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Senior nel mondo

Il signore e la signora Wang : due cinesi tra scacchi e ballo

Il signor Wang lavorava come ingegnere presso un’azienda statale in una città nella provincia dello Sichuan. Aveva 55 anni quando aveva deciso di andare in pensione, ormai quasi quindici anni fa. Era un impiegato statale e aveva avuto accesso ad un sistema pensionistico speciale che gli permetteva l’uscita prima degli altri lavoratori del sistema privato. Si era ritirato con lo scopo di potersi dedicare al suo giardino, coltivare il suo interesse per la musica e stare con sua moglie, suo figlio e gli amici. Dopo essere andato in pensione, aveva fatto qualche lavoro saltuario come consulente in progetti industriali, seguendo il boom degli investimenti esteri in Cina dei primissimi anni 2000.

Il signor Wang veniva da una famiglia di contadini che all’epoca aveva vissuto i grandi cambiamenti del paese. La sua vita da studente non era semplice e andare via dalla campagna aveva rappresentato per lui un’opportunità importante di miglioramento. Il lavoro dell’ingegnere industriale, seppur gratificante, non era stato il suo interesse principale. Quando era giovane, gli era stato in qualche modo imposto di studiare ingegneria in base alla pianificazione economica dell’epoca e aveva dovuto iscriversi a questa facoltà per poter continuare a studiare. Tra le persone della sua generazione questo era un destino comune, ma adesso, come per moltissimi cinesi, andare in pensione era un importante traguardo per fare altro o per tornare a fare quello che veramente si desiderava. Per un po’ di tempo pensò di trasferirsi nella località dove era cresciuto, idea che abbandonò quasi subito perché le condizioni di vita del posto non gli sembravano migliorate da allora. Preferiva rimanere in una città più grande dove avrebbe avuto possibilità di avere accesso ad un maggior numero di servizi, ad esempio partecipare ai corsi nelle università per la terza età o attività organizzate dal governo come la pesca, il giardinaggio, oppure partecipare a tornei di giochi di società come il mahjong (gioco a carte per quattro persone). La situazione della campagna cinese non era molto stimolante per una persona in pensione.

Secondo le ultime statistiche del Ministero della Sicurezza Sociale, l’età media per andare in pensione in Cina ad oggi è di 55 anni, cosa che posizione la Cina tra i paesi in cui le persone si pensionano più giovani. Dal punto di vista legale, l’età per andare in pensione è 60 anni per gli uomini e 55 anni per le donne. Nel caso specifico delle donne che lavorano come operaie, la pensione potrebbe incominciare dai 50 anni. Come sta accadendo in altri paesi del mondo, esiste un piano per rivedere il sistema pensionistico, cosa che sta creando non poche discussioni. L’età per andare in pensione dovrà essere aumentata, spostandola gradualmente nei prossimi anni, fino ad arrivare ad una situazione definita dallo Stato “ragionevole”. Seguendo uno stile caratteristico di questa nazione di “armonia e pianificazione centralizzata”, il piano specifico sarà comunicato solo nel 2017 e c’è molta apprensione tra i lavoratori.

La Cina sta scoprendo fenomeni caratteristici dei paesi occidentali anche per quanto riguarda la gestione dei senior. Da una parte, con servizi sanitari e condizioni generali migliori, si manifesta un innalzamento della vita media che è oggi di 72 anni per gli uomini e di 77 per le donne, mentre negli anni ‘80 era rispettivamente di 66 e 69 anni. Dall’altra parte, esiste una mancanza sistemica di nascite, determinata dalla “politica del figlio unico “, che ha portato oggi ad avere nuclei famigliari dove per ogni coppia di giovani sposi ci possono essere quattro genitori potenzialmente in pensione. Infatti, le statistiche ufficiali indicano che ad oggi per ogni persona in pensione, esistono 3 persone che lavorano, mentre nel 2050 la previsione è che il rapporto sarà di 1,3 persona al lavoro per ogni pensionato. E’ anche possibile che la pressione sulle finanze e il sistema pensionistico in generale possano essere alla base della recente decisione del governo cinese di cancellare la politica del figlio unico, in situazioni particolari.

Il sistema pensionistico nelle zone urbane, come viene definito per differenziarlo da quello legato al mondo rurale, fu originariamente istituito negli anni ‘50. La sua imminente revisione è una di quelle notizie che sta creando molte discussioni nel paese. Ci sono dibattiti in corso che posizionano l’età per andare in pensione ai 65 anni, unificando tra l’altro l’età per uomini e donne. Tutte decisioni che devono ancora essere definite.

Ad oggi il sistema prevede una partecipazione basata sui contributi del datore di lavoro e del lavoratore, secondo il reddito percepito da quest’ultimo. Esiste anche la possibilità di costruire una pensione qualora si lavori in proprio, pagando i contributi in maniera individuale. Essendo un paese-continente, ogni provincia ha un sistema indipendente, cosa che obbligava fino a poco tempo fa ad una “totalizzazione interna” dei diversi contributi versati presso le diverse casse provinciali. Ci sono state alcune riforme su questo tema negli ultimi anni con lo scopo di semplificare tale totalizzazione.

Il sistema pensionistico cinese attualmente richiede un minimo di 15 anni di contributi per poter accedere alla pensione, che si percepirà quando si arriva all’età anagrafica stabilita dalla legge. Qualora ci siano meno anni di contributi, le persone possono continuare a pagare le quote annuali in maniera indipendente fino a raggiungere la contribuzione minima. In Cina non esiste ancora la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro ed incominciare a percepire la pensione prima dell’età obbligatoria. Invece è obbligatorio lasciare il mondo del lavoro, una volta raggiunta l’età necessaria: nel caso che le persone continuino a lavorare, lo faranno con un nuovo contratto di lavoro, normalmente con condizioni diverse e senza più pagare i contributi per la sicurezza sociale.

RSCN1409Il panorama pensionistico cinese si complica però quando si parla della situazione nelle aree rurali. Secondo le indicazioni di INDEX Mundi, ad oggi nelle campagne cinesi vive il 49% della popolazione. Inoltre in Cina circa il 70% della popolazione che ha più di 65 anni vive in campagna. A differenza del sistema pensionistico utilizzato nelle grandi città, dove il datore di lavoro e gli impiegati vi contribuiscono mensilmente, il sistema pensionistico rurale è stato concepito solo all’inizio degli anni ‘90 e ha un approccio di contribuzione volontaria. Non ha trovato una grande adesione da parte della popolazione e ha creato nel tempo differenze sostanziali da regione a regione. Il risultato è che esiste oggi una buona percentuale di persone over 55 senza una copertura pensionistica formale. Questa situazione, aggiunta al fatto che la migrazione di giovani dalla campagna alla città continua ad avere dimensioni significative, fa sì che la povertà tra i senior nelle zone rurali cinesi sia un importante tema di preoccupazione per la politica nazionale. Il sistema pensionistico rurale fu rivisto nel 2009, introducendo nuove contribuzioni da parte dello Stato in maniera da stabilizzare la situazione, salvaguardando la volontarietà del sistema. Il traguardo finale per il governo cinese è quello di poter unificare nel tempo i sistemi rurale e urbano: un’impresa già incominciata che però non sarà semplice.

Mr Wang si ritiene fortunato e considera che la sua pensione sia sufficiente per permettere a lui e sua moglie di vivere in modo tranquillo, senza particolari lussi. Sua moglie ha lavorato in casa come casalinga e non ha una pensione. Hanno un figlio che lavora a Shanghai. E’ sposato e padre di un bimbo. I signori Wang lo visitano diversi mesi all’anno per aiutare lui e la loro nuora nella gestione del piccolo. Quando sono di ritorno nello Sichuan, i Wang praticano insieme Tai Chi nel parco vicino a casa, dove una DSC_2692ex professoressa di questa materia, anche lei in pensione, organizza in modo volontario tutte le mattine una routine secondo la tradizione di questa arte marziale dolce. Nei pomeriggi, il signor Wang gioca Xiangqi (una specie di gioco a scacchi) insieme ai suoi amici. La signora Wang invece si raduna in una piazza con altre donne e qualche uomo volonteroso, per partecipare al Ballo delle Piazze, un’usanza che vede principalmente donne tra i 50 e 65 anni ballare tra di loro. Il signor Wang non ha mai imparato a ballare però ogni volta che tornano nello Sichuan promette che dovrà farlo. Sua moglie non demorde e lo aspetta ogni volta con nuovi balli.

1 Commento

  • Ho apprezzato il suo articolo per il garbo con cui ha saputo abbozzare il ritratto di una situazione comune a molti senior cinesi, entrando nel generale e uscendo dal particolare e viceversa, senza annoiare il lettore.
    A rileggerla,
    Ettore Bertolini

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