Insieme senza convivere ?
I pro e i contro.
Moltissime coppie convivono senza essere sposate. Magari c’è alle spalle un divorzio non ancora concluso. A volte è una scelta che fa sentire più liberi. Tuttavia molte di queste coppie sono stabili. Magari hanno anche un figlio in comune. Per cui alla fine il senso di libertà è solo teorico. La richiesta di diritti è un po’ paradossale. Allora perché non sposarsi?
Quando ci si incontra da senior la necessità di convivere, principalmente dovuta all’educazione dei figli, è meno scontata. Il progetto della prole è tramontato, ognuno ha una sua casa, ha abitudini consolidate, magari è reduce da una convivenza faticosa. Rinunciare a due case per costruire una casa comune è fuori discussione. Scegliere una delle due case per convivere presenta il rischio di sentirsi sempre degli ospiti del partner, il senso che la casa non ci appartenga. Inoltre la convivenza ha talora conseguenze negative sulla coppia. Si condivide la routine e momenti di noia. Ci si scontra più facilmente nella quotidianità.
Ma forse la convivenza non è proprio necessaria per una coppia tardiva. Condividere due case diverse ha il vantaggio di non fare drastiche rinunce. Lui ama la campagna, lei la città. Capita spesso. Perché cambiare stile di vita? E poi è un arricchimento reciproco. Si entra nella diversità dell’altro in punta di piedi senza bisogno di stravolgimenti e sacrifici. Nel non convivere ognuno mantiene la sua individualità e i suoi spazi, ognuno si sente libero. Inoltre nella coppia il clima è quello di un eterno fidanzamento. Ogni incontro è una festa e si condivide il meglio dell’amore. Se il rapporto è soddisfacente, si logora di meno nel tempo. Insomma l’assenza spesso fa molto bene alla coppia. Quanto allo sposarsi, essendo il matrimonio una fonte di diritti, perché rinunciarvi se il nuovo rapporto è sufficientemente stabile? Perché rinunciare a una bella festa con gli amici? Insomma è la situazione opposta a chi convive senza sposarsi.
Detto questo, la non convivenza implica anche delle difficoltà. In primo luogo bisogna avere piena fiducia nel partner. Non che la convivenza garantisca dal tradimento. Conosciamo le molteplici scuse, plausibili o meno, che permettono di avere una storia extraconiugale. Non convivenza non significa coppia aperta, esperienza miseramente fallita nel ’68. La fedeltà resta un pilastro di una coppia che desidera stabilità. Piuttosto la non convivenza implica una ginnastica emotiva perché la vita è fatta di pieni e di vuoti, di presenze e di assenze. Certo l’assenza può essere motivo di tristezza. Ma la presenza continua può essere motivo di noia. E’ una scelta complicata che implica una grande autonomia da parte dei partner. Ma supponiamo che i senior abbiano ormai conseguito l’autonomia nel corso della loro vita.
Ovviamente le modalità per stare insieme sono molteplici e ognuno sceglie quella che è più consona alla sua personalità e ai suoi desideri. Tuttavia la non convivenza è un’opzione tra le tante, ancora poco praticata, forse proprio per dei motivi più economici che affettivi. Mantenere due case è un costo forse non sempre giustificato dai vantaggi e dalla sensazione di libertà che ne deriva.
Foto di Joaquin Aranoa da Pixabay
Wally Festini Harris è nata e vive a Milano. Già psicoterapeuta e professore universitario, ora si dedica alla scrittura. E' autrice, tra gli altri, dei saggi, "Ricomincio da 50" (2009) e "Ricomincio da 60" (2015).
l’ottimo sarebbe,fare gli eterni fidanzati!Una convivenza,Lgbt,il fine settimana,quando si ha voglia di coccole.
In molti fanno così, ma è indispensabile avere gli stessi interessi e modo di godersi il weekend.
Io invece mi chiedo se non sia meglio vedersi qualche giorno tra il lunedì e il venerdi (se non si abita troppo lontani) e gustare separatamente i 2 giorni che, per chi lavora, sono quelli che permettono di coltivare i propri hobbies.
Uno magari ama stare a casa a leggere un libro, l’altro invece fa arrampicata in montagna….
uno ama giocare a tennis, l’altro dedicarsi al giardinaggio… ecc…