Singapore scopre che i senior sono una risorsa
A Singapore sta tramontando velocemente il tradizionale paradigma che vedeva negli anziani al lavoro una mancanza di rispetto da parte dei più giovani.
Sally ha lavorato a Singapore negli ultimi 30 anni in aziende ed organizzazioni estere desiderose di stabilirsi nello Stretto di Malacca e usare Singapore come base di lancio per le vicine realtà del Sud Est Asiatico. Lei è una singaporegna DOC: nata a Singapore all’inizio degli anni ‘50, Sally è cresciuta in una famiglia della “Generazione dei Pionieri” : cittadini emigranti che hanno costruito il Paese nel secondo dopoguerra e che sono tuttora destinatari di benefici speciali, in segno di ringraziamento.
Nell’attuale Società dove lavora Sally ha ricoperto diversi ruoli, principalmente amministrativi e, col passare del tempo, è diventata un punto di riferimento per i colleghi, sia a Singapore che nella Regione: conosce tutti, conosce le procedure e conosce anche la storia e le motivazioni di ogni singola decisione presa. Tre anni fa, alle soglie del suo 62esimo compleanno, la Direzione del Personale della sua azienda le chiese se volesse continuare a lavorare, o se avesse l’intenzione di lasciare.
A Singapore l’età minima di pensionamento è 62 anni, ma i datori di lavoro sono obbligati, su richiesta e a condizioni di un mutuo interesse, ad offrire un contratto di re-impiego ai dipendenti fino al raggiungimento dei loro 65 anni.
L’uscita di Sally in quel momento sarebbe stato un problema per l’azienda e i suoi capi avevano tutta l’intenzione di prolungare la sua permanenza. Sally, dal canto suo, chiese tempo per confermare la sua disponibilità, ne parlò in famiglia e decise col marito che restare al lavoro li avrebbe aiutati a pagare il mutuo sulla casa, una delle spese più importanti per le famiglie di Singapore. Decise quindi di accettare la proposta di restare in azienda, anche perchè, se avesse smesso, avrebbe dovuto aspettare ancora tre anni per poter incassare la parte “pensionistica” dal Fondo della Social Security nazionale denominato Central Provident Fund (CPF).
Sally appartiene alla prima generazione di singaporegni che sta godendo i benefici di una maggiore longevità e di una crescente richiesta di lavoratori locali, anche senior.
Da uno studio fatto sui datori di lavoro e i lavoratori nel 2014 da JobStreet (un famoso sito per chi cerca lavoro a Singapore) risulta che il 58% dei lavoratori vorrebbe continuare a lavorare dopo i 62 anni e anche oltre. Addirittura l’87% dei datori di lavoro ha dichiarato di voler ritardare il pensionamento dei loro collaboratori o di considerare la possibilità di assumere personale di oltre 50 anni. Per questo motivo nel Paese si sono sviluppati servizi ad hoc per formare gli over 50 e benefici fiscali alle Aziende che li assumono. Varie sono le ragioni che stanno spingendo il governo di Singapore a rivedere le proprie politiche del lavoro; forte preoccupazione è data dalla mancanza di mano d’opera stabile e qualificata. Ad oggi ben il 40% della popolazione è nata all’estero e in molti casi non intende stabilirsi nel Paese definitivamente.
I bisogni di tale massa determinano una spinta verso l’alto dei prezzi di beni e servizi. Per questo, l’impiego di risorse senior può rappresentare una strada per il Paese verso l’aumento di una quota di mano d’opera più stabile. Disporre di risorse senior è una delle possibili carte da giocare.
Ad oggi i tipi di lavoro accessibili ai senior sono i più semplici : normalmente lavori poco attrattivi per altre età, o sottoqualificati. Ma ciò è destinato a cambiare nei piani del governo: lo scopo e’ quello di offrire ai senior la posssibilita’ di riqualificarsi per accedere a lavori piu adeguati alle loro esperienze e potenzialita’.
Oggi, a 65 anni, Sally ha definitivamente cessato l’impiego presso la sua Societa’ e si ritiene una “pensionata”. Ma non definitivamente: per avere più reddito infatti tiene sotto’occhio i siti internet per trovare una nuova attività nei servizi, questa volta a part-time. Sa che dovrà ottenere una “certificazione” e tornerà a scuola per formarsi e poter avere in questo modo “più mercato”. Come molti singaporegni la sua è una motivazione principalmente economica, ma vuole anche continuare a lavorare per restare attiva nel corpo e nella mente.
Nel Paese sta tramontando velocemente il tradizionale paradigma che vedeva negli anziani al lavoro una mancanza di rispetto da parte dei più giovani. Il paese scopre che i Senior sono una risorsa.
Julio Gonzalez, educato in Messico, Canada e negli Stati Uniti, vive in Italia da più di trent’anni. Manager internazionale, ha gestito direttamente, in vari ruoli nelle Direzioni Risorse Umane dove ha lavorato, progetti di integrazione di aziende e culture diverse in Italia, Europa, Americhe, Asia e Oceania