Smart, grazie agli smartphones (e non solo)
L’approccio dei Senior alla cultura visiva.
Secondo un luogo comune piuttosto radicato, il rapporto tra Senior e utilizzo dei device tecnologici non sempre si rivela idilliaco. In effetti, siamo spesso portati a percepire questo mondo come meno avvezzo alle ultime innovazioni, più affezionato alla cara e vecchia carta e penna.
Quanto c’è di vero rispetto a tale idea, e quanto invece i Senior possono rivelarsi più smart e “smanettoni” delle nuove generazioni ribattezzate di volta in volta come Millennials, Gen Z, Centennials (e chi più ne ha, più ne metta) ?
SENIOR E SMARTPHONE: QUALCHE TAKEAWAY QUANTITATIVO
Guardiamo in primis ad alcuni dati di diffusione dei device: un recente rapporto focalizzato sugli Stati Uniti del Pew Research Center – uno dei principali centri di ricerca focalizzato sull’impatto della tecnologia sulla società – mostra come circa la metà dei Senior sia ormai in possesso di uno smartphone.
Attenzione: non sto parlando di cellulari, ma appunto di smartphone. Se dovessimo ampliare tale discorso a tutti i mobile device, la statistica aumenterebbe di molto. Già così si tratta di un dato interessante, che ipotizzo comparabile a quello della popolazione Europea e occidentale. Non a caso, per quanto riguarda il territorio nazionale, in uno studio del 2015 la società di consulenza aziendale Deloitte parla degli smartphone come di una “passione italiana senza età”. Insomma, siamo una popolazione all’avanguardia per quanto riguarda l’adozione degli smartphone.
Passando a una prospettiva più qualitativa, in che modo i Senior italiani sfruttano il proprio device smart? La medesima ricerca di Deloitte segmenta chiaramente le attività svolte dagli over 65 nel Belpaese.
La maggior parte dei Senior sembra utilizzare gli smartphone per ragioni più tradizionali, come le chiamate e il text messaging. Si tratta di un paradosso? Forse sì, ma anche di una grande opportunità da sfruttare per operatori, marche e altri servizi. Se da un lato infatti gli stessi Senior sembrano perdersi oggi una bella “fetta” di opportunità date dal mondo mobile in termini di interattività, social networking e altre specificità del web 2.0 (d’altronde, è proprio questa la differenza tra smartphone e cellulari!), dall’altra rimangono enormi le frontiere della mobility.
UNA SHARING ECONOMY TUTTA DA SCOPRIRE, DEDICATA AI SENIOR?
Tali opportunità sono ancora più concrete se consideriamo la maggiore capacità di spesa di questa fascia di popolazione, che ha quindi mezzi più ampi a disposizione per vivere pienamente gli orizzonti aperti dai media digitali attraverso gli smartphone al di là dei “soliti” Uber, AirBnB e Tripadvisor.
Ecco solo alcuni esempi:
- Possibilità di accedere a piattaforme top come FlyVictor e JetSmarter per la condivisione di jet privati, destinate a clienti premium.
- Iscrizione a soluzioni di social networking esclusive a pagamento, come The Netropolitan Club, Total Prestige e il “first mover” Asmallworld.com.
- Creazione di materiali visual di elevata qualità, da potere caricare su canali dedicati ad ambienti e ad audience professionali come Flickr.
Da una prospettiva complementare, l’accesso alle potenzialità del web 2.0 da parte dei Senior potrebbe aprire anche nuove opportunità di mercato e business per startup e realtà innovative.
Perché la Sharing Economy, se ben sfruttata, può diventare terreno fertile per tutti – operatori e persone.
Senior Consultant in OpenKnowledge, dove lavora su progetti nazionali e internazionali di marketing digitale e open innovation. Coordina la sezione Tech di Ninja Marketing ed è DIrettore della collana "Professioni Digitali" per FrancoAngeli