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Nuove tecnologie

Senior e sicurezza informatica: meno conoscenza e più prudenza

I cittadini anziani sono storicamente classificati come uno dei gruppi più vulnerabili agli attacchi informatici e alle truffe, questo per il fatto che spesso la consapevolezza dei rischi è bassa, così come le competenze nell’utilizzo delle tecnologie digitali (Grimes et al., 2010).

In realtà però anche i nativi digitali, che utilizzano la tecnologia molto di più dei senior, cadono vittima di truffe e phishing.

Uno sciatore esperto potrebbe essere impreparato nel fronteggiare una valanga se non adeguatamente formato, così come una persona che ha guidato molto ma non rispettando le regole della strada, ha sì molta esperienza di guida ma non è consapevole dei rischi; questo almeno fino a che non fa un incidente.

Usare abitualmente uno strumento infatti non vuol dire conoscerne i pericoli e anche conoscendoli talvolta si continua a mettere in atto comportamenti a rischio per impulsività, pigrizia, eccesso di fiducia in sé o nella sicurezza degli strumenti tecnologici.

Nello scorso ventennio c’è stato un aumento significativo di cittadini senior che utilizzano Internet. Secondo uno studio di Pew Research il numero di ultra 65enni americani che utilizza Internet è aumentato rapidamente: dal 14% al 73% dal 2000 al 2019.

E probabilmente se ci fossero dati più recenti osserveremmo un’ulteriore impennata, anche dovuta al fatto che l’emergenza COVID ha costretto molti ad utilizzare il digitale per effettuare un gran numero di operazioni (fare la spesa, fare acquisti, comunicare con la pubblica amministrazione e col SSN).

Siamo però sicuri che i senior si comportano in maniera più imprudente, più rischiosa?

In uno studio inglese sono state testate 515 persone di età compresa tra 18 e 84 anni (Hadlington 2018). Le persone del gruppo più anziano hanno dimostrato un’attitudine migliore nei confronti della cybersecurity. Una possibile spiegazione potrebbe essere dovuta al fatto che in studi precedenti è stato visto che il tratto di personalità della coscienziosità sembra aumentare con l’avanzare dell’età. Secondo la teoria dei Big Five (cinque tratti di personalità) la coscienziosità è associata con una propensione a seguire le regole e le norme che sono date dalla società. Il tratto è anche legato alla pianificazione, capacità di ritardare la gratificazione e all’abilità di controllare gli impulsi, tutti fattori che favoriscono l’evitamento di comportamenti a rischio in ambito digitale.

Spesso l’ingegneria sociale (alla base di tutti i tipi di truffe) si basa sul manipolare le emozioni della vittima in modo da metterla in agitazione e indurla ad agire impulsivamente: fare un click, scaricare un allegato, rispondere ad una mail. Proprio per questo avere un tratto di coscienziosità riduce la possibilità di cadere in una truffa. Inoltre, siccome più propenso a seguire le regole, il dipendente senior, qualora conosca la best practice da seguire, la adotterà tutte le volte senza esitare.

Il problema però è che seppur al cittadino senior non manchi la determinazione o la motivazione nel mettere in atto i comportamenti corretti, manca la conoscenza di quali sono i comportamenti corretti e i rischi in cui potrebbe incorrere: diventa perciò il candidato ideale per un corso di formazione che lo coinvolga e lo aiuti ad utilizzare gli strumenti digitali e a comprendere meglio i rischi e i vantaggi delle nuove tecnologie.

Foto di MART PRODUCTION da Pexels

 

1 Commento

  • Più che un corso di formazione per gli anziani sarebbe utile “semplificare” i messaggi comunicativi a loro indirizzati con un gergo semplice, deduttivo e immediato; evitando termini in inglese, pubblicità invadente e subitanei cambiamenti grafici e/o di schermata che, infastidiscono chi è abituato a tempi di lento e avveduto procedere.

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