La società invecchia, i rischi di salute aumentano

La popolazione italiana, si sa, è in progressivo invecchiamento, di conseguenza si prevede anche un aumento di malattie croniche e una crescita dei fattori di rischio per la salute.

Nel Rapporto 2024 dello “Scenario Longevità” di Silver Economy Network, realizzato con la collaborazione di Assolombarda, Lattanzio KIBS e IQWIA, presentato lo scorso ottobre al Convegno Agevity, vengono fornite, tra gli interessanti dati relativi al pianeta dei silver, informazioni sullo stato di salute della popolazione italiana.

Di seguito vengono riassunte alcune delle evidenze del Rapporto su questo aspetto.

Se oggi in Italia gli over 75 sono più di 7 milioni, il 42% di loro, secondo il Rapporto, convive con 3 o più malattie croniche.

La condizione a rischio peraltro non riguarda solo le età più avanzate.

Infatti, “dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio Salute IQVIA  emerge… che il 70% degli italiani adulti soffre di almeno una condizione cronica, un terzo della popolazione ha una patologia cardiovascolare, il 70% ha stili di vita a rischio, fra cui consumo eccessivo di alcolici (40%), fumo (24%), alimentazione scorretta (24%), e sedentarietà (23%), e il 45% è in sovrappeso o obeso. Stress (21%) e problemi di sonno (28%) complicano ulteriormente il quadro”.

E se si volge lo sguardo al futuro, la prospettiva non è rosea, dato che si prevede che nel 2050 vi saranno oltre 5 milioni di over 65 non autosufficienti.

Quali sono gli stili di vita e le patologie che sono da considerarsi i maggiori fattori di rischio per i senior?

Considerando l’ampia fascia di età degli ultra cinquantacinquenni, risulta particolarmente critica la situazione di sovrappeso (riguarda il 36% delle persone di questa fascia di età), la qualità del sonno pessima (29%), il colesterolo alto (27%), la sedentarietà (26%), la pressione alta (23%), il fumo (22%), lo stress (20%).

Ma hanno un impatto anche i problemi cardiaci / cardiovascolari (17%), la cattiva alimentazione (15%), per finire con il diabete e la glicemia alta (8%).

In questa situazione risulta evidente l’importanza che assume la cultura della salute e della prevenzione.

Si rileva nel Rapporto che cresce nel tempo la cultura della salute, della prevenzione e dei comportamenti preventivi, anche se dobbiamo fare i conti con il fatto che ancora metà della popolazione ha fondamentalmente un atteggiamento passivo, un “livello di engagement medio-basso” sull’argomento.

Da cosa dipende il fatto che circa la metà degli Italiani non si attivano per prevenire e gestire in modo efficace la propria salute?

“Le ragioni – risponde il Rapporto – sono molteplici e riconducibili primariamente alla mancanza di informazioni, bassa consapevolezza del rischio, scarso supporto da parte del medico, tutti fattori che determinano complessivamente una difficoltà a mettere in atto e mantenere nel tempo comportamenti preventivi e di cura”.

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Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels  

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