La mia esperienza coi siti d’incontro
La storia di Ornella
Ho 63 anni, in pensione da quasi un anno, single da diversi anni e con una figlia in casa.
Qualche mese fa ho pensato che fosse arrivato il momento di rimettermi in gioco affettivamente, ma come incontrare un uomo? Inizialmente mi dicevo: coi siti d’incontro assolutamente NO! troppo squallido, meglio un incontro casuale.
Peccato che l’età e la vita che conduco non mi offrono molte occasioni per nuovi incontri, così ho finito per decidere di sperimentare questo metodo.
Mi sono ritrovata all’interno di una specie di supermercato umano, un microcosmo di una varietà infinita di persone dai 40 agli 80 anni circa!
Ed ecco come funziona:
Prima fase: la scelta in base alle foto (a volte non le mettono) e la descrizione di sé stessi e di ciò che desiderano (a volte dettagliata, a volte quasi inesistente). Che imbarazzo!!! Come individuare chi potrebbe interessarmi?! Ne ho scartati tanti: troppo giovane, troppo vecchio, troppo basso, troppo lontano, ha un cane, fuma, ha un livello culturale diverso dal mio, troppo ego centrato, non è single, vuole solo un’avventura …
Fra quelli che si salvano (ammetto che sono un po’ troppo selettiva!!), per iniziare una conversazione scritta devo essere scelta anch’io da loro.
Seconda fase: si inizia a chattare. A quel punto si aprono dei mondi di personalità diverse: c’è quello che ha fretta di incontrarmi, quello che si dilunga per settimane a chattare, quello che si fa i film prima ancora di conoscermi, quello che mi lascia in sospeso per giorni, quello che non inizia nemmeno la conversazione, quello che sparisce. E con l’approccio telefonico la selezione continua.
Terza fase: l’incontro. Arriviamo alla selezione finale! I pochi incontri che ho fatto erano preceduti da un po’ di ansia: chissà che personaggio mi troverò davanti!! Finora la mia esperienza mi fa pensare che questi uomini hanno fretta di concludere: non esiste una fase di conoscenza per capire se c’è feeling e compatibilità. No! Il loro approccio è fisico già al primo incontro, al massimo al secondo.
Dal versante maschile invece trovo alcune descrizioni spazientite di ciò che gli uomini non vogliono: donne che fanno le provocatrici in foto e le preziose nella realtà.
In questa fase, quello che mi risulta più difficile per il mio carattere è comunicare all’altro, dopo uno o più incontri, che non sono interessata a lui. Il rifiuto non è mai piacevole per nessuno.
Questi mesi di sperimentazione mi hanno fatto capire che questa modalità di conoscenza deve essere vissuta con leggerezza, ironia e senza aspettative proprio perché l’incontro con una persona sconosciuta fa emergere maggiormente timori, insicurezze, vissuti non risolti da entrambe le parti e con le quali scendere a patti.
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Foto di Ray Shrewsberry su Unsplash