Paion traversie ma sono opportunità
Della serie “Appassire con stile”.
Come si sa, durante la prima fase della pandemia a causa del coronavirus, noi senior abbiamo trascorso la primavera in completo isolamento, senza frequentare figli, nipoti, parenti e amici, per evitare eventuali contagi. Per me questo periodo di clausura, ha favorito abitudini, pensieri e riflessioni che desidero condividere con voi.
Ho imparato a fare la spesa solo per le cose necessarie e per quello che mi manca. In particolare, solo una volta alla settimana dal fruttivendolo e al supermercato (davo la lista a mia figlia, all’inizio). In seguito ho provveduto personalmente ma sempre settimanalmente e addirittura ora faccio la spesa on line al supermercato, cioè scelgo a casa al computer ciò che mi serve e vado a ritirare la mia spesa pronta per l’ora che mi è assegnata. Evito così code, assembramenti e perdite di tempo.
Mi sono ritrovata a consumare tutto ciò che avevo in casa e che accumulavo senza sapere: deodoranti, creme, shampoo… Non ho ancora ricomprato nessun prodotto del genere.
Ho curato molto di più la pulizia della casa, dell’interno dei mobili, degli armadi e ho gettato tante cose inutili: non ho mai avuto la casa così pulita, igienizzata e in ordine.
In questo periodo ho fatto pace con la mia età: ho lasciato crescere i miei capelli bianchi e all’inizio dell’estate il mio parrucchiere mi ha fatto un bel taglio corto, raccomandandomi di curare il trucco, di evitare gli abiti color pastello e usare invece colori decisi, per far risaltare il bianco dei capelli. Mi guardo allo specchio e mi piaccio. Chissà quando mai avrei preso questa decisione, in tempi normali…
L’isolamento mi ha reso più pensosa, più attenta alla mia interiorità, alle mie sensazioni, ai miei pensieri, alle cose che mi fanno star bene. Ho ritrovato un rapporto più ravvicinato con Dio, anche attraverso la Messa on line di Papa Francesco a S. Marta e le sue preziose riflessioni di profondo Gesuita. Ma adesso dove trovare un Pastore così profondamente semplice?
Dal 9 marzo, cioè dal primo Decreto del Presidente del Consiglio Conte, al 23 giugno ho tenuto un diario giornaliero nel quale annotavo ciò che facevo, i miei pensieri e i miei contatti virtuali con amici e parenti. Leggerlo ora mi scalda il cuore e mi fa capire che sono in continua evoluzione interiore e che la vita mi fa crescere in continuazione.
Certo ora che si esce con la paura del contagio fuori dai negozi c’è la fila, si aspetta di entrare ovunque distanziati, uno o due per volta. E tutta la fretta di prima pandemia dove è finita? Andare, venire, fare, tutto in fretta per avere tempo libero, ma così il tempo libero era un tempo malato, un tempo che si caricava dell’ansia di rincorrerlo.
Non è meglio ora, non è meglio accettare la calma, l’attesa e il tempo libero dall’affanno?
E’ dall’agosto dello scorso anno che non vado a Brescia, la mia città, dove ho amici e parenti, e vorrei andarci anche per visitare un amico malato, ma appena l’ho detto in famiglia mia figlia ha fatto un cenno di diniego, mia nipote ha esclamato:
”Non mi sembra il momento di andare in Lombardia, nonna!”
“Ma vado in macchina e torno in serata” ribatto io. Mia figlia è contraria: “Non mi sembra il caso di fare una tirata simile e poi non hai più l’età per andare e tornare in giornata…”
Mio genero si è astenuto prudentemente da qualunque commento. Così ho deciso di non andare.
Soffro di non poter andare a Brescia dagli amici e parenti e soffro di vivere qui nel basso Piemonte, in un luogo che offre un turismo limitato di opere d’arte e poca varietà di paesaggi, mi mancano i grandi laghi: di Garda, d’Iseo e la valle Sabbia, origine della famiglia di mio padre, dove ho ancora parenti e che amo molto.
Qui ci sono le Alpi, mancano le Prealpi… ci circondano le montagne di cui anche il grande Giorgio Bocca percepiva la chiusura…
Mi concederò un giorno in montagna. Telefono agli amici del lunedì: sì, vanno nel Vallone dell’Arma, in valle Stura, a fare un sentiero denominato “ Lu viol du fiur”, dove sono già andata negli anni scorsi proprio con loro. E’ un sentiero magnifico, a mezza costa di un pendio, in saliscendi, tra erba e fiori straordinari, in uno scenario di alte cime. La giornata è nuvolosa, ci troviamo anche con un altro gruppo in un bar di Demonte e, in macchina andiamo su, fino al Passo Eguiette, per poi proseguire a piedi. Fa freddo. Ci imbaccucchiamo con pile, giacche a vento, cappucci e ci incamminiamo nel sentiero: le erbe sono tutte inanellate di gocce di rugiada: penso che Swarovsky non ha inventato nulla: quelle deliziose opere sfaccettate di cristallo sono ispirate certamente alla natura… Tra le erbe tanti fiori a volontà: dai botton d’oro alle stelle alpine, agli anemoni… Mi mancano i ciclamini, tipici delle mie montagne bresciane e il loro delizioso e sottile profumo.
Ma sono qui, in montagna, con amici, tra tanti fiori e ringrazio Dio.
Silvia Ghidinelli è Presidente dell’Unitre di Fossano e cura l’invecchiamento attivo dei senior della sua città, anche come docente del Laboratorio “Piacere di leggere”. E’ membro attivo dell’Associazione culturale Cicerone e si spende per far conoscere agli studenti l’arte del territorio a Km 0. Si dedica quindi ai senior e ai giovanissimi