Mia madre
La storia di: Giulia
Buongiorno, ho 57 anni e mi trovo in una situazione molto critica e dolorosa.
A seguito di una lunga ospedalizzazione, mia madre 85enne è sempre meno autonoma e necessita di cura e di assistenza crescenti.
Sono da sempre legatissima a lei, ma le mie forze stanno venendo meno.
Lei non collabora perché non vuole gente estranea per casa e vorrebbe che fossi io al suo fianco, sostanzialmente in tutto.
Io ho però anche una famiglia e un lavoro che amo. Un marito affettuoso ma che comincia a stufarsi del mio cattivo umore e del tempo crescente dedicato a mia madre.
Mi sento sbagliata e in colpa a togliere tempo e attenzione a mia madre, ma comincio a non farcela più.
Sono una cattiva figlia?
Giulia ha chiesto di avere una risposta pubblica dalla psicologa esperta del mondo senior. Risponde Silvia Lo Vetere:
Gentile signora, non sbaglia e non è una cattiva figlia. Probabilmente è troppo sola.
Gli aiuti istituzionali sono davvero ancora troppo scarsi pur a fronte di situazioni come la sua, che sono in netto aumento.
A volte però anche quel poco che si potrebbe mettere in campo, pensando ad esempio ad un vicino, a un volontario, a qualcuno cui delegare qualcosa, fa sentire colpevoli. Come se non si volesse abbastanza bene al proprio caro e lo si volesse abbandonare alle cure di altri.
Bisogna capire che è esattamente il contrario, anche se sua madre protesta: dolore, bisogno, paura , rendono tutti noi poco capaci di rimanere equilibrati e aumentano spesso la pretesa, buttando sempre più in là il limite.
Inoltre va tenuto bene presente che sì, si hanno doveri e affetti verso il proprio genitore. Li si hanno però anche verso se stessi e la propria famiglia.
Solo insieme ad altri compagni di viaggio si può affrontare meglio, con più forza e lucidità una situazione così faticosa e complessa. Trovando modi di delegare parte dei compiti.