Il ritorno di Casanova

Un film di Gabriele Salvatores, con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Alessandro Besentini.

Agli artisti, agli eroi e ai grandi seduttori si addice l’abito romantico della scomparsa precoce perché “avec le temps”, come direbbe il grandissimo cantautore francese, nella sua celeberrima, omonima canzone, “va, tout s’en va”.

Gabriele Salvatores

In caso contrario diventano comuni mortali come noi che magari non abbiamo un passato glorioso, e diventano personaggi di un film di Gabriele Salvatores nel cui mirino si vorrebbe tutti entrare onde usufruire di un momento di gloria e di bella vita artistica.

Salvatores dunque, al quale non manca certo l’ardire del “metteur en scène” d’ascendenza teatrale, curioso e versatile, disposto ad uscire dal seminato e da collaudate consuetudini.

Non stupisce allora che nel suo ultimo film, intitolato “Il ritorno di Casanova”, si misuri con la rappresentazione del più tragico e ineluttabile dei mali: il trascorrere del tempo e i suoi perfidi effetti sull’esistenza dei comuni mortali, siano essi artisti o celebrità mondane, sublimate dalla scrittura in personaggi letterari, com’è il caso del Casanova uscito dalla penna di Arthur Schnitzler, autore del libro al quale Salvatores si è liberamente ispirato.

L’artista, chiaramente alter-ego di Salvatores stesso, è il regista cinematografico Leo Bernardi nella splendida interpretazione di Toni Servillo, evidentemente conscio e lusingato di seguire le orme di Marcello Mastroianni nel film “Fellini 8 e mezzo”, così come Salvatores sa di misurarsi col fantasma del grande Federico.

A differenza del suo omologo felliniano, Leo Bernardi non è in crisi creativa quanto in crisi esistenziale, fotografata da uno smagliante bianco e nero, e comincia a sentire il peso degli anni e la vacuità del mondo che lo circonda, a partire dalla sua magnifica casa iper-tecnologica che in una scena surreale gli si rivolta contro.

Sarà per questo che è colpito  – e affondato – dalla impertinente autenticità e bellezza di Silvia (Sara Serraiocco), una ragazza che guida il trattore e fa partorire le vacche. Mentre si sente incapace a sessant’anni di reggere l’urto benefico e travolgente della vitalità di Silvia, Leo è svogliato e si arena nella fase di montaggio del suo “Ritorno di Casanova”, girato a colori ed interpretato da un attore che gli è amico.

Questo attore del film nel film è Fabrizio Bentivoglio, in grande duetto  alla pari con Servillo. Il film di Leo deve essere pronto per Venezia, il produttore (Antonio Catania) è furioso e disperato.  Leo latita e allora il montatore (Natalino Balasso) finisce il film da solo.

Leo Bernardi è speculare a  Casanova: i due personaggi sono entrambi ossessionati dall’età e misurano la difficoltà di rapportarsi alla giovinezza e vitalità delle loro partner femminili: Casanova vuole conquistare Marcolina (Bianca Panconi) e  ha l’ansia della prestazione e Leo è atterrito dal  pensiero che dopo Silvia non potrà più innamorarsi.

E Salvatores? Il premio Oscar Gabriele Salvatores è un gran bel burattinaio: muove le sue pedine narrative e stilistiche con raffinata perizia e sembra strizzarci l’occhio ed invitarci a rompere le consuetudini e gli schemi per uscire allo scoperto, lontano dalle confort-zone perché “la vie est ailleurs”, la vita è altrove, sempre altrove!

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Foto Gabriele Salvatores: di Niccolò Caranti, Gabriele Salvatores al Teatro del Giglio durante Lucca Comics & Games 2014, tratto da da: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Gabriele_Salvatores?uselang=it#/media/File:Gabriele_Salvatores_-_Lucca_Comics_&_Games_2014.JPG,  CC BY-SA 4.0 

 

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Boomer della prima ora, Fausto Bona, ora pensionato, è stato insegnante di lingua e letteratura francese al liceo e contemporaneamente animatore culturale del Circolo del cinema di Brescia. Continua a occuparsi di cinema in qualità di critico cinematografico del quotidiano “Bresciaoggi” di Brescia. Oltre al cinema, le sue passioni sono la montagna e la bicicletta.

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