzia che ci impedisce di fare progetti, di uscire di casa, di presentarci in pubblico, perfino di curare i dolori del corpo.

L’infanzia è illuminata dall’interpretazione di Penelope Cruz, che interpreta la madre. Salvator era un bambino povero ma intelligente e generoso. E’ una figura che suscita sentimenti di tenerezza.

Salvator Mallo vive in una casa museo. E’ un regista di successo che ritrova il suo attore, quando un suo vecchio film viene riproposto. E’ depresso, dipendente dai farmaci e dalla droga. Supera l’apatia scrivendo un monologo perché l’attore giovane possa ripresentarsi al pubblico. Il tema, autobiografico, parla di un amore omosessuale. Nell’occasione della recita il protagonista incontra di nuovo il suo vecchio compagno. Ma l’incontro produce rimpianti perché ognuno è ormai andato per la propria strada

Molto coinvolgenti sono i ricordi della madre.

Aldomovar è un regista che può dividere il pubblico. In questo caso ha girato un film scarno, meno caratterizzato del solito, con cui è facile identificarsi. La pellicola suscita una gamma di emozioni e di ricordi in tutti noi. Può piacere soprattutto a chi si identifica con Salvator Mallo per attraversare o per aver attraversato una fase di impasse e di ridefinizione della vita, nel momento in cui il tempo libero può apparire eccessivo.

Antonio Banderas è perfetto in mezzo ad attori tutti bravi.

Un film che emoziona e che fa riflettere, da non perdere.

Dolor y gloria, di Pedro Aldomovar con Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Nora Navas, Julieta Serrano, Penelope Cruz

clicca qui per veder il trailer

Condividi questo articolo

Wally Festini Harris è nata e vive a Milano. Già psicoterapeuta e professore universitario, ora si dedica alla scrittura. E' autrice, tra gli altri, dei saggi, "Ricomincio da 50" (2009) e "Ricomincio da 60" (2015).

Lascia un commento