Il trasferimento delle competenze alle nuove generazioni
Anche questo è Silver Ecology!
Qualche mese fa Osservatorio Senior ha pubblicato un editoriale sulla Silver Ecology e cioè sul contributo che i senior possono dare ad una economia sostenibile coerente con gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU.
Nell’editoriale si diceva che il contributo degli anziani è legato fondamentalmente ad alcune componenti: innanzitutto consumi e investimenti consapevoli in grado di favorire la transizione ecologica e un futuro sostenibile, ma anche l’impegno attivo nelle attività di volontariato, oltre a “… il contributo che i senior possono dare in ambito organizzativo attraverso specifiche pratiche di trasferimento di esperienze per accrescere le competenze e le capacità delle nuove generazioni”.
Questo ultimo punto ha suscitato un certo dibattito perché, se da una parte c’è condivisione sul fatto che la presenza di lavoratori anziani, e quindi esperti, nei posti di lavoro favorisce l’apprendimento e la crescita professionale delle nuove generazioni; dall’altra si teme che i lavoratori anziani possano escludere i più giovani nel mercato del lavoro riducendone le opportunità di occupazione e che una maggiore presenza di “veterani” possa ostacolare la produttività e la crescita futura delle imprese poiché meno innovativi e meno disposti a correre rischi rispetto ai più giovani.
Per verificare se e quanto queste convinzioni siano supportate dai fatti, nel settembre del 2020 Banca d’Italia ha pubblicato una ricerca: Workforce aging, pension reforms and firm outcomes di Francesca Carta, Francesco D’Amuri and Till von Wachter.
Lo studio sfrutta l’introduzione della riforma Fornero del 2012 in merito all’ammissibilità alla pensione come aumento straordinario della presenza di lavoratori anziani a livello aziendale. Gli effetti di questo aumento sono stimati sulla base di un confronto 2010 – 2014 (due anni prima – due anni dopo la riforma) su aziende con almeno 50 dipendenti.
Cosa dicono i risultati? Che un aumento inaspettato della quota di lavoratori anziani, in questo caso legato alla riforma Fornero, porta ad un impatto positivo sull’occupazione giovanile. Più specificamente, un aumento esogeno del 10% del numero di lavoratori anziani implica un aumento dell’1,8% del numero di giovani e dell’1,3% dei lavoratori di mezza età.
Quindi, prima conclusione, i lavoratori più giovani e di mezza età non solo non si porrebbero in un rapporto di sostituzione in relazione ai lavoratori più anziani ma, dati alla mano, emergerebbe che tra gli stessi vi sia un rapporto di complementarietà.
Rispetto al timore di minore innovazione e produttività, lo studio evidenzia che:
- il valore aggiunto totale aumenta;
- la produttività del lavoro per lavoratore è costante;
Seconda conclusione: non è vero che la presenza di lavoratori anziani penalizza la capacità di affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione e cambiamento.
Non sono conclusioni nuove, per la verità. Altre ricerche hanno già dimostrato la non veridicità delle due preoccupazioni sopra citate. Ma è utile ribadire e insistere su questi punti.
La Silver Ecology non è un’invenzione gratuita. È un dato di fatto! Scrive Alessandro Rosina sul suo blog “L’aumento della componente più matura e i progressi della longevità – che continueranno dopo il contraccolpo della pandemia – non possono diventare argomento di discussione politica sul futuro del paese solo in termini di età di pensionamento. Un paese che rinuncia a declinare “longevità” con “opportunità” è destinato ad una decrescita infelice in cui si espandono squilibri e diseguaglianze”
E questo vale a livello sociale, politico e aziendale. Le organizzazioni che si ostinano a non occuparsi del binomio “longevità” e “opportunità” sono destinate ad affrontare seri problemi considerato che nei prossimi anni, secondo le previsioni Eurostat, l’Italia diventerà il primo paese ad entrare in una nuova, inedita, fase della sua propria storia in cui gli ultra 50enni costituiranno la maggioranza assoluta della popolazione.
Foto fizkes su licenza iStock – modelle in posa
Psicologo. Dopo più di 40 anni di lavoro nelle organizzazioni ha deciso di dedicare il suo tempo alla famiglia e allo studio delle religioni e della spiritualità nel mondo.