Scrivere di sé

C’è un momento nella vita in cui si sente l’esigenza di scrivere la propria storia e spesso questo momento coincide con l’età dei bilanci, ma anche della voglia di misurarsi con nuove esperienze.

Perché scriviamo? Per esprimere le nostre emozioni, per fugare paure, per condividere; la psicologia ci insegna che scrivere è anche terapeutico.

Giovanna ha iniziato a prendere appunti dopo ogni seduta di psicoterapia. Pensieri, riflessioni, sogni hanno pian piano preso forma, fino a diventare un libro: la storia di un percorso, e la testimonianza di come si può uscire da un disagio. Oggi quel libro è per lei il simbolo della conquista di una vita nuova, anche a sessant’anni.

Marta è giunta in psicoterapia con una richiesta drammatica: elaborare il lutto del suo unico figlio, morto improvvisamente a 36 anni. L’età, la difficoltà a comunicare con il marito chiuso nel proprio dolore, la distanza geografica dalla nuora e dalla nipotina contribuivano a imprigionare Marta in un limbo di dolore e solitudine senza via di uscita. Un giorno mi espresse il rammarico per il fatto che la sua nipotina, rimasta orfana ad appena quattro anni, non avrebbe mai saputo nulla del padre e anche la mamma le avrebbe raccontato ben poco, avendolo incontrato poco prima della sua nascita. Le proposi di scrivere. Avrebbe potuto raccontare la storia di suo figlio, lei che lo aveva conosciuto meglio di chiunque altro, e il suo scritto sarebbe stato un dono da lasciare alla nipote: la biografia del suo papà. Marta accolse con riluttanza la mia proposta, ma poi il progetto prese forma e, pagina dopo pagina, avvenne un piccolo miracolo: far rivivere attraverso la scrittura il figlio perduto dette significato a una vita che sembrava ormai priva di speranza.

Le esperienze di scrittura introspettiva sono numerose e l’avvento di internet ne ha favorito l’evolversi grazie ai blog. Maria Cristina, una frequentatrice de I ragazzi di sessant’anni, nel suo blog Le parole per dirlo, parla di letteratura, delle sue passioni e anche della malattia: “finalmente sono riuscita a venir fuori dal silenzio e a parlare del mio cancro, un’avventura iniziata nell’autunno del 2011.”

Molte persone come Maria Cristina trovano conforto nella scrittura e condividono la propria sofferenza con altri nelle medesime condizioni. Sonia Scarpante, autrice di diversi libri autobiografici, ha fatto della sua malattia oncologica un punto di partenza per dar vita a numerose attività di supporto e di cura per mezzo della scrittura terapeutica.

Numerose sono le esperienze di approfondimento e di sensibilizzazione della scrittura introspettiva, attraverso corsi e scuole specifici.

In Italia, Duccio Demetrio ha fondato la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, una fucina di idee e iniziative, punto di riferimento autorevole sull’argomento.

Specificatamente dedicati ai Senior sono i Laboratori di Narrazione tenuti da Stefania Freddo presso l’Associazione Nestore.

Scrivere, dunque, può rappresentare una risorsa di cui i Senior possono far tesoro per valorizzare e approfondire la conoscenza di sé e anche affinare la capacità di ascolto e condivisione con gli altri.

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Psicologa psicoterapeuta, cura il blog www.patriziabelleri.it Per Osservatorio Senior propone le recensioni di libri che ha letto e che le sono piaciuti.

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2 Commenti

  1. Maria Cristina Rinaldi 24 Settembre 2014 at 13:01 - Reply

    E’ anche molto interessante l’iniziativa – che ha già 15 anni di vita – del Circolo di scrittura autobiografica a distanza (della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) a cui sto partecipando, inviando per posta i miei ricordi d’infanzia, rigorosamente scritti a mano, su un tema che ricevo di volta in volta. E’ un percorso lungo, che non tutti completano.
    Scrivendo mi sono resa conto che la mia infanzia sembrava completamente avvolta nel buio, ma pian piano i frammenti dei ricordi emergono lentamente e fanno nuova luce su tanti aspetti di me, allora come oggi…

  2. franca desiderato 24 Settembre 2014 at 18:03 - Reply

    Molti anni fa consegnai nelle mani delle assistenti del prof. Duccio Demetrio, venute a Bari per un seminario presso il teatro Kismet, la mia autobiografia educativa.Era un vero e proprio libercolo scritto al computer e passato in copisteria.Si fermava ai miei quarantacinque anni o giù di lì.
    Fu una fatica meravigliosa che mi giovò consapevolezza, ma anche voglia di cambiare.Del libricino autobiografico non ho mai più saputo niente,era indirizzato all’Università di Milano dove allora il prof. Demetrio insegnava. Mi ero nascosta dietro il nome più diffuso al Sud tra le donne della mia generazione :Angela e lì c’era tutta il mio percorso di vita dall’infanzia . Adesso ho sessantanni anzi sessantuno tra poco e non so se lo riscriverei più,sicuramente sarebbe diverso, allora mi servì a capire cosa mi rendeva quella che ero e grazie a chi e quali esperienze lo ero divenuta. Scrivere è stato sempre la mia pace e il mio rifugio ma anche il modo in cui ho potuto essere, senza tema di smentite, una “resiliente” .Grazie per questa bella opportunità.Scrivere di sè, del mondo, degli altri ma sempre e comunque scrivere.

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