La motivazione al lavoro nei senior

La motivazione al lavoro è indipendente dall’età? Si può essere motivati anche dopo i 55/60 anni (al di la delle differenze individuali che però “non hanno età”)? Le ricerche, ma anche l’esperienza quotidiana, dicono di si. Con l’età cambia non la possibilità di essere motivati ma quello che motiva. Per esempio se nel lavoro retribuito la motivazione può calare, e non è detto, aumenta certamente quella per il volontariato.

In letteratura sono descritte due macro tipologie di motivazione (F. Ferrari – F. Angeli 2013; G. Quaglino – F. Angeli 2010) la motivazione a “stare” e la motivazione a “fare”. La prima attiva l’investimento di energie nell’appartenenza organizzativa e nei cosiddetti “comportamenti di cittadinanza”. Ci si fa carico del risultato collettivo come e più di quello individuale, si collabora – ci si aiuta, si è più disponibili a rinunciare ai propri fini a favore di quelli collettivi. La motivazione “a fare”, invece, attiva energia nello svolgimento della propria mansione ed al perseguimento dei propri obiettivi e determina impegno, qualità, spinta al miglioramento continuo.

Tra il 2013 e il 2014 molte Banche ed Assicurazioni hanno usufruito di finanziamenti erogati dal loro Fondo professionale (FBA) per progetti per dipendenti over 55. Il bando richiedeva di effettuare una indagine specifica in Azienda prima di accedere ai finanziamenti. Risultato: abbiamo dati relativi a diverse migliaia di lavoratori senior. Cosa dicono questi dati? Tre cose tra le altre:

  1. La motivazione a “stare” è nettamente più importante del “fare”, la competizione individuale lascia il posto al desiderio di cooperazione e socialità. Per quanto riguarda le caratteristiche più motivanti del lavoro in se (D. Pink – Rizzoli Etas 2010) primeggiano l’autonomia e lo scopo, cioè il “senso” del lavoro al di la delle opportunità di carriera e riconoscimento economico che ne possono derivare.
  2. Se gli stimoli “carriera” e “retribuzione” perdono di forza aumenta il desiderio di soddisfare i desideri personali e le inclinazioni. Il lavoro diventa fonte di gratificazione in se, per quello che si fa più che per quello che se ne ricava.
  3. Oltre i 60 anni le cose cambiano in modo abbastanza evidente almeno per quanto riguarda il lavoro retribuito. Perde di rilevanza. La prospettiva della pensione, e di quello che si potrà fare da quel momento, risulta più motivante.

Le Organizzazioni possono mantenere elevata la motivazione dei Senior e accompagnare l’inevitabile distacco dal lavoro a patto che accettino di attivare politiche specifiche per questa fascia di età. E forse cominciano a pensarci.

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Psicologo. Dopo più di 40 anni di lavoro nelle organizzazioni ha deciso di dedicare il suo tempo alla famiglia e allo studio delle religioni e della spiritualità nel mondo.

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