Ricominciare dopo un evento cardiaco
Harry, scapolo e playboy impenitente, passa da una giovane donna all’altra. Finché il suo rincorrere è fermato per forza di cose da un brutto infarto, proprio mentre si trova per il weekend nella casa al mare della sua ultima conquista. È così che i ritmi, la vita frenetica e le abitudini sessuali di Harry sono costrette a subire una brusca frenata.
Jack Nickolson, interpreta così nella pellicola “Tutto può succedere” la realtà di dover affrontare le conseguenze fisiche, psicologiche ed emotive di un attacco di cuore, con un disincantato sguardo su tutto quell’aspetto sessuale che così tanto spesso viene tralasciato. Come se quella piega dell’esistenza fosse secondaria rispetto a tutto il resto. Eppure è l’energia della vita, la creazione, è dall’atto sessuale che nuove esistenze si originano.
Il film è una deliziosa descrizione di come, con paura ma al contempo desiderio, una persona possa ritrovarsi ad approcciarsi nuovamente alla sessualità dopo un evento cardiaco.
C’è paura che possa riaccadere, soprattutto se si pensa allo sforzo che il rapporto coitale comporta, c’è timore di non essere più quelli di prima, che qualcosa si sia rotto, di non essere più abbastanza attraenti se magari lo specchio rimanda una cicatrice lunga e dritta al centro del petto. Il dolore di una sternotomia, la fatica e il fiato corto magari, le nuove regole da seguire per una vita più sana e per facilitare il recupero.
Quante cose. A volte troppe. Tutte insieme.
Solitamente i pazienti sono preparatissimi su dosaggi di farmaci, orari di assunzione, quali sforzi fare e altri da evitare, ma poco spazio viene dato a quell’intimità che magari si vorrebbe recuperare. É un segno positivo di voler tornare alla vita.
Spesso capita però che la persona si chiuda, convinta che ciò che era non potrà più essere, rinuncia, facendo spallucce. Probabilmente ci si era già raccolti nella rinuncia da tempo, e l’evento cardiaco, indipendentemente dall’entità, rappresenta solo un ennesimo segnale che la sessualità è solo per i giovani e per corpi in salute.
È vero, può accadere che non potrà più essere come prima, ma ciò non significa che per forza non potrà più essere.
Per prima cosa è necessario trovare il coraggio di parlarne, con medici, cardiologi, sanitari formati per poter assistere la persona in questo recupero. Capire che ruolo giocava nel “prima” per così ricostruirlo in quel “poi”. Comprendere quanto e come può essere recuperato e, in caso, riadattare nuove modalità, nuovi tempi, nuove aspettative. Di sé stessi, dell’altro o dell’altra, della coppia stessa. Focalizzarsi su come ci si vede, sul proprio riflesso negli occhi degli altri.
Imparare che ancora di più forse ora è necessario mettere quell’intimità in una cornice, dedicarci tempo, avventurarsi con un nuovo passo. Con la consapevolezza che sono esperienze che hanno la forza di un uragano, scombussolano vite e il ritorno ad una nuova normalità richiede tempo, pazienza e dedizione.
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Foto di cottonbro studio da Pexels. Modelli in posa.
Federica Casnici, laureata in Psicologia, si è formata come Sessuologo Clinico presso A.I.S.P.A. – Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata, di cui è collaboratrice. Specializzanda in psicoterapia ipnotica svolge attività in libera professione di consulenza psicologica e sessuologica individuale e di coppia.