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Lavoro

Age management in azienda

Come viene affrontato l’invecchiamento della popolazione lavorativa all’interno dell’universo di Coop Italia.

Tra maggio ed ottobre 2020 Osservatorio Senior e Cergas Bocconi, con il supporto di Novacoop e all’interno dell’iniziativa “Dai un senso al profitto”, hanno condotto una ricerca sulle strategie e le pratiche per affrontare l’invecchiamento della popolazione lavorativa all’interno dell’universo di Coop Italia.

Le interviste, che hanno coinvolto le direzioni del personale di sei diverse cooperative, hanno permesso di identificare le complessità specifiche incontrate nel gestire il personale senior e le proposte formulate per risolverle.

Emerge con chiarezza che il tema è ben presente nelle pratiche gestionali delle Cooperative ma, allo stesso tempo, non è considerato prioritario. Spesso infatti gli interventi realizzati, pur numerosi e di successo, non sono collegati ad una chiara visione strategica.

Nelle cooperative prese in esame al fenomeno trasversale dell’allungamento dell’età pensionabile si aggiunge una difficoltà ulteriore, ovvero la limitata possibilità di assumere nuove risorse per favorire il ricambio generazionale. C’è la consapevolezza che l’invecchiamento della popolazione aziendale continuerà ad aumentare in modo significativo.

Questa situazione ha una criticità diversa se si fa riferimento a lavori a prevalente contenuto intellettuale (tecnici, responsabili, impiegati di concetto) o manuale (addetti dei punti vendita). Per i primi l’invecchiamento non è un problema generalizzato. Le mansioni intellettualmente stimolanti ed a minore usura fisica salvaguardano motivazione e risultati. Per gli addetti, invece, il tema fisico è centrale.

Le coop da tempo realizzano progetti di salvaguardia e cura dell’usura fisica trascurando però i possibili interventi motivazionali e formativi orientati a mantenere viva l’attenzione e la cura qualitativa della prestazione. Viene spesso denunciata una scarsa propensione e disponibilità al cambiamento dei lavoratori senior.

Le cooperative cominciano ad essere consapevoli che è necessario costruire nel lungo periodo le condizioni per mantenere nel tempo la motivazione dei lavoratori e la loro disponibilità ad adeguarsi al cambiamento. Un lavoratore che viene responsabilizzato già all’inizio della sua carriera lavorativa e che è continuamente stimolato tenderà ad essere più aperto al cambiamento, a 30 come a 60 anni. La cooperativa può e deve ricorrere a leve gestionali che guardino all’invecchiamento della popolazione lavorativa ancor prima che l’età media elevata della stessa venga percepita come un problema.

Altro tema ritenuto importante è la collaborazione tra generazioni. A tal proposito alcune aziende stanno mappando gli stereotipi fondati sull’età. Quello che può favorire questo percorso è l’adozione di una nuova prospettiva. L’atteggiamento che inserisce in categorie precostituite ‘giovani’ e ‘vecchi’, accogliendo i primi come sicuri portatori di novità e tacciando i secondi di poca flessibilità e resistenza al cambiamento, dovrebbe essere sostituito con un approccio che guarda ai diversi lavoratori nella loro individualità. Una popolazione variegata in termini anagrafici è, se ben gestita, più ricca e potenzialmente più abile nel perseguire il benessere della cooperativa tutta.

Come osservato da diversi intervistati, la cultura aziendale deve indicare valori e modi di procedere comuni a tutti i lavoratori, che superi ma non neutralizzi le differenze di età.

A fronte di queste considerazioni è fuorviante pensare che l’invecchiamento richieda interventi solamente per l’usura fisica. I bisogni, le necessità specifiche di ogni individuo possono cambiare con l’età indipendentemente dal ruolo rivestito in un contesto lavorativo. L’organizzazione deve intervenire in modo da derivare un risultato ottimale per il lavoratore e la cooperativa. Investire in formazione destinata a colmare le lacune specifiche, per esempio, è un costo nel breve termine ma può far sentire valorizzato il dipendente che forse continuerà a provare passione a prescindere dal lavoro in sé.

Riprendendo le parole di un intervistato “E’ venuto il momento di modificare politiche lavorative concepite in un mondo caratterizzato da un tessuto sociale, politico ed economico completamente diverso da quello di oggi. È ora fondamentale disegnare nuove traiettorie anche a costo di sconvolgere equilibri consolidati per favorire la condivisione e la collaborazione tra generazioni e dare a ciascuna l’opportunità di esprimere al meglio le proprie specifiche caratteristiche”.

Prossimamente, Osservatorio Senior pubblicherà il report del progetto “Age Management in Azienda” e lo renderà liberamente scaricabile.

foto gpointstudio su licenza iStock

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