I benefici della musica

La buona musica è indubbiamente piacevole a sentirsi, ed ottiene effetti positivi addirittura strabilianti se utilizzata con animali, promuovendone la serenità e l’efficienza. Ma nell’essere umano, soprattutto in età avanzata, sono dimostrabili benefici di qualche tipo?

I benefici derivanti dalla partecipazione ad attività culturali

Oltre agli studi in ambito musicoterapico che dimostrano significativi effetti su pazienti affetti da demenza, ictus e malattia di Parkinson, negli ultimi anni si sono moltiplicate evidenze anche rispetto ai benefici ricavabili dalla partecipazione ad attività culturali incentrate sui contenuti artistici della musica.

Tali benefici vengono inoltre ingranditi se non ci si limita ad una partecipazione passiva ma ci si rendi soggetti musicali attivi: cantare, ballare, suonare con altre persone o studiare uno strumento musicale può incrementare l’autostima, la motivazione, l’energia psico-fisica e le relazioni interpersonali, offrendo ai senior indubbi benefìci a livello sia cognitivo sia fisico.

L’ascolto della musica

Anche il semplice ascolto della musica fa comunque bene, in quanto può aiutare gli over 65 a mantenere contatti con la propria identità, regalando emozioni appaganti e supporto psicologico e spirituale, mentre assistere regolarmente a concerti può ridurre ansia e solitudine, generando sensazioni di felicità, stupore e gratitudine.

Il progetto Art for Ages

Il progetto Art for Ages è partito da queste premesse concentrandosi sulle case per anziani, un contesto in cui la ricerca si è focalizzata soprattutto su interventi di musicoterapia.

La necessità di affrontare questo argomento appare evidente osservando l’incremento demografico della popolazione anziana e dell’aspettativa di vita in molti paesi.

E’ anche sottolineata dalla raccomandazione dell’OMS di sostituire la cura dell’anziano non mediante l’approccio basato sulle sue necessità ma sui suoi diritti, tenendo conto delle preferenze individuali, dell’indipendenza, dell’autonomia, della partecipazione nella collettività, della realizzazione personale, della sua dignità.

Il primo studio del progetto

In un primo studio del progetto sono stati coinvolti 20 partecipanti di età compresa tra 71 e 99 anni ospitati in sei residenze dell’area luganese e reclutati dal personale di ogni struttura in modo da offrire eterogeneità in termini di profilo socio-economico e di preferenze musicali.

Dall’analisi delle interviste è emerso che la musica ricopre un ruolo rilevante lungo tutta la vita dei residenti e che il coinvolgimento con essa può essere ancora molto importante, rappresentando un supporto per mantenere un senso di continuità con il proprio passato e la propria identità.

Musica, emozioni e benessere

La musica è considerata una risorsa preziosa anche per il suo forte impatto in termini di emozioni e benessere, in grado di provocare emozioni intense e per lo più positive come gioia, svago, energia, sostegno spirituale e appagamento estetico. In questo modo diventa una risorsa in grado di migliorare l’umore e offrire supporto nei momenti di tristezza.

Le interviste rivelano anche che il coinvolgimento con la musica è rilevante sia sul piano individuale sia su quello collettivo. Per alcuni residenti l’ascolto individuale o l’abitudine a cantare restano, in linea con le proprie abitudini nel passato, l’opzione preferita. Allo stesso tempo, per non poche persone le compromissioni a livello visivo e di motricità rendono difficile o impossibile utilizzare la radio e altri dispositivi.

Il secondo studio

Il secondo studio si è focalizzato su un programma di dieci settimane in cui i residenti di quattro strutture hanno avuto la possibilità di cantare e suonare insieme a nove studenti del Conservatorio della Svizzera italiana di età compresa tra 19 e 26 anni.

I partecipanti hanno avuto la possibilità di usare strumenti a percussione di uso intuitivo, maneggevoli e di sonorità contenuta in modo da non arrecare disturbo alle altre persone presenti in struttura, compresi oggetti di uso comune come cucchiai, grattugie e bidoni di plastica.

Un’esperienza significativa

Le interviste successive hanno evidenziato che suonare e cantare insieme agli studenti ha rappresentato un’esperienza significativa in grado di generare in maniera pressoché unanime emozioni positive. Le interazioni con gli studenti del Conservatorio hanno reso i residenti felici di vedere visi nuovi, generando empatia e rievocando momenti e sensazioni legate alla propria giovinezza o agli anni in cui i propri figli avevano l’età degli studenti.

Promuovere collaborazioni tra mondo sanitario e mondo musicale

La ricerca evidenzia la necessità di promuovere collaborazioni tra istituzioni socio-sanitarie ed artistiche.

Coinvolgere concretamente gli studenti di musica in progetti collaborativi con i senior potrebbe favorire il moltiplicarsi di buone pratiche basate sulla partecipazione culturale, a vantaggio di tutti gli attori coinvolti.

Promuovere il dialogo tra il mondo sanitario e quello musicale appare dunque estremamente importante ed irrinunciabile.

Bibliografia: Art for ages: the benefits of musical experience on the health and well-being in nursing homes – C. Pedrazzani, S. Cavalli, P. Di Giulio, H. Eiholzer, P. Paolantonio, D. Fancourt, and A. Williamon – Innovation in Aging, Volume 1, Issue suppl_1, July 2017, Pag 879

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Foto greenleaf123 su licenza iStock

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Laureato in Medicina all’Università di Torino nel 1973, è stato Medico Ospedaliero e Medico di Assistenza Primaria presso l’ASL di Fossano. E’ stato Consulente redazionale di importanti riviste mediche e, dal 2003, è Consulente scientifico del portale www.paginemediche.it, per quanto concerne l’aggiornamento riservato ai Medici.

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