Sposarsi (e divorziare) verso i 60
… Amore romantico e protezioni sociali.
“E vissero per sempre felici e contenti” recitavano le fiabe di un tempo. Oggi si vive molto, ma spesso da soli, la felicità coniugale è messa a dura prova, e il “per sempre” è davvero minoritario in termini statistici, dato che un matrimonio dura, in media, 15 anni. Il matrimonio basato sul cosiddetto amor romantico, che si è affermato nell’ultimo secolo rispetto a matrimoni di interesse o convenienza, sta mostrando decisi segnali di debolezza. Il motivo, paradossale solo in parte, è che mentre i patti economici reggono con facilità, l’amor romantico si basa sulla ricerca della felicità, ed il venire a mancare di quella rende il matrimonio inconsistente.
Cambiano, dunque, unioni e separazioni; e le sorprese evidenziate dalle statistiche non mancano. Tra queste il nuovo sbocciare di matrimoni (e divorzi) in età mature. Insomma, i 60 anni sono sempre meno età di pacificazione e sempre più una età di decisioni, intraprendenze, progettualità.
Il primo segnale in tal senso è arrivato dal Belgio due anni fa: si evidenziava il raddoppiarsi dei matrimoni tra Senior in dieci anni. In Italia oltre che i matrimoni raddoppiano i divorzi tra sessantenni e c’è stato un vero boom di richieste di divorzi tra Senior dopo l’approvazione sul divorzio veloce. Che succede?
I motivi dei divorzi possono essere molti: principalmente ci si può lasciare per conseguita indipendenza economica delle donne, elasticità morale, consapevolezza di sé e dei propri bisogni. Le scelte di interrompere la relazione coniugale sono in prevalenza femminili e nascono dal desiderio di libertà e perché vogliono stare bene con se stesse. Gli uomini sono più propensi a cercare nuovi amori, per maggiore difficoltà a saper stare da soli e minore rete amicale e sociale, derivante dall’aver dedicato gran parte del proprio tempo in relazioni professionali più che personali.
In ogni caso, sembrerebbe che divorzia chi può permetterselo, e che pertanto la scelta sia correlata ad una buona condizione economica generale. Da valutare, invece, se la scelta abbia saputo considerare adeguatamente le conseguenze economiche e sociali del divorzio da Senior. A parte le già citate conseguenze sociali, che si traducono in solitudine, il passaggio da coppia a diade implica due case, due auto, due vacanze, maggiori spese sanitarie perché la cura gratuita di un coniuge viene a mancare.
Per quanto invece riguarda i matrimoni, iniziamo subito a sgomberare il campo da equivoci: il tema non è solo quello di ragazze non native che si sposano con gli anziani che curano; fatto comunque non residuale, tanto che obbligò il sistema previdenziale italiano ad introdurre limiti all’erogazione di pensioni di reversibilità. Non ci piace peraltro banalizzare gli amori tra uomini senior e caregivers, né quelli tra donne senior e giovani uomini, perché non abbiamo evidenze empiriche che le speculazioni patrimoniali prevalgano su donazioni sincere e perché l’idea che la vecchiaia indebolisca diffusamente l’intelletto non fa parte della cultura e della scienza moderna. Ciò che si afferma invece è una mutazione del ciclo di vita, nella quale l’allungarsi della longevità porta con sé una catena di decisioni molto più lunga di quella di un tempo. Interessante tuttavia è l’aspetto economico, ossia le conseguenze fiscali e di tutela che la scelta di sposarsi porta con sé.
La scelta di sposarsi ha, in questo senso, pro e contro. Tra i contro ci sono l’ISEE, che viene calcolato su base familiare e dunque potrebbe portare a perdita di benefici, il sostegno all’affitto, gli assegni sociali. Sono benefici che riguardano in particolar modo le coppie più vulnerabili dal punto di vista economico, e che sconsiglierebbero sotto il puro profilo economico il matrimonio in età avanzata. Vi sono tuttavia anche diversi vantaggi. Pensiamo ad esempio alla pensione indiretta, che se il lavoratore non è sposato non spetta al convivente, o a quella di reversibilità, che viene erogata al coniuge di un pensionato ma di nuovo non al convivente. Rilevanti poi le differenze sull’imposta di successione, che viene calcolata in maniera molto diversa se si è membri di una famiglia istituzionalizzata o libera. I patrimoni, infatti, hanno franchigie (importi esenti) e aliquote assai diverse in funzione del tipo di legame familiare. Ad esempio, se si è coniugati, il sopravvivente non paga imposte fino a un milione di euro di lasciti, e sulla parte in eccedenza paga il 4%. Se invece non si è coniugati, non vi sono franchigie e la tassazione è dell’8% sull’asse ereditario.
In sintesi, nelle fasi di crisi economica, quando la finanza familiare si fa complessa, l’amor romantico e i suoi sigilli possono abbinarsi a considerazioni più ampie, che riguardano tutela, assistenza e risparmio fiscale. Se volessimo semplificare, le attuali normative disincentiverebbero i matrimoni tra giovani ma non quelli tra senior e, provocatoriamente, parrebbe che i poveri è meglio che convivano ed i ricchi possano sposarsi con maggior spensieratezza. I ricchi possono anche permettersi di divorziare, i poveri meno… Paradossi solo apparenti di una politica che non pare aver tempo per sincronizzare gli impianti normativi con la società che cambia.
Sergio Sorgi è socio fondatore e Vice Presidente di Progetica, società specializzata nell’educazione e divulgazione sui temi finanziari. E’ esperto di welfare e ha realizzato particolari approfondimenti su temi demografici, previdenziali e pensionistici. E' coautore del volume "Il futuro che (non) c'è", Università Bocconi Editore, 2016.
Ciao Sergio, articolo molto interessante e acuto, bravo. un abbraccio Giorgio
Molto interessante, ritrovo una razionalita’ che in questi aspetti della via, secondo me, non basta per fare scelte cosi coinvolgenti…
…il tema, incentrato in modo precipuo sul “dilemma”: sposarsi o non sposarsi, resta, fondamentalmente, uno spaccato sociale che oggi, più che mai, non può essere trascurato dalla politica del welfare.
Gli aspetti fiscali, sociali e patrimoniali dovrebbero essere tutelati in un contesto che, negli ultimi anni, vede radicalmente mutati gli attori.
Complimenti, Sergio.
Credo che dopo la mia esperienza di lutto a volte non riesco a pensare la vita a due solo sbrigando pratiche di idi tari pensione mia e tua o no.la cosa che ogni uno di noi perso in cuor mio debba mettere al primo posto la serenità di una vita a due si in età matura ma proprio per questo un rapporto va sissuto per dare il meglio di noi stessi usando solo e sempre la parola amore e rispetto che non hanno era’. Amore per la vita nostra che è’ una e unica e in primo luogo l’amore per chi hai accanto un amore che comprende tutti i sentimenti reciproci , amore per le piccoli cose umili e semplici che la vita ci potrà’ ancora donare e vivere le cose assaporando tutto la natura il mare i raggi del sole all’alba e al tramonto tutto vivere tutto condividendo e il più’ serenamente possibile. Mi scuso posso sembrare altezzosa e piena di me ma la solitudine ed il lutto di mio marito mi hanno aperto gli occhi alle. Cose semplici che abbiamo accanto e ce le facciamo uscire di mano, questo mio nuovo essere di persona sola mi fa parlare e poter consigliare a tutti di riflettere su ciò di prezioso. Che avete a fianco e che avrei dovuto anch’io avere per la vita un saluto a tutti ANTUZ nonna antuz