Walter il senior archeo-volontario

Il Volontariato non va mai in vacanza! No, non è vero. Dopo mesi di impegno è normale che le volontarie e i volontari stacchino per il meritato riposo. Però dopo tanto peregrinare nei più diversi tipi di volontariato “differentemente giovane”, oggi voglio portarvi a sfatare un pochino anche questo assunto, accompagnandovi mano nella mano da chi “over 60” il volontariato lo fa anche in vacanza.

Oggi incontriamo Walter, 66 anni e veramente non sentirli, incallito libero professionista, refrattario alla pensione “non avendo mai fatto il dipendente non ho mentalmente quella prospettiva di un fine lavoro e poi mi piace ciò che faccio e mi fa sentire attivo”, così nel suo tempo libero estivo Walter partecipa come volontario a campi archeologici in giro per l’Italia.

Ma facciamo un passo indietro e con lui andiamo al 1991 quando, ci dice: “ruppi una relazione con una fidanzata prima dell’estate ed ero particolarmente in crisi. Un amico mi disse che lui aveva una vacanza adatta per dimenticare tutto. Mi invitò ad andare con lui a fare il volontario in ambito archeologico e culturale. Già sentire “culturale” mi suonava come noioso… io volevo distrarre la mente, che ne so… in un villaggio turistico. Lui insistette così tanto che mi convinse anche se posi una condizione… cioè che se mi fossi trovato male, sarei tornato il giorno stesso a casa”.

Ovviamente Walter dopo trenta anni è ancora parte di quello che oggi si chiama Gruppo Archeologico Ambrosiano, associazione di volontariato nata con lo scopo di contribuire, attraverso la partecipazione diretta dei cittadini, alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione del Patrimonio Culturale italiano. Una realtà che, insieme ad altre simili sul territorio nazionale, non solo organizza vacanze archeologiche guidate da Archeologi professionisti, ma durante l’anno realizza un ricco calendario di conferenze e approfondimenti, insomma si tiene sempre in allenamento.

È un mondo che non conoscevo… ho scoperto il fatto di poter essere un soggetto attivo della storia e non solo uno spettatore passivo. Certo, posso leggere i libri, ma posso fare una vacanza con archeologi professionisti che, nei limiti del possibile, possono insegnarmi il loro mestiere. Io ebbi la fortuna di essere inserito, già alla prima uscita, in un campo dove c’era a capo un archeologo medievista che era bravissimo a coinvolgere i volontari. Un aspetto vitale per chi inizia una cosa del genere… un po’ come a scuola quando trovi il professore giusto… che parla nel modo giusto, accattivante, che ti sta accanto, accompagnandoti”.

Chiedo se a parte gli incontri fortunati un volontario senior abbia o meno una marcia in più da portare in un sito archeologico o comunque in un’esperienza di volontariato così particolare: “I senior hanno la marcia in più dell’organizzazione. Proveniamo da mondi diversi: c’è chi è stato impiegato, chi operaio, chi dirigente, chi professore e ognuno mette in comune la propria preparazione tanto più che in un gruppo di volontariato serve saper fare di tutto. Inoltre, noi Senior abbiamo un bagaglio anche di conoscenze, contatti assolutamente unico, un’agenda sempre valida da spendere in ogni sfida e contesto”.

Ma alla fin fine, cosa un senior deve portare nello zaino e cosa deve lasciar a casa secondo te? “Deve mettersi in gioco, lasciare a casa la supponenza. Capita che dall’alto della propria legittima passione, dei libri mangiati con avidità, che ci poniamo in maniera sbagliata addirittura nei confronti degli archeologi professionisti che sono lì per guidarci. Nello zaino ci deve essere quindi buona volontà, la voglia di rimboccarsi le maniche, di sviluppare un percorso che può essere magari di un anno o di venti e poi ricordarsi di portare semplicità perché nel nostro gruppo si troverà questo”.

Ma non ne hai abbastanza di dover scavare sotto il sole quando potresti riposarti sotto un ombrellone? Qual è l’effetto WOW che ti spinge ancora? “Nella nostra esperienza hai il piacere sia di organizzare una piccola cosa, per esempio una conferenza, con gli ospiti, con scadenze, con un calendario e poi ci sono gli scavi ed è un mondo pazzesco, perché se hai la sensibilità di cogliere le energie che scaturiscono da un sito archeologico, che ti mettono in collegamento con chi quei posti li abitava secoli prima, insomma sono cose che non hanno prezzo. Inoltre, quando hai la fortuna, rara ma possibile, di trovare una tomba etrusca intatta, cosa ti posso dire di più? In 30 anni ne ho trovate 3, ma ti assicuro che è stata un’esperienza quasi mistica… sei in mezzo ai monti, in mezzo a paesaggi bucolici, selvaggi, in mezzo alla fatica, sporco, magari scavi da giorni e non trovi nulla e quando arrivi a trovare cose così antiche… l’adrenalina ti va a mille. Ci sono volontari che sono così presi che la sera non vogliono tornare al campo per dormire, vorrebbero continuare a scavare. Questo è il mio effetto WOW!

Senti Walter, ma chi trova tre tombe etrusche vecchie di secoli, ha ancora qualcosa da chiedere al 2021, non so… un sogno? “Il mio sogno? Avere una sede tutta nostra! Abbiamo visto che i gruppi come i nostri che riescono in Italia ad avere una sede riescono anche a sviluppare al meglio le attività, coinvolgere molto di più le persone, i cittadini… creare librerie e biblioteche, gruppi di lavoro! Questo mi piacerebbe trovare…”.

L’archeologo volontario sorride perché non aveva ancora finito di raccontarmela tutta e nel mentre io, con la mia solita fretta, avevo già spento il registratore avendo finito le domande. “Ah, avrei anche un altro sogno, posso?”. Sorrido a mia volta e schiaccio di nuovo il tasto REC. “Questo è personale…. trovare la quarta tomba etrusca intatta dopo le tre che ho trovato in 30 anni di volontariato”.

Vi ho mai raccontato quando, indagando il mondo dei senior volontari, ho conosciuto Indiana Jones?

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Francesco Bizzini, responsabile ufficio stampa CSV Milano – Centro di Servizio per il Volontariato Città Metropolitana di Milano.

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