Come vivono e come invecchiano ora le donne in Afghanistan?
Nelle scorse settimane, come sappiamo, gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan al suo destino, deludendo parte della popolazione e soprattutto le donne, che, dopo aver vissuto minori discriminazioni e maggiore libertà, ora ritornano nella più bieca visione della donna della società tribale afghana.
Ma non è su questo che intendo soffermarmi, mi domando invece come si invecchia laggiù, in questo sperduto paese incuneato tra i paesi orientali.
La prima cosa che mi viene in mente è l’aspettativa di vita: mi documento e scopro che mentre da noi è oggi di 82 anni (ed è diminuita di circa un anno in questo periodo di Covid), laggiù si registra un’aspettativa di vita di circa 64 anni. E fino a 64 anni come vivono le donne? Se si ammalano chi le cura, dove? Chi paga le cure? Di certo non hanno una pensione, non avranno avuto un lavoro, come avranno vissuto? Come vivranno senza indipendenza economica?
Certo le condizioni di vita in questa società molto primitiva sono estreme: nel vasto e desolato territorio pochi hanno la corrente elettrica, manca l’acqua, sanno leggere solo il 13% delle donne, contro il 43% degli uomini. Tuttavia abbiamo visto dai servizi televisivi che molte giovani donne di Kabul, il centro più grande dell’Afghanistan, andavano a scuola, all’Università, lavoravano, si erano tolte il burqua … Molte donne anziane avranno sperato che per i loro figli e i nipoti la vita cambiasse.
Chissà che sofferenza per loro vedere adesso i giovani, i nipoti, che non possono più ritrovarsi, studiare, impegnarsi, cantare, ascoltare musica …, che non è poco: è il fulcro della vita dei nostri giovani che, per quanto complessa, qui da noi riserva loro un futuro. E vediamo alla televisione cortei di protesta di donne afghane giovani e anziane…
Non posso fare a meno di pensare che il destino mi ha regalato la vita qui, in un Paese civile, avanzato, e che sono fortunata a viverci. Nonostante le difficoltà del Covid, delle mascherine, del green pass, vivo in una società complessa dalla quale io senior mi sento protetta.
In foto: acquerello di Silvia Ghidinelli.