Senior e giovani al Laboratorio di Modellato
Intervista al professor Serrau, docente di Modellato, in occasione della Mostra dei Lavori degli allievi Unitre di Fossano
Sono molte le persone che hanno sempre avuto passione artistica, ma non hanno mai avuto il tempo di coltivarla personalmente, quindi è questo il tempo, da senior, di far emergere le proprie capacità espressive e coltivarle. Modellare materiali può essere una delle modalità per iniziare a creare.
Abbiamo intervistato a questo proposito il professor Paolo Serrau, che cura il Laboratorio di Modellato della nostra Unitre ed è stato docente di Modellato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Solitamente parlare di Modellato suscita qualche perplessità. Che cosa si intende esattamente con questo insegnamento?
Con questo temine si intende modellare qualcosa di malleabile, creare dei volumi. Tradizionalmente si modella l’argilla o la creta, ma anche molti altri materiali, come ad es. il polistirolo, il fil di ferro, la carta, il cartone, ma anche tutti i materiali che possono sollecitare la fantasia, anche un pezzo di legno che la natura ha iniziato a modellare…
L’importante è che il materiale sia un mezzo per esprimere il proprio mondo interiore, attraverso un percorso di conoscenza di sé.
Tu hai insegnato all’Accademia, che cosa c’è di diverso tra i giovani e i senior nell’affrontare un percorso artistico nell’ambito di Modellato?
Nel giovane studente l’approccio al suo interiore caotico è immediato e vi è un grande desiderio di esibirsi.
Io mi limito ad aiutarlo a incanalare le sue emozioni, mentre lui è più interessato a sapere come fare per concretizzare le sue intuizioni, quindi alla tecnica per realizzare un prodotto artistico.
Inoltre, il giovane è teso all’esame, che per lui è il fine di tutto il lavoro, ma questo lo condiziona.
Il senior invece non ha esami ed è perciò più aperto al percorso; ha maturato un’esperienza che costituisce una solida fucina a cui attingere per creare, ma ha più difficoltà ad esprimere le sue emozioni e ad aprirsi.
Nel Laboratorio hai allievi che lo frequentano da anni e altri nuovi iscritti, come interagiscono?
I nuovi, di solito, sono spaesati, hanno difficoltà a manifestarsi e paura del giudizio. Ecco allora l’importanza del dialogo con il maestro che è indispensabile per guidare, per far emergere l’idea presentata che l’allievo vorrebbe realizzare, per suscitare il pensiero, la fantasia, ma anche, naturalmente, per le tecniche da affrontare per modellare i vari materiali.
Di solito, man mano che l’emozione si fa strada, la paura, nel nuovo allievo, diminuisce e l’emozione di vedere l’effetto finale del proprio lavoro lo rassicura. L’atmosfera è facilitata dai “vecchi” allievi che sono accoglienti, curiosi, creativi e incoraggianti.
Nel piccolo gruppo nel quale ci troviamo, circa 16 persone, non c’è concorrenza, gli allievi si esaltano l’un l’altro, viene favorita una reciproca apertura, in un clima di fiducia e di felice incontro. Insieme si discute sul risultato di ciascuno e tutti sono coinvolti, si comprende che il pensiero di tutti non è giudicante, ma è costruttivo e importante per andare oltre, per crescere.
Inoltre, molti allievi producono anche nel periodo estivo, mi contattano, c’è una bella armonia tra di noi.
Che cosa intendi per creatività?
Picasso sosteneva di aver impiegato tutta la vita per tornare ad avere la visione di un bambino e dipingere l’essenziale. Essere creativi significa essere semplici ed essenziali, senza complicazioni inutili; in quest’ottica la banalità non esiste.
Non si deve partire pensando di creare un oggetto, ad es. una lampada: questo è il lavoro di un artigiano che produce qualcosa di utile, anche bello. Il prodotto artistico invece è trasfigurazione, elaborazione della realtà, perché l’artista deve coinvolgere l’osservatore e regalare emozioni.
Pensi che l’Arte possa essere una terapia per vivere al meglio?
Mi piace parlare di terapia dell’Arte, cioè della funzione catartica dell’arte. Tu comprendi e superi le sofferenze dei tuoi grovigli interiori, delle tue esperienze a volte traumatiche, incanalandole e concretizzandole in un prodotto artistico che ti esprime, ti libera e ti purifica. Così attraverso l’arte puoi sublimare le tue emozioni più profonde.
Dal 4 all’11 maggio vi è stata la Mostra dei tuoi allievi del Laboratorio di Modellato. Che giudizio ne dai?
R I lavori esposti, nei diversi materiali, nell’utilizzo delle forme e dei colori, nelle felici e distinte esecuzioni, trasmettono allo spettatore una vasta gamma di emozioni che sono l’espressione della personalità di ciascun allievo, che traspare forte ed essenziale.
Infatti, si può ben dire che ogni allievo ha avuto modo di scoprire le proprie capacità espressive ed esprimerle attraverso le varie opere esposte, realizzando appieno uno degli obiettivi più importanti del corso.
Grazie. Auguri a te e ai tuoi allievi.
Foto per gentile concessione di Silvia Ghidinelli, Unitre Fossano
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Silvia Ghidinelli è Vice Presidente e Direttrice dei Corsi dell’Unitre di Fossano, dove cura anche un Gruppo di lettura. E’ membro dell’Associazione culturale Cicerone della sua città, che mira a far conoscere agli studenti l’arte del territorio a Km 0. Si dedica quindi a senior e a giovanissimi.