Il 66% degli over55 italiani dichiara di essere digitale e di poter utilizzare la telemedicina.
E’ uno dei dati più interessanti che emergono dal nuovo Osservatorio Silver Economy, sviluppato dal Silver Economy Network con Lattanzio KIBS e il sostegno di Comarch e dedicato, per l’edizione 2022, allo scenario socio-economico e ai trend di consumo e accesso nell’ambito della medicina digitale.
Il progetto ha consentito sia di fare il punto sugli scenari evolutivi della longevità in Italia (con dati elaborati da Silver Economy Network sullo scenario sanitario e demografico, oltre che sul valore della Silver Economy in Italia), sia di indagare – grazie a dati Lattanzio-Kibs – la percezione degli over55 verso la medicina digitale, giustamente vista come uno dei trend di consumo della popolazione silver di oggi.
Dalla ricerca dedicata alla medicina digitale, emergono alcune evidenze: in primo luogo, come si è detto, i dati mostrano un atteggiamento positivo e una propensione dei Silver all’utilizzo di soluzioni di digital health.
Infatti, alla domanda: “quanto ritiene di essere pronto, dal punto di vista delle skills digitali e tecnologiche, ad utilizzare la telemedicina, il 66% del campione preso in esame si ritiene “molto” o “abbastanza” preparato. Nel 34% che si ritiene “digitalmente non preparato” prevalgono le donne (37% vs il 30% degli uomini), gli over65enni (42% vs il 29% dei 55-64enni) e i meno istruiti.
Inoltre, a conferma dell’atteggiamento positivo, se il 23% dichiara di fruire già della medicina, il 58% non ne fruisce ancora ma è propenso all’utilizzo.
Una seconda evidenza riguarda la centralità del ruolo del medico per questo target: l’esperienza di medicina digitale viene ritenuta utile per rafforzare o consolidare il rapporto con il medico, soprattutto per avere pareri sui risultati diagnostici, per le emergenze e per i consulti.
In particolare, il 30% circa del campione utilizza già la telemedicina per chiedere al medico un parere sul risultato di esami diagnostici o per fornire al proprio medico dati sul proprio stato di salute tra una visita e l’altra. Per le stesse ragioni ben al 56-58% che ancora non sfrutta questi servizi, piacerebbe provare e solo l’11-12% non è interessato neppure a provare.
Altri servizi di telemedicina che raccolgono alto consenso (nel senso che già vengono utilizzati oppure li si vorrebbe provare) sono: il parlare o videochiamare il medico per un consulto, il richiedere rapidamente i soccorsi in caso di emergenza, il fare visite di controllo a distanza, il mantenere sotto controllo il decorso operatorio dopo un intervento.
L’unico servizio che raccoglie perplessità, e si capisce intuitivamente perché, è la riabilitazione a distanza.
Una terza evidenza emersa dalla ricerca è legata alle app per la gestione della propria salute: se, ad oggi, è pari al 5% la quota di Silver che ne ha fruito, il 78% le utilizzerebbe, soprattutto se a consigliarle fossero proprio il medico di base o il medico specialista.
Infine, se si considera anche che il 54% del campione intervistato si dichiara propenso a spendere per i servizi di medicina digitale e se si considerano i fondi significativi previsti dal PNRR per il loro sviluppo, non si può che concludere che il nostro futuro di accesso ai servizi sanitari sarà ben diverso da quello che abbiamo praticato per tutta la vita. Anzi, per molti il futuro è già una realtà dell’oggi.
Nota: come riportato dall’Osservatorio Silver Economy, i risultati riguardo alla propensione verso la medicina digitale sono il frutto di una ricerca realizzata con metodologia CAWI (computer assisted web interviewing), utilizzando un questionario strutturato e intervistando – nel periodo 27 ottobre – 2 novembre 2022 – un campione di 813 persone, rappresentative – per genere e per macroarea geografica – della popolazione italiana degli over55enni.
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