Fabrizio De André – Principe libero

Serie tv in 2 episodi visibile in Netflix e Raiplay.

Regia di Luca Facchini. Cast: Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich.

Le canzoni di Fabrizio De André sono state le colonne sonore dell’adolescenza di noi senior. E bene hanno fatto a dare il Nobel per la letteratura a Bob Dylan. Quelle che sono spregiativamente chiamate “canzonette”, talvolta si distinguono per banalità nei temi e nelle parole. Ma non sempre.

Luca Marinelli nei panni di Fabrizio De André

Noi in Italia abbiamo avuto cantautori di talento, da Battisti a Guccini a De André. Se riascoltiamo alcune loro canzoni anche adesso, non appaiono datate, lontane ma hanno ancora qualcosa da dirci.

Il video ripercorre la storia del cantante. A tratti è una storia comune a tutti noi. La decisione di cosa fare da grandi, i desideri dei genitori di un lavoro sicuro. E la fatica di scegliere una strada diversa.

La vita di un cantante poi è complessa. Un conto è scrivere le canzoni e incidere in sala registrazioni. Ci vuole certo del talento. Ma un altro conto è fare un concerto. Per essere animali da palcoscenico bisogna essere esibizionisti e non timidi. Bisogna saper improvvisare. Bisogna capire l’umore del pubblico. Bello nel video un pezzo in cui De André non riesce proprio a mettersi in sintonia con un pubblico urlante e che lo contesta. Sentiamo e condividiamo la sua sofferenza.

Ricordo di aver trovato online, in passato, uno spezzone di un concerto di Fabrizio fatto in modo illegale da uno spettatore e con i mezzi di allora. Semplicemente inguardabile. Per cui bene ha fatto il regista a ricostruire la storia da capo usando un attore e degli strumenti cinematografici moderni.

Fabrizio ha percorso delle tappe di vita in cui ci riconosciamo. Altre, invece, proprie di un artista. La sorpresa dei primi guadagni, un matrimonio giovanile con un figlio. Ma poi gli spostamenti in un’altra città, nuovi incontri, un altro amore con la difficoltà di tenere insieme due famiglie.

Infine il suo bisogno di fuga dalla città e di ricostruirsi una vita in campagna, in Sardegna. E qui la catastrofe del rapimento e del riscatto. Non so se questa seconda vita sia stata produttiva sul piano artistico. Ma di certo svariati mesi nelle mani dei rapitori devono aver lasciato un segno indelebile.

Le tre ore delle due puntate sono punteggiate di canzoni tra le quali è difficile scegliere. Impossibile non avere un moto di commozione per un breve video TV in bianco e nero dove Mina interpreta “La canzone di Marinella”. A parte la bellezza dell’interpretazione, a parte la bellezza della canzone, come non pensare a questa cantante ancora in vita ma invisibile, nel momento in cui la si vede nel fulgore della sua carriera.

E come non pensare a “La guerra di Piero” nel momento in cui le guerre ci circondano e le parole di De André, in questa ballata, sono così attuali e universali?

Le canzoni si associano ad eventi ed amori della nostra giovinezza. In questo sta la loro importanza, spesso indipendentemente dal loro valore artistico. Ma non possiamo negare a Fabrizio De André il titolo di artista perché ha scritto poesie che mantengono la loro profondità nel tempo.

I senior sono certamente molto coinvolti in questo video. Ma i giovani? In un mondo dove prevale il look bizzarro e trasgressivo, ci chiediamo se ci sia ancora spazio per la poesia. Non seguendo la musica leggera, non saprei dire se anche oggi esistano cantanti/poeti da scoprire sotto il look così insolito da attrarre l’attenzione dei media ma da distrarre dalla qualità delle canzoni. Anche l’amplificazione non ci permette di scoprire le doti vocali.

Nel video, davvero pregevole, gli attori sono tutti attendibili e la sceneggiatura non è priva di ironia, cosa rara in un prodotto italiano.

Insomma, un tuffo nel passato che può produrre gioia ma anche rimpianti.

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Foto: Screenshot dal trailer del film Fabrizio De André – Principe libero di Luca Facchini (2018), raffigurante il protagonista Luca Marinelli nei panni di Fabrizio De André.

 

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Wally Festini Harris è nata e vive a Milano. Già psicoterapeuta e professore universitario, ora si dedica alla scrittura. E' autrice, tra gli altri, dei saggi, "Ricomincio da 50" (2009) e "Ricomincio da 60" (2015).

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