Aditya, un senior indiano fortunato
Aditya, ingegnere tecnico, lavora da 20 anni presso una società indiana che fa parte di un importante conglomerato multinazionale. Sta per compiere 60 anni e tra pochi mesi andrà finalmente in pensione, all’età ufficiale in cui uomini e donne di questo paese escono dal mondo del lavoro. L’azienda dove lavora Aditya si è modificata molto negli ultimi anni e come altri colleghi della sua generazione, Aditya fatica a seguire il ritmo dei continui cambiamenti organizzativi, delle nuove tecnologie e della sempre maggiore presenza di giovani, che sembrano tollerare poco la convivenza con i colleghi più anziani.
Aditya si ritiene fortunato. La sua azienda è stata sempre generosa con lui: oltre a pagargli puntualmente lo stipendio, gli ha garantito una serie di benefici per comperare alimenti, trasporto, mobili, vestiario, ecc. Inoltre, aveva utilizzato un programma aziendale di prestiti agevolati per comperare una casa e fare studiare i figli, ed infine aveva beneficiato di un’assicurazione medica per lui e la sua famiglia. Quest’ultima copertura rimarrà attiva ancora 10 anni dopo la sua uscita dall’azienda ; aspetto non trascurabile in un paese che fatica ad assicurare una assistenza medica anche alle persone più giovani!
Parlare del mondo dei senior in India è molto complicato : si tratta di un continente di circa 1,2 miliardi di persone di cui il 51% ha meno di 25 anni . Si stima che due terzi della popolazione sia sotto i 35 anni e pertanto la gestione dei giovani al fine di favorire la crescita del paese è stata al centro dell’agenda di lavoro del governo: come migliorare la loro formazione, come garantire il loro sviluppo, il loro impiego e la loro competitività. Con lo sviluppo dovuto al miglioramento generale nella qualità della vita, anche la popolazione indiana degli over 60 sta crescendo. Secondo la United Nations Population Division in India nel 2015 gli over 60 erano 100 milioni di persone e le previsioni dicono che nel 2050 saranno circa 320 milioni, tre volte di più. Inoltre, secondo il Ministero Indiano per la Salute e il Welfare della Famiglia, l’aspettativa di vita è passata dai 48 anni medi del 1980 ai 62 anni per gli uomini e 63,9 per le donne nel 2005. Secondo gli stessi dati, nel 2015 si è passati ai 67 anni per gli uomini e ai 70 per le donne e si conferma una tendenza all’allungamento della vita media in futuro.
Ad oggi , per chi è presente attivamente nel mondo del lavoro, le modalità per assicurarsi un reddito dopo i 60 anni d’età prevedono 4 pilastri:
- Provident Fund : un risparmio creato dall’ azienda e dai lavoratori. Questo fondo viene ritirato dal lavoratore una volta che “va in pensione” e viene pagato in una sola tranche.
- Superannuation: un tipo di risparmio finanziato normalmente dal datore di lavoro che contribuisce ad una assicurazione esterna. Una volta raggiunta l’età della pensione, il lavoratore normalmente ritira un terzo del fondo in contante mentre gli altri due terzi diventano una rendita mensile. La creazione di questo fondo non è obbligatoria per le aziende e dunque diventa un elemento distintivo della politica aziendale di gestione del personale.
- Gratuity: un pagamento una tantum consegnato dal datore di lavoro come segno di riconoscimento per gli anni di servizio dell’impiegato quando costui termina il proprio rapporto di lavoro. Questa somma, erogata a condizione di avere un’anzianità di almeno 5 anni in azienda, è calcolata come l’equivalente di 15 giorni di salario per ogni anno di lavoro e viene pagata nel momento in cui la persona lascia l’azienda, sia che si pensioni, sia che si licenzi.
- In aggiunta, per arginare le eventuali mancanze di una fonte di reddito per gli over 60, il governo ha lanciato nel 2004 il National Pension Scheme, ovvero il ‘Sistema Nazionale Pensionistico’. Finanziato sia dal datore di lavoro sia dal lavoratore, questo schema nasce come una forma di investimento obbligatoria per gli enti statali, mentre in una prima fase è stato previsto come volontario nel caso delle aziende private. Il sistema tuttavia ha difficoltà d’implementazione e il governo ha intrapreso dal 2011 un’azione di co-finanziamento per stimolarlo. La sua implementazione continua ad essere monitorata dato che tuttora le persone non intendono chiaramente come potrebbe funzionare a lungo termine e non si fidano della sua realizzazione.
Queste fonti di reddito non sono alla portata di tutti. Secondo uno studio della Nightingale Empowerment Foundation, un’associazione di Bangalore che segue i temi legati agli over 60, circa l’85% delle persone in questo gruppo d’età non è coperto da sistemi di sicurezza sociale adeguati e quindi ha un chiaro problema di carattere economico, dovendo dipendere dai figli per poter sopravvivere. Nonostante la convivenza di genitori anziani e figli in famiglie allargate sia una tradizione della cultura indiana, il crescente allungamento delle aspettative di vita origina pressioni nuove nella gestione della popolazione anziana. Inoltre, come per altri paesi, i giovani si spostano sempre di più dalle campagne nelle città, lasciando gli anziani da soli, status che spesso facilità la povertà. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che il paese non ha un sistema medico di base in grado di coprire tutta la popolazione; in tal modo, le famiglie si trovano spesso a dover gestire da sole le malattie legate all’invecchiamento, che aumentano sempre di più. Anche questo è un fenomeno sociale nuovo.
Questo scenario ha prodotto una situazione di difficoltà nella convivenza tra le generazioni che il paese ha definito come un’emergenza sociale : secondo la HelpAge India, una ONG dedicata allo studio e assistenza degli over 60, quasi un terzo degli anziani in India è soggetto a molestie ed abusi di diversa gravità e circa il 50% delle molestie avvengono all’interno della famiglia. La stampa indiana riporta continuamente episodi di senior maltrattati in vari modi, con casi estremi di abbandono per strada arrivando fino a situazioni di vendita degli organi delle persone anziane da parte dei loro parenti.
Il governo indiano ha varato diverse misure per cercare di arginare questo fenomeno. Tra queste, il sistema Indira Gandhi National Old Age Pension Scheme (un piano pensionistico nazionale per la vecchiaia), un programma dedicato per dare un aiuto economico mensile a persone senza mezzi economici, oppure la creazione di fondi per costruire case di riposo e centri per anziani. Sono sorte anche associazioni che, con finanziamenti governativi e privati e facendo leva su una rete di volontari, cercano di aiutare in diversi modi organizzando incontri tra senior e promovendo la loro formazione continua in vari campi in modo da facilitare la ricerca di posti di lavoro adatti alle loro competenze. In alcuni casi sono organizzate vere e proprie selezioni del personale attraverso piattaforme internet di incontro tra domanda e offerta di mansioni.
La gestione degli over 60 e l’allungamento della vita media in India, con tutte le sue implicazioni, richiederà il contributo di tanti interlocutori e un importante cambiamento di mentalità per tutti.
Aditya non ha ancora deciso se ritornerà nella sua città natale nel Gujarat quando finirà il suo lavoro, oppure se rimarrà a Mumbai, vicino ai suoi figli. Quest’ultima possibilità però gli sembra più difficile perché i suoi due figli maschi dovrebbero a breve lasciare la città per seguire i loro impieghi in un altro Stato. Aditya prevede che molto probabilmente lui e sua moglie vivranno da soli, spostandosi per visitare i figli ogni tanto, e tutto sommato, in cuor suo, pensa che sia la soluzione migliore.
Julio Gonzalez, educato in Messico, Canada e negli Stati Uniti, vive in Italia da più di trent’anni. Manager internazionale, ha gestito direttamente, in vari ruoli nelle Direzioni Risorse Umane dove ha lavorato, progetti di integrazione di aziende e culture diverse in Italia, Europa, Americhe, Asia e Oceania