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Il punto

Sotto i riflettori

Da cosa nasce l’interesse crescente per i Senior ?  Delle due principali rivoluzioni dei nostri tempi, quella tecnologica e quella demografica, la seconda fino a poco tempo fa ha ricevuto ben poco interesse dai media e nel dibattito pubblico. Solo di recente ci si è resi conto che l’allungamento della vita e l’invecchiamento della società stanno profondamente sconvolgendo l’intero nostro modo di vivere.

Noi Senior siamo stati messi improvvisamente sotto i riflettori: ricerche, libri, articoli di stampa, servizi televisivi, associazioni dedicate, testate on line specializzate. Tutti attenti a capire che cosa sta producendo questa rivoluzione silenziosa.

Quel che più conta: si sta via via diffondendo tra i diretti interessati una nuova consapevolezza non solo sull’impatto enorme che l’allungamento della vita sta avendo sull’economia e sulla società, ma anche e soprattutto sul fatto che le nostre vite devono essere ripensate, reinventate, perché il classico modello che tripartiva la vita tra giovani, adulti e anziani, oggi non spiega più una realtà in cui a 55-60 anni stai effettivamente iniziando un percorso di vita nuovo, ma sei ancora lontano dall’essere (e sentirti) anziano e lontanissimo dalla condizione di un “grande anziano” 90enne.

Almeno tre ragioni spiegano perché è in crescita l’interesse per la nuova realtà dei Senior: siamo un grande mercato, siamo una nuova categoria di lavoratori, siamo determinanti per il welfare.

Da quale punto di vista siamo un grande mercato non è difficile da capire: in Italia, più di 14 milioni di persone hanno tra i 55 e i 74 anni (più di 20 milioni considerando anche gli over74) e la popolazione di questa età  supererà i 18 milioni nel 2030. E’ una platea più numerosa di quella dei giovani. Come se non bastasse, è dotata di un portafoglio spesso meglio rifornito di quello dei figli e dei nipoti. E’ evidente che queste sono ragioni sufficienti per attirare l’attenzione e le “cure” di qualunque azienda di largo consumo e per scatenare i migliori ingegni di marketing.

Oltre ad essere un grande mercato, siamo anche una nuova specie di lavoratori. Per carità, è sempre successo di trovare qualche artigiano, o contadino, o imprenditore, o libero professionista, dedito al lavoro quando quasi tutti i suoi coetanei si godevano la pensione, ma erano per l’appunto una piccola minoranza. Quel che accade oggi è che anche per la grande platea dei lavoratori dipendenti sarebbe previsto di lavorare quasi fino ai 67 anni. Cosa effettivamente succederà sarà figlio del “cantiere pensioni” che in Italia non chiude mai i battenti, ma intanto un ripensamento su come organizzare il lavoro dentro le organizzazioni sempre più colorate di “grigio” è inevitabile.

Last but not least, il welfare. Si fronteggiano, a questo proposito, due scuole di pensiero: chi vede l’allungamento della vita soprattutto come un costo sanitario e assistenziale, un costo difficilmente sopportabile dalle casse pubbliche. Chi invece mette l’accento sulle potenzialità dei senior come sostegno al welfare e come risorsa utile per la società. Se si pensa ai nuovi senior attivi cinquantenni, sessantenni e settantenni a cui si rivolge Osservatorio Senior, non si può non vedere il contributo che le persone di questa fascia di età possono ancora dare, più che ricevere: basterebbe pensare al ruolo svolto nell’aiuto familiare per la cura dei nipoti o dei genitori davvero anziani, o all’impegno crescente nel volontariato. Ma anche senza scegliere la prima o la seconda scuola di pensiero (costo o risorsa), comunque è evidente che quando si parla oggi di welfare è inevitabile prendere in considerazione la nostra fascia di età.

Un grande mercato, un nuovo esercito di lavoratori dai capelli grigi, un popolo di cittadini condizionanti il welfare: ecco spiegato l’interesse crescente nei confronti dei Senior.

 

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