Precede dibattito

Riflessioni intorno al film “Eterno visionario” su Pirandello, di Michele Placido con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Vincenti, Giancarlo Commare, 2024

Noi che abbiamo una luminosa carriera alle nostre spalle, cariche di ricordi, passioni e perfino visioni di film, ricordiamo, rimpiangiamo forse – ricordo rinverdito dalla celebre battuta di Paolo Villaggio a proposito del film “La corazzata Potemkin” – i dibattiti che seguivano. Stavolta no, il dibattito non segue, precede.

Screenshot dal trailer ufficiale del film di Michele Placido “Eterno visionario”

Dibattiamo con amici, parenti, compagni, compagne, amanti, confessori e padri spirituali, e in mancanza di meglio con noi stessi; sdoppiamoci, tanto lo sappiamo che in ognuno di noi si cela un Mr. Hyde, e chiediamoci se sia preferibile aver acquisito una totale acquiescenza sentimentale e sessuale, oppure constatare sorpresi che il tempo pompiere non ha ancora terminato il suo triste quanto naturale lavoro. Le sfumature delle risposte sono tante, infinite come le sfumature del nero, del rosso, del grigio e se si colorano di bilancio esistenziale possono anche far male.

Cerchiamo allora una risposta d’autore e d’attore nel cinema, consultiamo Salvatores e Michele Placido, Casanova e Pirandello, affidiamoci a due attori di grande genio e umanità come Toni Servillo e Gabriele Bentivoglio.

Ripensiamo al film “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores, a proposito del quale ho già scritto qualche riga per Osservatorio Senior. Toni Servillo vestiva i panni del regista Leo Bernardi, controfigura direi di Salvatores stesso, e su su per li rami, del Fellini di “Fellini 8 e ½.

Era alle prese con una bella crisi esistenziale; si sentiva incapace a sessant’anni di reggere l’urto travolgente e benefico della vitalità della sua giovanissima compagna, della sua autentica e impertinente bellezza. Era atterrito dall’idea che lei gli sarebbe sopravvissuta.

Fabrizio Bentivoglio al quale è impossibile –nomen est omen- non voler bene è il Casanova del film nel film: seguiamolo perché nella nostra divagazione diventerà poi Pirandello a tutto beneficio di Michele Placido e, sempre a beneficio dello stesso Placido, si innamorerà della sua giovanissima scoperta, l’attrice Marta Abba.

Leo Bernardi è speculare a Casanova: i due personaggi sono entrambi ossessionati dall’età e misurano la difficoltà di rapportarsi alla giovinezza e vitalità delle loro partner femminili: Casanova vuole conquistare Marcolina e ha l’ansia da prestazione mentre Leo è atterrito dal pensiero che dopo Silvia non potrà più innamorarsi.

Fabrizio Bentivoglio ci vuole bene, ci consente per suo tramite di dare del tu a Luigi Pirandello e di dirgli: “Eri sempre in treno, quel treno per Stoccolma, dove ti stavi recando per ricevere il premio Nobel ed eri triste perché Marta Abba, bellissima e giovane, la tua scoperta, ancora una volta te l’aveva data buca, diciamo così, e mentre il treno andava e fischiava, fra gli sbuffi del vapore della locomotiva si materializzavano le immagini della tua vita familiare e d’artista.

Prendevano corpo le terrificanti scenate e crisi di pazzia di tua moglie più vera del vero (sfido io c’era Valeria Bruni Tedeschi a reinventarla) i rapporti coi tuoi figli e con Marta Abba che ti aveva folgorato fin dal primo provino e che tu avevi reso famosa. E venivano evocati i tuoi capolavori soprattutto i sei personaggi in cerca d’autore e di successo, dopo i fischi della prima ma erano di cartone, il cinema, la messa in scena di Placido faceva fatica ad animarli con un po’ della tua anima e del tuo genio. Tu c’eri, sì, c’era la tua vita come in un biopic d’autore e ringrazia Fabrizio Bentivoglio che è stato sublime nell’impresa di ridarti un corpo e un’anima.

E ti spacca l’anima, non in due, ma in mille pezzi nella scena in cui, davanti allo specchio riflettente il tuo viso, appaiato all’ovale bellissimo di Marta Abba nella persona dell’attrice Federica Luna Vincenti, il cui abbraccio amoroso, tu, grande drammaturgo, non hai avuto la forza di accettare fino in fondo perché hai capito, sentito il tragico dell’amore e della cosiddetta ingiuria del tempo: avere cuore e intelletto ancora colmi di vita e energia stipati a forza dentro corpi e visi vecchi e rugosi.

Pirandello, Pirandello hai latitato, anche se non è colpa tua, ma vedi, il gossip mi ha rivelato il film quando ho appreso che Federica Luna Vincenti è la compagna di Michele Placido; allora ne ho capito il senso e la natura allusiva, quasi autobiografica, riferita a Placido per interposto te.

Foto: screenshot dal trailer ufficiale del film di Michele Placido Eterno visionario (2024)

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Boomer della prima ora, Fausto Bona, ora pensionato, è stato insegnante di lingua e letteratura francese al liceo e contemporaneamente animatore culturale del Circolo del cinema di Brescia. Continua a occuparsi di cinema in qualità di critico cinematografico del quotidiano “Bresciaoggi” di Brescia. Oltre al cinema, le sue passioni sono la montagna e la bicicletta.

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