… e le conseguenze sulla vita coniugale e sessuale di una coppia senior. Scrive una lettrice: Tra me e mio marito è calato un silenzio assordante che mi fa male.
Non riesco a trovare una ragione particolare di come mai sta andando così.
Abbiamo sempre comunicato tra noi normalmente, tutti e due lavoravamo e la sera ci dicevamo com’era andata la giornata, ci raccontavamo gli stati d’animo e parlavamo dei figli, delle cose da fare, qualche volta dei progetti futuri, delle vacanze, dei problemi. Non ci siamo mai nascosti niente, o almeno lo spero.
Con naturalezza, capitava spesso che poi, dopo aver parlato, facevamo l’amore.
Poi siamo andati in pensione tutti e due, all’inizio eravamo contenti, poi però la vita si è un po’ inaridita, con meno cose da fare e tanto vuoto. Tra noi abbiamo cominciato ad avere meno da dirci, non è stato un cambiamento veloce, lentamente la conversazione è diventata più stanca fino a non parlarci praticamente più. Siamo arrivati al punto che mangiamo in momenti diversi per non dovere stare seduti vicino con l’imbarazzo di non avere niente da dirci. Siamo un po’ depressi, ho cercato di affrontare l’argomento ma lui non ha risposte, forse non sono capace di farlo. Ha qualche suggerimento?
Cara lettrice,
state un po’ vivendo la “sindrome del nido vuoto”, quando i figli se ne vanno, arriva la pensione e tanto, forse troppo, tempo libero. Si passano gli anni di lavoro a desiderare che essa arrivi, ma poi quando giunge… può diventare un grattacapo, disorientare e portare alla frustrazione.
In realtà è una scelta vostra di avere tempo libero, per chi si libera dall’incombenza del lavoro le occasioni non mancano: corsi in associazioni per il tempo libero, palestra, gruppi di cammino, volontariato. Sono certa che nella moltitudine di offerte che oggigiorno vengono proposte non sarà difficile trovare qualcosa che vi possa piacere, da frequentare insieme o in maniera individuale. Così sì che alla sera avrete di nuovo qualcosa da condividere.
Insomma, tocca anche a noi creare la vita. Poi vedrete che troverete ancora quel desiderio di condivisione e di intimità che vi ha caratterizzati per tutti questi anni.
Un’altra questione che mi è balenata subito alla mente appena letta la lettera, è la questione del silenzio.
Uno dei nodi principali è che nella nostra società il silenzio viene percepito come qualcosa di negativo anziché accoglierlo come parte della vita. Viene concepito come un vuoto da riempire per forza con qualcosa anziché accettare che in natura c’è anche questa dimensione.
Mangiare in momenti diversi è una manovra che va solamente a peggiorare la situazione e pertanto la prima cosa che mi sento di consigliare è di riprendere a consumare i pasti insieme. Non avete nulla da dirvi? Poco male. Se fate ancora fatica ad accettare l’assenza di rumori mettete un bel sottofondo di musica per intrattenervi.
Eppure, il silenzio ci aiuta a percepire molte cose che nel frastuono e nelle chiacchiere passerebbero inosservate. Il cibo mangiato in silenzio ha un sapore diverso, più pieno, gustoso perché la nostra attenzione è orientata a quel momento e a quell’esperienza. Proprio come in un esercizio di mindfulness.
Inoltre, mi verrebbe da consigliarvi di cucinare insieme, perché il preparare il cibo crea legame e favorisce la conversazione. D’altronde siamo italiani…
Foto Andrii Zastrozhnov su licenza iStock
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