E’ arrivato il momento della pensione
La storia di: Aurelio
“Per Aurelio è maturato il tempo di andare in pensione. Un tempo che sembrava lontano: sta per arrivare, si avvicina sempre più. Qualche suo collega, non si capisce per quale ragione, è andato a scartabellare nel fascicolo personale per accertare perché è ancora in servizio: misteri dell’animo umano. Il tempo della pensione, per alcuni, è molto atteso; altri lo temono. Aurelio non l’attende, né lo teme. Il tempo della pensione è.
È come una malattia esantematica per i bambini, come la costipazione che ti coglie d’inverno. Viene e devi tenertela; quello che puoi fare è curarti, impossibile evitarla, devi conviverci, trovare qualche rimedio, se ci riesci. Una caratteristica di questa fase della sua vita per Aurelio è il tornare a casa e non avere niente da preparare per il giorno dopo. Da sempre, il rapporto con la scuola è stato caratterizzato dall’avere qualcosa da preparare per il giorno dopo: i compiti, quando era alunno, le lezioni da professore. Da preside, tornato a casa, c’era da studiare la normativa per i casi particolari che nella vita quotidiana della scuola si presentano, redigere la scaletta delle cose da fare il giorno dopo. Da ispettore-dirigente tecnico, fatta eccezione per i primi mesi, c’era da preparare l’intervento da fare in un corso di formazione, esaminare la documentazione raccolta nel corso di una ispezione, preparare le azioni da compiere il giorno successivo, redigere una relazione, predisporre le indicazioni da dare ai collaboratori nella direzione regionale ….
Ora, a casa, la sera è stanco, ma non per il lavoro fatto. È stanco per aver avuto poco o niente da fare nella giornata. A volte la notte non riesce a dormire quanto ne avrebbe voglia, bisogno, quanto vorrebbe. Avverte un vago senso di disagio, un’inquietudine, una insoddisfazione che, a tratti, sconfinano in una sorta di atarassia, altre volte in un senso di turbamento, di ansia come da tempo non gli accadeva di provare. Sensazioni tutte indotte, forse, dalla consapevolezza che la lunga stagione lavorativa sta per finire e che sta per iniziare un’altra, una stagione della quale non sa, non conosce, né sa individuare i caratteri. Quello che è certo è che gli incarichi stanno diminuendo… in verità non gliene danno più …. Sono anche diminuite le telefonate. Pare che tutti sappiano che sta per andare in pensione, quindi ormai è una figura non più rilevante.
In uno degli ultimi viaggi a Roma, gli è capitata fra le mani una di quelle riviste patinate che è possibile sfogliare nelle sale d’attesa o durante il volo. Ha trovato un articolo nel quale erano schematicamente elencate le caratteristiche dell’invecchiamento: i capelli si diradano, diventano bianchi e crescono più lentamente; lasciano scoperta una porzione sempre ampia del cuoio capelluto; crescono peli nelle orecchie e nel naso, cosa della quale non s’era mai accorto prima. C’è chi soffre di presbiacusia, soprattutto in condizioni di rumore ambientale ed in presenza di contemporanee molteplici fonti del suono. L’intestino, no, non sembra sia diventato più pigro, in realtà, talvolta ha il problema contrario. Secondo l’articolista anche l’altezza tende a diminuire, ma a lui non sembra; anche se non si è mai curato di verificare e, in ogni caso, la cosa non gli pare comunque rilevante.
Il nuovo direttore generale ha assunto servizio, anche lei va avanti e indietro da Roma. La telefonata non arriva. Una mattina s’incontrano al bar: « Mi hanno detto che vai in pensione, quindi ….. »
È arrivata la comunicazione ufficiale della cessazione dal servizio: primo settembre. La notizia non gli fa fare salti gioia; a tratti la prende come una normale evoluzione delle cose; in altri momenti come una accelerazione verso la fine; a pensarci bene, però, la vede come l’annuncio di un evento che, tutto sommato, gli lascerà tanto tempo libero, molto di più di quanto ne stia godendo adesso, potrà fare quello che vorrà, non sa cosa, ma potrà farlo.
Pensa che deve formulare un programma di cose da fare, se non altro per tentare in qualche modo di dare una risposta a chi gli domanda:
«Che farai dal primo settembre? » Gli è stato proposto di scrivere un testo di inglese per la scuola media. Mah, piuttosto, forse, potrebbe provare a sistematizzare e mettere per iscritto le idee che ha maturato sull’apprendimento delle lingue da parte degli adulti (con tutto il lavoro fatto con le maestre, con gli immigrati) …”
NdR. Il testo di questa “storia” è tratto dal libro di Virgilio Marrone “Chierico vagante o ranger? Storia di un ispettore scolastico” (Edizioni dal sud, Bari, 2017), che l’autore ha inviato ad Osservatorio Senior. Il protagonista delle vicende narrate è Aurelio, un ispettore, una figura professionale che molti degli stessi operatori scolastici non conoscono. Le vicende sono ambientate nel ventennio dalla seconda metà degli ’80 alla prima decade del 2000. Il romanzo è la storia di vent’anni di scuola descritti, con intento anche ironico, dal punto di vista di un personaggio insolito, quasi mai presente nella narrativa.