Slider Carousel- Le nuove Sfide dei Senior-def
SLIDER-TECHNOLOGY-AND-AGEING
SLIDER-PANDEMIA-FUTURO-SENIOR
Senior Living
HEADER-GENERAZIONI-AZIENDA
2017-09-12-generazioni-a-confronto—banner-header_2
Ricerche

Pensionati che lavorano

In USA quasi la metà degli attuali pensionati (il 47%) dice che anche dopo la pensione è tornata a lavorare o che comunque intende tornare al lavoro. Che la pensione sia la fine del lavoro sembrerebbe, in base a questo dato, un mito da sfatare, per lo meno tra i cugini americani. Ma non basta: una percentuale ancora più alta, il 72% dei cinquantenni, dice che quando andrà in pensione continuerà a lavorare. Sono i risultati sorprendenti di uno studio svolto nel 2014 da Merrill Lynch in partnership con Age Wave, dal titolo “Work in retirement: myths and motivations”, attraverso il quale vengono anche contestate una serie di convinzioni diffuse: ad esempio, che l’età della pensione sarebbe un’età di declino, che chi riprende a lavorare lo farebbe solo per bisogno di soldi, o che sarebbero solo prerogativa dei più giovani le ambizioni di carriera. Secondo lo studio, alla domanda “perché i pensionati lavorano” il 62% risponde per “stare mentalmente attivi” e soltanto il 32% “per il denaro”. Più in dettaglio, la ricerca spiega anche cosa cercano i pensionati nella loro seconda carriera lavorativa: nel 40% dei casi desiderano fare un lavoro che gli piace, nel 73% dei casi uno che li renda felice, nel 76% qualcosa di nuovo e mai fatto e nel 21% decidono di mettersi in proprio. Se in tanti si prendono un intervallo (“career intermission”) subito dopo aver raggiunto la pensione, calcolato mediamente in due anni e mezzo, in seguito il desiderio, o il bisogno, di tornare a lavorare sembra prendere il sopravvento.

La ricerca è riuscita ad identificare anche quattro tipologie di “pensionati che lavorano”: la più numerosa (33%) è quella denominata “caring contributors”: persone desiderose di restituire energie ed esperienze alla propria comunità, un quarto delle quali lavora senza retribuzione. Ma non mancano coloro che cercano un lavoro che consenta di vivere in un ambiente amichevole e con gratificanti relazioni sociali (sono i “life balancers”, 24%) e coloro per cui il lavoro è una necessità, senza il quale faticherebbero a pagare le bollette a fine mese (stimati al 28%). Infine, i senior che pur già in età da pensione si sentono ancora in piena partita: sono i “driven achievers”, calcolati al 15%, tra cui albergano molti imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi.

Molti tornano anche sui banchi di scuola per avere una nuova professionalità, sfatando così il mito che andare in pensione significhi non poter più lavorare e che anzi, sia sinonimo di una seconda chance da sfruttare appieno.

3 Commenti

  • “Di tutto, questo è rimasto
    l’aver vissuto e l’aver lottato.
    Questo sarà il guadagno del gioco, anche se sarà perso l’oro della posta”.

    (Jack London)

  • In Finlandia si va in pensione a 65 anni.
    Si puo continuare a lavorare normalmente percependo la pensione e lo stipendio da lavoro.

    Non capisco perche quando uno va in pensione non deve lavorare ,se sta bene fisicamente mentalmente , essere impegnato per me e gratificante sono una “driven achievers”.

  • Il lavoro rende liberi, parafrasando affermazioni di infausta memoria, ma deve costituire una scelta non un’imposizione dovuta al motivo impellente di arrotondare le proprie magre finanze . In tarda età resta essenziale godere di tempo e danaro necessari a compensare quello che in servizio effettivo non si poteva assolvere ossia, il dedicarsi alla cura delle proprie necessità fisiche e mentali che, durante il la voro abbiamo per scelta o per bisogno dovuto trascurare .

Commenta