La pensione: informazioni ed ansie
Il sistema pensionistico italiano è più semplice che in passato, e dal 1996 si basa su un principio di equità aritmetica: i contributi che entrano in INPS vengono infatti restituiti sotto forma di pensione suddividendoli per il numero di anni che emergono dalla speranza di vita statistica. In sintesi estrema, se un lavoratore nel corso della sua vita matura 200.000 euro di contributi versati complessivi fino a 65 anni di età e da lì ci si attende che viva per 19 anni in pensione, il calcolo sarà più o meno 200.000/19 = 10.500 euro di pensione annua.
L’equità finanziaria ed economica non coincide con l’equità sociale. Per maturare infatti 200.000 euro di contributi, ci vogliono vite lavorative continue e non banali, e la somma citata corrisponde più o meno a una carriera lavorativa che inizia con 10.000 euro lordi annui e si conclude 30 anni dopo con uno stipendio lordo annuo di circa 30.000. Ecco che i 10.500 euro annui di pensione corrispondono a poco più di un terzo dell’ultimo reddito ma, lo ripetiamo, il calcolo è equo e corretto in termini numerici sebbene del tutto insoddisfacente in termini di adeguatezza degli importi agli standard di vita.
La scelta tra pensioni adeguate per i pensionati e sostenibilità del sistema pubblico è complessa. In Italia si privilegia la sostenibilità del sistema e, per farlo, si è impostato un meccanismo di adeguamenti automatici ai cambiamenti di contesto. Così, ad esempio, se la speranza di vita cresce, l’età di pensionamento si sposta in automatico in avanti, e se il PIL non cresce non si rivalutano neppure i contributi versati fino a ieri.
La variabilità mette in sicurezza INPS ma la pensione non è più calcolabile bensì ipotizzabile e quel che oggi può valere domani potrebbe cambiare. Da qui l’idea almeno di informare per tempo i futuri pensionati, attivando un simulatore sul sito INPS (La Mia Pensione) e inviando una lettera nelle nostre case, nota come busta arancione, che ci offre una prima informazione su cosa potremo aspettarci. Le proiezioni riguardano età ed importi e se sono aleatorie per i giovani, hanno invece una forte componente di supporto decisionale per i Senior non ancora pensionati, che hanno comunque qualche anno di tempo per mettere mano alla propria pensione, e possono così valutare se gli importi ipotizzati sono adeguati alla propria idea di “vita durante la pensione”. Le proiezioni INPS, come detto, sono però ipotetiche, e non sempre è semplice venirne a capo.
Che fare dunque? Gli scenari che qui consideriamo sono tre:
- Non ho ancora ricevuto la busta arancione. In questo caso, il consiglio è quello di accedere alle proprie ipotesi dal sito internet di INPS, che con un meccanismo di accredito vi metterà in condizione di simulare età ed importo della prestazione pubblica.
- La ho ricevuta ma i conti non mi tornano. In questo caso, verificate bene il vostro estratto conto, che comprende l’intera vostra storia contributiva, e se manca qualche versamento che vi risulta sia stato fatto, attivatevi per recuperarlo.
- Ho visto i miei importi e i miei tempi ma non mi è chiaro come destreggiarmi tra ipotesi, parametri, simulazioni. In questo caso, andate con le vostre simulazioni da un operatore professionale, del mercato o di un patronato, o da un educatore finanziario di qualità e chiedetegli di aiutarvi a gestire le vostre ipotesi con prudenza e consapevolezza. La consapevolezza, infatti, è il primo modo per ridurre i rischi.
Sergio Sorgi è socio fondatore e Vice Presidente di Progetica, società specializzata nell’educazione e divulgazione sui temi finanziari. E’ esperto di welfare e ha realizzato particolari approfondimenti su temi demografici, previdenziali e pensionistici. E' coautore del volume "Il futuro che (non) c'è", Università Bocconi Editore, 2016.
Tutto ciò’ che contribuisce alla maturazione della consapevolezza sia ben accetto.