Dica trentatrè e faccia volontariato
La scena è sempre la stessa: il buon proposito c’era, la voglia di fare anche, hai comprato scarpe comode, attrezzatura sportiva per decine di euro… e poi sprofondi sul divano, ripetendoti per l’ennesima volta “dai, in palestra ci vado la prossima settimana… anche se ho già saltato quattro lezioni”.
Sai perfettamente che la prossima volta non ci sarà mai, appunto… ma se in questa eterna lotta tra l’essere umano e l’ossessione della forma fisica, fosse proprio il Volontariato a venirci incontro con splendide notizie?
O meglio, a venirci incontro è la buona notizia diramata dalla School of Publich Health di Harvard che ci dice che su 7000 americani intervistati, sopra i 50 anni, chi fa volontariato spende meno del 38% del tempo all’ospedale rispetto ai propri coetanei e, tendenzialmente, è più disposto a tenere d’occhio la propria salute con screening regolari.
Una sorpresa, quella svelata da questo studio, che fa il paio con i dati usciti dall’analisi “Psychology and aging” del 2013 e che rivelano che, sempre in America, il livello di mortalità per chi fa volontariato è più basso del 24-27%.
Addirittura il magazine a stelle e strisce The Atlantic entra nel particolare, focalizzando i miglioramenti sulla perdita di peso, la riduzione del colesterolo, aumento della resistenza fisica, della flessibilità e la diminuzione dello stress. Un benessere generalizzato, insomma, confermato anche da Sara Konrath, ricercatrice dell’Università dell’Indiana e che sembra poter essere riassumibile nel motto “più ti occupi di ciò che ti circonda, più hai voglia anche di prenderti cura di te stesso”.
Poco chiaro è capire se il “senso di marcia” di questo circolo virtuoso sia invertibile: sono le persone che ci tengono a sé quelle che poi fanno volontariato o sono le persone che fanno volontariato che alla fine si curano di più di sé?
La ricercatrice Konrath ci rivela che non abbiamo abbastanza dati per relazionare direttamente e oggettivamente il volontariato con lo stato di salute di un paziente, un po’ come invece faremmo, ad esempio, relazionando altre attività negative (tabagismo, alcolismo…) con i danni per la salute.
Detto questo è corretto rimanere perplessi, come la stessa ricercatrice confessa, chiedendosi perché un dottore è sempre prodigo, per il benessere del paziente, nel consigliare di smettere con le sigarette, ma raramente incoraggi invece un’attività positiva come il volontariato, che di certo male non fa…
Nel vecchio continente, specialmente in Gran Bretagna, l’attenzione al fenomeno è però un fatto: il sito del Sistema Sanitario Nazionale raccomanda nella pagina “Vivere bene” una buona dose di volontariato, raccogliendo molti feedback positivi dagli stessi medici di base, tra i quali la dottoressa Kartik Modha che però ammette: “esistono delle barriere per accedere a delle offerte da consigliare ai nostri pazienti, un po’ perché siamo sempre presi da mille cose, un po’ perché proprio facciamo fatica ad accedere sistematicamente alle opportunità stesse”.
Altre testimonianze di colleghe “di base” anglosassoni specificano che l’eventuale prescrizione porta i suoi frutti soprattutto quando il paziente non vede questo “consiglio terapeutico” come una “cura”. Insomma, l’altruismo genuino (anche se indotto), la passione per una causa magari appena scoperta e ovviamente un’attitudine positiva sembrano fare veramente la differenza.
“Mi sono prima iscritta ad un corso di danza – afferma una paziente londinese, ex dirigente di successo, costretta a stare a casa per depressione – questo ha ribilanciato l’aspetto chimico nel mio cervello e subito dopo ho iniziato con il volontariato, adesso sono tornata a lavoro a tempo pieno ed è proprio il volontariato l’elemento che mi ha fatto rientrare in carreggiata!”.
Morale della favola: mettiamo giù il telecomando, alziamoci dal divano e diamoci al Volontariato… perché, come diceva un noto spot “E’ buono qui ed è buono qui!” Dove “qui” è la nostra giornata, le nostre relazioni, la nostra voglia di metterci in gioco… ma soprattutto, noi, in toto!
Ndr: Per conoscere le possibilità di volontariato su territorio nazionale vi invitiamo, oltre a fare riferimento al Centro di Servizi per il Volontariato del vostro territorio di riferimento, a consultare anche il sito www.volontariperungiorno.it
Francesco Bizzini, responsabile ufficio stampa CSV Milano – Centro di Servizio per il Volontariato Città Metropolitana di Milano.