Rapporti stressanti e conseguenze negative
Relazioni non stressanti durante la mezza età proteggono dal declino cognitivo.
Sempre più, oggi si diffondono pratiche che mirano a prevenire e rallentare il decadimento cognitivo attraverso un’attenzione particolare ai rapporti affettivi. Che ci sia una correlazione tra i due fenomeni (rapporti umani e salute cognitiva) è stato messo in luce, tra le altre, da due ricerche che sono state effettuate negli USA e in Inghilterra.
Questi recenti studi hanno infatti dimostrato come la funzionalità cerebrale in generale e la memoria possano essere protette se ci si mantiene attivi, non soltanto dal punto di vista intellettivo, ma anche sul piano fisico e quello dell’ interazione sociale.
In particolar modo, lo studio di Carlson in “Impact of the Baltimore Experience Corps Trial on cortical and hippocampal volumes”, ha messo in evidenza quanto sia importante l’interazione sociale per frenare il declino cognitivo associato all’ invecchiamento.
Ma non tutte le relazioni sociali sono benefiche: infatti, se contengono elementi negativi, soprattutto quando avvengono nel periodo della mezza età, possono essere un fattore predittivo del decadimento mentale, come ha affermato lo studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dell’ University College di Londra.
E’ vero quindi che i legami sociali possono avere molti benefici nella funzione neuroprotettiva, ma se questi legami risultano essere stressanti e conflittuali, oltre a influenzare negativamente l’umore nella vita quotidiana, a lungo andare possono nuocere alla salute psicofisica, alle funzioni esecutive e alla memoria a breve termine; fino a divenire veri e propri fattori di rischio per lo sviluppo delle demenze.
Jing Liao, responsabile della ricerca presso l’University College di Londra, afferma che quando si parla di legami stretti negativi si intendono le relazioni percepite inefficaci, invasive o fuori controllo che generano stress, preoccupazioni e problemi.
Liao ha condotto uno studio durato dieci anni utilizzando il questionario “Close Person”, le cui domande a individui di età compresa tra i 45 e i 69 anni, per un totale di 5873 persone, vertevano su quanto i rapporti interpersonali producessero preoccupazioni, problemi e stress e quanto si sentissero sostenuti e protetti in queste relazioni.
E’ emerso che conflitti sociali e interrelazioni negative, nel corso della vita delle persona di mezza età, accelerano di un anno il declino delle capacità mnemoniche e il deterioramento cognitivo.
articolo scritto da Eugenia Marzocca, psicologa