Programma trasmesso su RAI 3 dal 15 gennaio al 4 marzo 2018. Tutte le puntate sono reperibili cliccando qui, previa registrazione.
Questa trasmissione, dal bel titolo ironico, racconta storie di persone che hanno ripreso a intrecciare rapporti sentimentali dopo i 60 anni e spesso anche dopo i 70. La coppia protagonista racconta la propria biografia: l’infanzia, il primo matrimonio, la vedovanza, l’incontro con il nuovo partner, il tutto corredato da musiche, fotografie e immagini d’epoca. Non si prendono in considerazione divorziati forse per non aprire vecchie ferite. Le vicende sono trattate con sufficiente delicatezza. Dato che le storie raccontate sono numerose, appare evidente che la seconda possibilità affettiva non è più un evento raro.
Ma come sono queste persone che si raccontano? Va detto che si tratta sempre di persone molto vitali che, dopo la morte del coniuge, non si sono rintanate in casa ma si sono rimesse in gioco con il volontariato, con le associazioni di anziani, andando a ballare e producendo nuove idee per rendere gradevole e sociale la seconda vita. Si nota una grande prevalenza di classi medio basse, che ben rappresentano le difficoltà economiche del primo dopoguerra, dove gli studi non erano accessibili a tutti. Nella maggioranza dei casi solo dopo il pensionamento si è realizzata la tranquillità economica che ha permesso l’aprirsi di nuovi orizzonti. Tutte le coppie senior evidenziano la differenza tra il primo matrimonio e il secondo. “Quando ci siamo sposati eravamo troppo giovani e pensavamo a fare una famiglia. Ora siamo più maturi e l’amore è diverso, è una scelta ed è un piacere prenderci cura l’uno dell’altro nella vecchiaia”.
L’assenza delle classi medio alte potrebbe essere dovuta alla minore propensione dei laureati a raccontare in televisione eventi che si scrivono più volentieri in un libro. Oppure in questi ceti sono più frequenti i divorzi. Oppure ancora è possibile che per costoro le occasioni di incontro siano più rare. Una volta persi i colleghi di lavoro e le opportunità congressuali, cinema, mostre d’arte e concerti (i siti più frequentati) sono luoghi per acculturarsi ma non certo luoghi di incontro paragonabili a balere, gite parrocchiali e centri sociali. E’ un tema interessante su cui varrebbe la pena di riflettere.
Le storie raccontate inducono ancora una volta all’ottimismo in un’area, quella dei rapporti di coppia, molto penalizzata dall’avanzare dell’età soprattutto per le donne che si adattano a rapporti amicali in mancanza delle pur desideratissime relazioni affettive.
In conclusione “Non ho l’età” è una trasmissione piacevole, a tratti commuovente come lo è l’innamoramento quando tocca persone un tempo destinate solo al ruolo di nonni.