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Nuove tecnologie Salute

Telemedicina e continuità di cura

Luci e ombre del modello “smart”.

Negli ultimi 50 anni i bisogni di salute della popolazione anziana sono molto cambiati. Se negli anni ‘50 le persone con patologie croniche rappresentavano una minoranza, oggi una fetta sempre più consistente della popolazione è affetta da problemi di questo tipo. Si vive più a lungo ma sono anche più frequenti le patologie croniche e una condizione, strettamente collegata alle patologie, denominata “fragilità”.

La fragilità è una condizione di ridotta efficienza di più sistemi fisiologici dell’individuo, quali ad esempio cervello, cuore e arterie, articolazioni e muscoli, che comporta un aumentato rischio di sviluppare eventi clinici avversi quali l’ospedalizzazione o la perdita di autonomia. Le patologie croniche sono un potente determinante della fragilità, nel senso che contribuiscono ad erodere quella sorta di riserva “biologica” che ogni individuo possiede fin dalla nascita e che consente di superare le difficoltà di fronte a eventi stressanti, quali appunto le malattie acute.

Obiettivo della geriatria è prevenire la comparsa e/o progressione della fragilità verso la disabilità, anche attraverso il controllo delle malattie croniche. Ad esempio, garantire un adeguato controllo della pressione arteriosa previene la comparsa di danni cerebrali che possono favorire lo sviluppo di deficit cognitivo.

Occuparsi del contenimento delle patologie croniche, e quindi in qualche modo della prevenzione della fragilità, non è tuttavia facile. Richiede innanzitutto un cambio del modello organizzativo sanitario: la persona affetta da patologie croniche deve essere presa in carico da un gruppo di professionisti, più che da un singolo professionista, per tempi lunghi e gli interventi e le terapie prescritte devono essere erogate in modo coordinato.

Ad oggi, purtroppo, un modello organizzativo di questo tipo è ancora di là da venire in molte parti d’Italia e le persone anziane sono tra coloro che più ne soffrono. Pensiamo ad esempio al caso di persone anziane per le quali siano necessarie visite da parte di specialisti di più discipline nell’arco temporale di un anno o anche più. Servirebbe in questo caso un coordinamento tra specialisti per evitare che queste persone si possano ad un certo punto trovare a ripetere esami prescritti da più professionisti, così come ad assumere farmaci interferenti con i farmaci precedentemente prescritti da altri specialisti. Oppure pensiamo al caso di persone anziane affette da deficit cognitivi e/o motori che dovrebbero essere visitate da specialisti più volte nell’arco dell’anno ma che rinunciano perché impossibilitati a muoversi o ad essere accompagnati.

E’ in questo scenario di complessa gestione del paziente, che la Telemedicina può rivelarsi molto utile. Consente infatti di erogare servizi di assistenza sanitaria a distanza tramite il ricorso alle moderne tecnologie di telecomunicazione. Il mantra della telemedicina è semplice, whatever, whenever and wherever” (qualunque cosa, in qualunque momento, ovunque). Ed è infatti la sua fruibilità e la facilità di accesso, a renderla interessante. Le soluzioni adottate sono svariate, e comprendono apparecchi elettromedicali collegati con interfaccia wireless o Bluetooth e videoconferenze, tramite cui è possibile monitorare le condizioni cliniche dei pazienti.

Vantaggi. L’assistenza sanitaria tramite la Telemedicina permette, innanzitutto, di condurre la visita al domicilio del paziente. Questo è particolarmente utile soprattutto nel caso di persone anziane con deficit cognitivo-motori e molteplici patologie. Infatti, non essendo necessario raggiungere gli ambulatori medici, gli spostamenti sono evitabili e l’accompagnatore, che in queste situazioni è indispensabile, ne è facilitato. Inoltre, è più facile garantire la continuità assistenziale. Pensiamo per esempio ai caregivers di pazienti con deficit cognitivo, che tramite questo servizio potrebbero contare su un intervento mirato e soprattutto tempestivo ai vari bisogni.

Criticità. Certo non è tutto rose e fiori. In primo luogo, bisogna chiedersi se la diffusione della Telemedicina sia facilmente realizzabile e come essa possa essere accettata dalle persone anziane. Bisogna tener conto, infatti, che per molte persone (anziane e non solo) il contatto fisico medico-paziente è fondamentale, funzionale ad una più completa riuscita della visita, dell’inquadramento diagnostico e quindi della gestione terapeutica. Pensiamo per esempio alla necessità di un cardiologo di auscultare il cuore durante la visita.

Inoltre, va considerato che non tutti i pazienti e i loro caregivers hanno capacità e possibilità adeguate per poter usufruire di questi servizi. Non tutti gli anziani, infatti, sono familiari con la tecnologia e ciò rende necessaria la presenza di un caregiver capace di usare la tecnologia stessa. Senza contare che potrebbe essere davvero difficile raggiungere i pazienti che, ad esempio, vivono in contesti dove Internet non è accessibile o completamente sprovvisti di supporto tecnologico.  Anziché quindi abbattere barriere, la Telemedicina, potrebbe crearne di nuove.

In conclusione, sebbene la pratica medica ottimale debba ancora essere considerata la visita in persona del paziente, la tecnologia potrebbe però rivelarsi molto utile a sopperire le difficoltà di assistenza ai pazienti fragili e con pluripatologie. Con potenziali vantaggi soprattutto per gli anziani.

1 Commento

  • Basterebbero contatti settimanali per ogni paziente ma oggi ci viene negata anche la visita mensile! Il web richiede familiarità con gli strumenti da usare, questo è di intralcio per alcuni “fragili pazienti” che lo adoperano poco .

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