Storia della mia ansia
Daria Bignardi, Storia della mia ansia, Mondadori, 2018
Lea è una donna privilegiata: ha un lavoro interessante, due figli, una vita agiata.
E’ sposata con Shlomo, un israeliano freddo e in apparenza povero di emozioni. Lei lo ama di un amore tormentato e infelice, sempre alla ricerca di manifestazioni di affetto che lui non sa o non vuole dare.
La vita di Lea è segnata dall’ansia, e non potrebbe essere altrimenti, poiché Gemma, sua madre, era ansiosa e ossessiva e ha lasciato in lei una traccia indelebile fin dall’infanzia.
L’equilibrio della famiglia viene sconvolto all’improvviso quando Lea scopre di avere il cancro. Le certezze vengono spazzate via, i rapporti rimessi in discussione, e inizia il doloroso iter fatto di intervento, terapie, accertamenti clinici.
Spesso gli ansiosi si rendono la vita difficile enfatizzando i problemi della quotidianità, ma poi, quando si verifica un evento veramente drammatico, sono più abili di altri ad affrontarlo con lucidità.
Accade anche a Lea. Mentre lotta per vivere, inizia un percorso interiore di consapevolezza e la sua spinta alla vita si esprime con il risveglio di emozioni nuove nei confronti di un giovane compagno di sventura, ammalato come lei.
La scrittura è un formidabile mezzo di introspezione e forse è stato così per Daria Bignardi.
Storia della mia ansia è il suo settimo romanzo, scritto a 57 anni, in una fase di cambiamento professionale, mentre chiude un periodo fecondo e si apre a nuovi progetti.
Anche lei, come Lea, è stata condizionata da una madre ansiosa. Con la maturità afferma di aver imparato a distinguere l’ansia ‘buona’ da quella ‘cattiva’: utilizzando la prima a proprio vantaggio, combattendo l’altra.
Durante la stesura del libro, la Bignardi si ammala di cancro e la malattia assume un ruolo fondamentale nella narrazione. Scrivere di Lea diventa elemento di riflessione sulla sua vicenda personale.
E l’ansia? come per Lea, anche per lei l’ansia si modifica, diventa spinta alla resilienza, tanto da affermare che:
Nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso.
Il romanzo – che l’Autrice definisce il più importante tra quelli scritti finora – è anche un omaggio alla vita. Come fa dire alla protagonista:
“Ciò che spero di non dimenticare mai è che esiste un mondo parallelo di malati che vive accanto a quello dei sani. Non ci sono differenze tra sani e malati, tranne una: i malati hanno più voglia di vivere.”
Daria Bignardi ha presentato il libro e parlato della sua malattia in un’intervista a Vanity Fair.
Daria Bignardi, Storia della mia ansia, Mondadori, 2018
Psicologa psicoterapeuta, cura il blog www.patriziabelleri.it Per Osservatorio Senior propone le recensioni di libri che ha letto e che le sono piaciuti.