Una ricerca dell’Istituto Rezzara. Gli strumenti digitali sono ormai alla portata di tutti. Pochissimi sono coloro che non ne hanno accesso – 5,8% degli adulti e l’1.3% dei giovani-, e l’integrazione tra i nativi digitali e chi invece ha dovuto apprendere a usare i nuovi strumenti è sempre più alta.
Uno scenario sul quale ha voluto indagare l’Istituto Culturale di Scienze Sociali Niccolò Rezzara di Vicenza, che ha messo in moto uno studio confrontando queste due fasce di popolazione, cioè i cosiddetti “immigrati” nella comunicazione digitale e i “nativi”. Per due mesi (aprile-maggio 2015) ha somministrato circa 7.000 questionari con 79 item ed ha raccolto 5.976 risposte, di cui 1.900 relative agli adulti sessantacinquenni (26,8% uomini ed il 73,2% donne) frequentanti le Università adulti/anziani del Vicentino e 4.076 relative ai ragazzi (il 41% maschi ed il 59% donne ) delle scuole superiori della città di Vicenza e della provincia.
Molti i dati interessanti emersi. Fra i più significativi raccolti risulta che, tra gli adulti, il 39,5% utilizza il solo cellulare, il 54,2% si serve anche di internet, ma solo il 14,5% entra nei social network. Fra i giovani, invece, internet è diffusissimo ( 93%), così come l’uso dei social network (81,5%). Usa internet quotidianamente il 50,3% degli adulti e l’88% dei giovani; i social network il 43,3% degli adulti e l’86,1% dei giovani. Diversi sono però i tempi: i giovani ci passano più di tre ore al giorno (29,9% contro il 2,7% degli adulti su internet e il 26,2% contro l’1,4% degli adulti sui social).
Entrando nel dettaglio, è anche diverso l’approccio ai dispositivi. Ad esempio il cellulare, per i senior, sostituisce il telefono, mentre per i giovani è soprattutto il mezzo per inviare messaggi (98,8%), per fare fotografie (95,8%) ed inviarle. Anche negli adulti è diffuso ampiamente l’uso dei messaggi (92,2%) ed il fare fotografie (68,7%), meno quello di inviarle (47,6%). Nella domanda a che cosa serva il cellulare risulta vincente la risposta il “collegamento stabile con qualcuno” (adulti 80,5%, giovani 83,8%), ma la conversazione fra amici (adulti 75,1%, giovani 93,1%) è primaria per i ragazzi.
Sull’uso di internet, la ricerca delle informazioni e l’uso delle mail risulta preponderante per entrambe le fasce, ma per i giovani è anche lo strumento per scaricare musica, film, foto (adulti 54,1%, giovani 93%), per lo studio e/o il lavoro (adulti 68,1%, giovani 94,7%) e per fare acquisti (adulti 41,3%, giovani 72,3%).
Sono i social network invece l’area in cui si riscontra un gap maggiore tra le due fasce. Infatti solo il 14,5% degi adulti li usa a differenza dell’81,5% dei giovani. I senior nella comunicazione digitale, si limitano ad un uso passivo, cioè si servono degli strumenti per realizzare meglio quanto facevano prima; mentre i giovani, “nativi” nella comunicazione digitale, assumono lo stile di vita nuovo.
Nonostante le differenze, però, sia senior che giovani hanno entrambi una percezione in positivo sul come gli strumenti digitali abbiano cambiato il modo di comunicare (adulti 56,4%, giovani 66%), e condividono anche le conseguenze negative, come il senso di dipendenza (adulti 57,3%, giovani 74%) e l’essere soggetti a continuo controllo (adulti 38,3%, giovani 45,4%). In pratica il giudizio sulla nuova situazione, creata dalla comunicazione digitale, è in genere positivo, mentre si denuncia la conseguente schiavitù dell’essere sempre reperibili. Altre questioni pericolose messe sul tavolo, condannate sia da adulti che da ragazzi, sono l’uso incontrollato concesso ai bambini (adulti 91,2%, giovani 72,1%), le truffe (adulti 87,8%, giovani 75,5%), lo stalking o atti persecutori (adulti 79,5%, giovani 75,8%), il mascheramento di identità (adulti 71,2%, giovani 69,5%), le comunicazioni anonime (adulti 76,7%, giovani 64,1%). Gli adulti condannano più dei giovani anche l’ostentazione in luoghi pubblici (adulti 88,9%, giovani 55,9%) e la ricerca del prestigio sociale con l’ultimo modello (adulti 73,9%, giovani 55,2%).
In generale c’è consapevolezza diffusa sui limiti delle nuove tecnologie: sia senior che giovani sono concordi sul fatto che non possano sostituire gli strumenti precedenti di informazione e di cultura. Inoltre si sottolinea come sia necessario creare e mantenere relazioni di vita reale rispetto a quelle virtuali e, soprattutto nei senior, la necessità di avere momenti di silenzio e di concentrazione lontano da tutta questa digitalizzazione.
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