“Senectus ipsa est morbus”. Aveva ragione Terenzio?
Esistono indubbiamente dei problemi con l’età che avanza, ma si possono prevenire.
Il divenire anziani è sempre stato giudicato con prospettive differenti, a dimostrazione che la realtà, come Giano bifronte, si presenta sempre con due aspetti distinti e spesso contrapposti: lo scrittore latino Terenzio afferma che il fatto stesso di essere vecchi è già un segno di malattia “Senectus ipsa est morbus”, ma Cicerone scrive una lunghissima orazione “De Senectute” a difesa dell’essere avanti con gli anni, ed elogia la vecchiaia che basa la propria stabilità su una giovinezza vissuta bene: “Sed in omni oratione mementote eam me senectutem laudare, quae fundamentis adulescentiae constituta sit” (ricordate che in tutti i discorsi io lodo quella vecchiaia che basa la propria forza sulle fondamenta poste nella giovinezza).
Oggi, dopo oltre 2000 anni, la concezione di anzianità non è cambiata di molto: continua a presentare i suoi aspetti opposti, come lati di una stessa medaglia, anche se purtroppo il lato negativo è quasi sempre quello predominante.
Se non si è funzionali non si è utili. L’età avanzata è indubbiamente un lento scivolamento verso la naturale fine della vita, da parte di persone che oltre ai capelli hanno perduto la capacità produttiva, e che troppo spesso vengono per questo motivo catalogate come “inutili”, nella completa dimenticanza dei preziosi scrigni di conoscenza, esperienza e saggezza che possiedono. La figura del vecchio pellerossa che attorno al fuoco dell’accampamento riunisce i bambini della tribù e li educa a diventare uomini è sparita, e da fulcro della famiglia il vecchio è diventato spesso un escluso, soprattutto nelle situazioni sociali caratterizzate dalla vita in città, con la frenesia lavorativa che comporta.
Viene da pensare a quei nonni che, dopo aver dedicato un pezzo della loro vita ai nipoti, di fronte ad una difficoltà gestionale vengono depositati in una casa di riposo o lasciati soli nelle loro abitazioni, con l’ovvia conseguenza dell’inizio di un periodo depressivo anche grave. Ne sono testimoni le numerose telefonate che il call center della Beghelli riceve da anziani lasciati soli il giorno di Natale, anziani che forse non vivranno un altro Natale e che chiedono solamente di condividere con i familiari la gioia del giorno di festa per eccellenza.
Tutto ruota intorno al lavoro e al profitto e chi non produce viene messo da parte: gli anziani che non sanno usare il computer, che non sanno che cosa sia il marketing, che non sono al passo con la tecnologia diventano poco importanti non solo per la famiglia, ma per la società stessa.
Prepararsi al meglio.
Bisogna allora fare un passo indietro, riappropriarci dei valori che questa fascia della vita possiede, oltre a occuparci in modo positivo di come prepararci al meglio per l’età in cui si diventa “veramente anziani”, considerato anche che tutte le previsioni demografiche ci raccontano di un futuro in cui gli anziani saranno sempre di più.
La raccomandazione di base è di concentrare i nostri sforzi soprattutto sulla prevenzione e non sulla cura, cercando di invecchiare con un corpo ed una mente sani, efficienti, senza difetti gravi oltre a quelli legati all’avanzare del tempo; in pratica seguendo i consigli di Cicerone: una buona vecchiaia si basa su una giovinezza sana.
Il corpo umano da un punto di vista fisico è sostanzialmente una macchina, con una centralina di comando dotata di intelligenza. Come tutte le macchine si deteriora con il tempo, e questo è inevitabile; ma come tutte le macchine dura molto di più e rimane più efficiente se ne abbiamo cura. Se all’automobile forniamo un carburante buono, ne curiamo la carrozzeria, la portiamo dal meccanico quando ha qualcosa che non va, teniamo in ordine il suo impianto elettrico, la laviamo e ingrassiamo dove necessario, la faremo restare in buone condizioni e le permetteremo di servirci per un tempo molto più lungo rispetto ad un’auto lasciata andare lentamente in rovina.
Per il nostro corpo è la stessa cosa: prevenire non significa fare esami o prendere medicine. Significa adottare uno stile di vita sano, che si basa essenzialmente su tre aspetti: alimentazione sana, attività fisica regolare e allenamento della mente.
Foto di Татьяна Краснова da Pixabay
Laureato in Medicina all’Università di Torino nel 1973, è stato Medico Ospedaliero e Medico di Assistenza Primaria presso l’ASL di Fossano. E’ stato Consulente redazionale di importanti riviste mediche e, dal 2003, Consulente scientifico del portale www.paginemediche.it, per quanto concerne l’aggiornamento riservato ai Medici.
Ausili per l’età che avanza sono costosi e rari . Le numerose palestre e piscine poco curano questa fascia d’età se. non per strette ragioni economiche che, nulla hanno a che vedere con noi pensionati d’un governo ” ladro “. Se ci organizziamo capita una pandemia che ci limita, in maniera condominiale nulla è consentito, e allora ?
Aspettiamo come possiamo e vogliamo.il nostro ultimo anelito di vita, in totale e sconsolata solitudine mentale e fisica !!
Traduzione di “senectus, ipsa ,non morbus” è” la vecchiaia è essa stessa malattia, ma non è malattia”. cfr. Doppio decalogo