La maggiore longevità è un dono per l’umanità e anche un’opportunità per i Paesi che la stanno sperimentando, come l’Italia. Ma può essere anche un fardello per i conti pubblici e per la sostenibilità futura, soprattutto se associata, come nel nostro Paese, a una forte denatalità.
Servono quindi soluzioni e politiche per trovare un nuovo bilanciamento che tenga conto dei profondi cambiamenti demografici ma anche dei mutamenti nei comportamenti delle persone e dei senior in particolare.
E’ all’insegna di queste considerazioni che si è svolto lo scorso 9 maggio in Assolombarda a Milano il Longevity Economy Forum 2023, organizzato da KPMG e da Il Sole 24 Ore con il patrocinio di Silver Economy Network, in cui sono stati presentati i risultati della ricerca KPMG – IPSOS dal titolo “La longevità come driver per la creazione di valore socio-economico”, ricerca per cui sono stati intervistati sia 800 senior tra i 60 e i 75 anni, sia 400 giovani tra i 18 e i 39 anni.
Per l’Italia, passare dai 14 milioni di over65 di oggi ai 19 milioni previsti nel 2040, insieme alla prevista diminuzione consistente di persone in età da lavoro (meno 2 milioni circa di 35-44enni e meno 1 milione circa di 25-34enni), avrà importanti ripercussioni, che richiedono di intervenire velocemente per evitare l’insostenibilità del sistema. Innanzitutto, secondo molti intervenuti al Forum, superando la rigida divisione della vita nelle tre fasi: scuola, lavoro, pensione, e introducendo invece elementi di flessibilità tra una fase e l’altra.
Secondo la ricerca, un senior su tre vuole continuare ad essere attivo, in varie forme, restando o rientrando nel mondo del lavoro, oppure dedicandosi al volontariato. E in generale i senior vogliono vivere il passaggio tra lavoro e pensione in modo più flessibile di oggi
Tre senior su quattro si dichiarano soddisfatti della esperienza professionale attuale o passata, ma il 70% ha preoccupazioni economiche: “avrò una pensione adeguata al mio stile di vita?”
I giovani, nel 79% dei casi, riconoscono la competenza dei senior, soprattutto riguardo alle capacità di problem solving, di organizzazione e di gestione delle situazioni di stress o conflittuali. Questo indica, tra l’altro, la possibilità di pensare sia a organizzazioni sempre più intergenerazionali sia a presenze di senior sul lavoro capaci di contribuire in modo significativo.
Dal punto di vista del mercato, le imprese hanno l’opportunità di soddisfare i nuovi bisogni di cui sono portatori i senior, fornendo prodotti e servizi adeguati in tutti settori economici e incrementando la dimensione di quella che è stata chiamata la Longevity Economy.
Sono state identificate alcune azioni per favorire, da parte delle imprese, la Longevity Economy:
- I senior vanno ingaggiati come clienti, non come pazienti o persone fragili
- Prodotti e servizi devono essere “emozionanti”, non limitarsi a soddisfare i bisogni di base
- Puntare sulle donne, sia perché sono in maggior numero tra i longevi sia perché sono più coinvolte nel care giving
- Coinvolgere tutte le generazioni, soprattutto nell’innovazione di prodotti e servizi per tale economia.
L’importante è creare le condizioni perché i senior che vogliono possano contribuire in modo attivo sia nel lavoro, sia nella società in generale. Questo potrà attivare un “circolo virtuoso” che porterà a ridurre i costi sociali della longevità.
Il “circolo virtuoso” si può favorire a livello sia di individui, sia di imprese, sia di istituzioni. E di solito succede che prima cambiano gli individui (in questo caso i senior che stanno già manifestando un approccio verso la nuova fase di vita positivo e attivo), quindi le imprese (che possono favorire un ambiente multigenerazionale con competenze complementari e punti di accesso multipli), a seguire le istituzioni (con nuovi sostegni e regole).
Al dibattito del Forum, condotto dal giornalista Grassani, sono intervenuti professori universitari (Lynda Gratton, The new long life, Professor of Management Practice della London Business School e Alessandro Rosina, Professore Ordinario di Demografia e Statistica Sociale dell’Università Cattolica di Milano), rappresentanti delle imprese (tra gli altri Alessandro Scarfò AD di Intesa Sanpaolo Assicura, Giuseppe Lavazza Presidente Lavazza, Mariuccia Rossini Presidente Silver Economy Network), politici (Maria Teresa Bellucci Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) e altri esperti e rappresentanti di mondi che si confrontano con le problematiche dell’invecchiamento della popolazione.
Vuoi leggere i precedenti articoli della sezione Longevità? Clicca qui.
Foto da pagina FB di KPMG Italy