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Ricerche

Felicità e invecchiamento

Osservatorio Senior prosegue a riportare i risultati dell’indagine su come gli Americani percepiscono l’invecchiamento, indagine svolta nel 2021-2022 da National Geographic e da AARP (American Association for Retired People).

Dopo aver visto in due precedenti articoli cosa pensano i senior statunitensi della salute e dei soldi, qui di seguito riportiamo alcune delle conclusioni della survey riguardo alla ricerca della felicità.

La felicità va a braccetto col realismo.

Gli adulti più anziani nel sondaggio sono risultati la fascia di età più felice, ma questo non dovrebbe sorprendere. Il modello della curva a U che raffigura la felicità è noto: è alta quando siamo giovani, raggiunge un minimo verso la fine dei quarant’anni e poi inizia una costante risalita.

È curioso notare, tuttavia, che quando alle persone con più di 85 anni è stato chiesto di dire quale considerassero il miglior decennio della loro vita, hanno citato più frequentemente i loro 50 anni.

Nostalgia di un periodo di scarsa felicità?

Ma lo studio mostra anche che l’ottimismo è più basso per le persone tra i 60 e gli 80 anni. Un modo per interpretare questo risultato è che la mancanza di ottimismo equivale alla realizzazione. Insomma, quando si è avanti negli anni si è già realizzato tanto e si fa quel che piace con quel che ci è permesso di fare con le risorse rimaste. “Sono realizzato e felice, ma non per questo ottimista sul futuro” potrebbe essere in sintesi l’atteggiamento prevalente tra i senior.

Ben diversa la situazione tra gli intervistati tra i 40 ei 50 anni: hanno riportato punteggi di felicità inferiori ma punteggi di ottimismo più elevati.

Il potere degli obiettivi semplici e la qualità della vita.

Circa 2 su 3 degli adulti più anziani, di età pari o superiore a 80 anni, affermano di vivere la loro “vita migliore possibile” o quasi, rispetto a solo 1 giovane adulto su 5.

Più in dettaglio, la domanda posta era: “Come valuti la qualità della tua vita, in scala da 1 a 10?” Sorprendentemente, le risposte sono sempre più positive con l’avanzare dell’età.

Considerando chi ha risposto 8 o più, si parte dal 20% di rispondenti di età 18-39 anni, per salire linearmente in tutte le fasce di età successive, sino ad arrivare al 61% delle persone tra i 70 e i 79 anni e al 66% degli over 80.

Più avanza l’età, più si valuta positivamente la qualità della propria vita. Da cosa dipende questo risultato sorprendente? Forse è vero quel che sostengono alcuni psicologi (e che è invece contraddetto dall’opinione comune), e cioè che le persone notano e apprezzano il positivo più del negativo man mano che invecchiano.

L’ottimismo è uno stile di vita?

Dallo studio è emersa anche un’altra evidenza interessante sull’ottimismo: quelli con una visione ottimistica hanno il doppio delle probabilità di essere coinvolti in comportamenti sani rispetto a quelli con un atteggiamento pessimista.

Per citare Becca Levy, professore di epidemiologia alla Yale School di Salute pubblica: “La mia ricerca mostra che le convinzioni positive sull’invecchiamento possono agire da cuscinetto contro lo stress, possono rafforzare il senso di controllo sulla propria vita e la propria voglia di vivere e possono anche motivare buone abitudini”.

foto RODNAE Productions da Pexels

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Redazione

Redazione

3 Commenti

    • Buongiorno. Noi di Osservatorio Senior capiamo che sarebbe stato di maggior interesse conoscere le risposte della popolazione italiana. Ma al momento questi dati non li abbiamo. Per fare un’indagine servono tempo, competenza e finanziamenti. Dato che Osservatorio Senior vive del volontariato di chi scrive, di chi gestisce il sito e di chi porta avanti i progetti, sono benvenuti i contributi di chi vuole dare una mano per realizzare un’indagine del genere, o anche solo per segnalare altre indagini, questa volta “nostrane”, sull’argomento. A parte questo, non trascurerei quel che succede negli Stati Uniti, visto che ancora oggi molti dei trend di pensiero e di consumi provengono da lì.

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