Come ritrovare lavoro da senior
Un’indagine dell’AARP Public Policy Institute, pubblicata nel marzo 2015 e curata da Gary Koenig, Lori Trawinski, and Sara Rix.
Quali strategie hanno adottato i senior che hanno ritrovato lavoro una volta disoccupati rispetto a coloro che l’hanno cercato e non ci sono riusciti o hanno trovato soluzioni di sottoimpiego ?
E’ la domanda centrale della survey realizzata negli Stati Uniti tra luglio e ottobre 2014 su 2.492 persone tra i 45 e i 70 anni, rimaste disoccupate negli ultimi 5 anni. Parte degli intervistati avevano sperimentato una disoccupazione di breve periodo e altri invece erano disoccupati di lungo corso (27 settimane o più senza lavoro): a questo proposito, va ricordato che negli USA nel 2014 ben il 45% degli over 55 che cercavano lavoro erano long-term unemployed.
Alcuni – una minoranza – degli intervistati che al momento dell’indagine avevano ripreso a lavorare, avevano trovato stipendi più alti, migliori benefit e condizioni di lavoro più confortevoli. Per la maggioranza, l’occupazione che avevano trovato non era invece allo stesso livello di quella che avevano perso. Per tanti altri, la disoccupazione continua.
Un’occupazione “meno desiderabile” di quella precedente può naturalmente avere significati diversi da persona a persona. Ad esempio, chi è in cerca di lavoro e vicino all’età pensionabile può considerare soddisfacente stipendi più bassi a fronte di meno responsabilità, meno stress e orari più flessibili, ma per tanti altri questi aspetti hanno meno valore. Di fatto, dall’indagine risulta che il 48% dei re-impiegati guadagna meno di prima, percentuale che tra i disoccupati di lungo corso arriva al 59%.
Sono emerse differenze significative, all’interno del gruppo che ha ritrovato lavoro, anche con riguardo al nuovo contratto di lavoro: chi ha sperimentato una disoccupazione di lungo periodo ha accettato rapporti di lavoro part time in misura molto più consistente di chi ha vissuto una disoccupazione di breve periodo (41% nel primo caso, 29% nel secondo).
L’evidenza più interessante della ricerca riguarda le modalità adottate per ritrovare lavoro: tra chi l’impiego lo ha ritrovato, la strategia più efficace è stata il contattare direttamente le imprese e i datori di lavoro (lo ha fatto il 48% di chi si è re-impiegato a fronte del 37% di chi è rimasto disoccupato). Anche lo sfruttare la propria rete di relazioni maturata durante la precedente vita lavorativa è una modalità che fa la differenza: l’ha adottata il 45% dei re-impiegati verso il 34% di chi non ha avuto successo. Al contrario, chi ha fallito nella ricerca di un nuovo lavoro ha fatto affidamento soprattutto sull’aiuto di parenti e amici (il 52%), mentre vi ha fatto ricorso solo il 43% di chi il lavoro l’ha ritrovato.
Pure la tempestività nel mettersi in cerca di una nuova occupazione si è rivelata significativa: tra i “ri-occupati” il 49% si è messo in cerca immediatamente dopo la perdita dell’impiego precedente, cosa che ha fatto solo il 35% di chi è rimasto disoccupato.
Insomma, anche se solo l’11% dell’intero campione pensa che l’età non abbia influito sulle difficoltà nel trovare un nuovo lavoro, chi ha avuto più successo si è dato da fare subito senza alcun indugio, si è rivolto direttamente a chi il lavoro poteva offrirlo e ha messo in campo la propria rete di relazioni, puntando a condizioni contrattuali simili a quelle precedenti ma senza irrigidirsi su questo.
Enrico Oggioni ha realizzato ricerche sulla “vita nuova” e sulle “buone e cattive pratiche” dei senior, è autore del saggio “I ragazzi di sessant’anni”, è opinionista sul tema dei senior e presidente di Osservatorio Senior.
Si Enrico, molte delle cose scritte sulla ricerca americana sono valide anche in Italia. In particolare da noi la forza e l’utilizzo del network (amicale e professionale) è fondamentale così come la capacità di adattarsi a nuove forme contrattuali, spesso più flessibili e meno garantite delle precedenti. E poi è fondamentale la capacità di individuare e raccontare efficacemente “cosa si sa fare davvero bene”. In altre parole, almeno per i livelli manageriali, in cosa si fa la differenza. Da ultimo, o forse primo elemento, forza di volontà: ritrovare lavoro …. è un lavoro! In bocca al lupo a chi lo sta cercando.