Sento sempre meno, dove va a finire la vita sociale?
La storia di Carlotta
Mi chiamo Carla, per gli amici da sempre sono Carlotta.
Ho 74 anni, tutto sommato portati ancora bene se non fosse per un problema che sta peggiorando e che mi rende molto insicura.
Il problema è il mio udito, che non funziona più così bene come una volta.
Ho cominciato ad accorgermi di sentire meno ormai da un anno. Il primo indizio è stato il volume di cui avevo bisogno per seguire la televisione: all’inizio un paio di tacche più del solito, poi tre, adesso sono sette in più di un anno fa. Se non tengo il volume così alto, non riesco più a seguire bene quello che dicono.
All’inizio non ci ho dato un grande peso, che sarà mai il volume tv un po’ più alto? Poi però mi sono resa conto che il problema c’era davvero, quando in più di un’occasione ho dovuto chiedere a chi mi stava parlando di ripetere quel che stava dicendo perché avevo perso qualcosa. Compensavo con l’intuito e con la sintonia con l’interlocutore, ma restava il fatto che non sentivo bene tutto quel che mi dicevano. La sensazione che provavo era simile a quando parli con uno straniero in inglese e non afferri tutto quello che ti dice.
Mi sono decisa a prendere sul serio la situazione dopo un pranzo con amiche. Eravamo in un locale abbastanza affollato, parlavamo tutte insieme e mi sono improvvisamente resa conto che ero tagliata fuori dalla conversazione perché non riuscivo più a seguire, nella testa dominava un brusìo indistinto.
Sono andata da un otorino, che ha certificato un calo dell’udito lieve da una parte e abbastanza serio dall’altra e mi ha consigliato l’”apparecchio”. Brutta parola l’apparecchio!
Ne avevo parlato più volte in famiglia e con le amiche, sempre in termini negativi: “brutto esteticamente”, “fastidioso”, “poi non è che con l’apparecchio senti davvero bene!”, “costa un sacco!” In più, conosco alcune persone decisamente più anziane di me che l’usano ma non sono mai riuscita a trovare qualcuno che ne è davvero soddisfatto.
Adesso sto girando per negozi specializzati in questi apparecchi e sto cercando di farmi una cultura in proposito.
La decisione è se adottare questo strumento con tutti i suoi limiti o se accettare di avere una vita sociale limitata e in peggioramento.
Per una come me, che è sempre stata socievole e di compagnia, pensare di starmene sempre più sola, oppure in compagnia di altri ma senza capirli, sarebbe una tortura.
Quindi temo che la scelta sia obbligata.
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Foto di Port Sundries da Pixabay
Carlotta buongiorno
ho letto la tua storia e mi sento di raccontarti la mia esperienza, credo possa aiutarti. Ho 68 anni e verso i 40 anni ho iniziato a soffrire di Malattia di Menière: attacchi improvvisi di vertigini seguiti da perdita dell’udito. Ad oggi ho cambiato almeno 3 apparecchi, approdando a questi che indosso attualmente da circa 5 anni, i migliori tecnologicamente parlando. Gli apparecchi acustici mi hanno salvato la vita, senza non sento quasi nulla. So cosa significa non capire, isolarsi perché non si sente, sorridere perché non si capisce, chiedere un tono di voce più alto quando si parla con qualcuno ecc. ecc.
E’ davvero una scelta obbligata, non solo nel tuo caso, ma in ogni caso di sordità, se possibile. Ed è vero che non sono perfetti, è vero che a volte si sentono fischi e rumori e sembra diano più fastidio che altro, ma non è vero. E’ solo che ci si sta abituando ad una cosa nuova e il nostro cervello ha bisogno di tempo per poter isolare i suoni necessari da quelli fastidiosi. Io sono volontaria in una casa di riposo, dove le persone più anziane di me fanno fatica a mettere gli apparecchi acustici, proprio perché sentono suoni e rumori. Più non li metti, e meno li metterai. Perciò davvero, vai serena e goditi tutto quanto, televisione compresa. I nuovi apparecchi acustici sono direttamente collegati al televisore, così non dovrai alzare il volume o mettere cuffie; il suono ti arriva direttamente nelle orecchie attraverso i tuoi apparecchi, devi solo regolare il volume degli stessi. Spero di esserti stata utile. Buona vita!