Il volontariato senior “salva” il sapere di tutti
Essere Senior significa (anche) aver fatto molte esperienze di vita, aver imparato diverse cose e, soprattutto, essere stati testimoni, se non protagonisti, di epoche sociali, politiche, tecnologiche che oggi sono in certi casi radicalmente mutate.
E non è nemmeno una questione di sentirsi rottamabili: questo scrigno esperienziale diventa in molti ambiti una vera e propria marcia in più, soprattutto in contesti come quelli del Volontariato dove, sempre più spesso, gli operatori senior devono imparare a condividere spazio, prospettive, attività con le nuove generazioni (per la cronaca, ora, si chiamano i millennials).
Bene, esistono però dei volontari che, non solo sono capaci d’interagire con i giovani d’oggi (vedremo più avanti che la voglia c’è, in tutte le regioni italiane), ma hanno fatto del loro Sapere una passione da tramandare fisicamente, fattivamente ai posteri, e per fisicamente intendo, appunto, sporcandosi le mani, aggiustando, levigando, insomma, scendendo in campo.
E’ per esempio il caso dei volontari dell’Associazione per il Restauro degli Antichi Strumenti Scientifici ARASS – Brera di Milano, unica e lasciatemi dire particolarissima, realtà non profit italiana che recupera, restaura e valorizza il Patrimonio Storico-Scientifico di proprietà Pubblica.
In pratica i soci sono in prevalenza pensionati che hanno in comune la passione per la storia della fisica, meccanica e tecnologia, essendo stati meccanici, orologiai, strumentisti, modellisti didattici, tornitori-attrezzisti e ottici… insomma un piccolo ma agguerrito “esercito dei saperi” composto da quelli che i millenials di cui sopra chiamerebbero geek (neologismo 2.0 che indica l’appassionato della tecnologia. Segnatevelo!).
E il collegamento diretto con quella generazione che “parla strano” salta subito all’occhio: grazie ai lavori di restauro svolti da questi pochi ma determinati volontari, ogni anno, si avvicinano al patrimonio storico-scientifico dell’Associazione di Brera e quindi alla cultura scientifica, circa 10.000 persone, in maggioranza studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Ma il problema in questa epoca dove tutto è mordi e fuggi, mono uso, dove anche il più dedicato impegno civile può finire nell’indifferenza di un brusio di sottofondo, sembra essere non tanto quello di mettere a disposizione le proprie Conoscenze, ma anche di trovare poi chi le prenda in mano per darle un futuro: “per noi è fondamentale il passaggio generazionale dei Saperi – affermano i volontari ARASS – poiché in assenza di quest’ultimo tutte le nostre conoscenze si perdono definitivamente, con grande danno per la buona conservazione del nostro Patrimonio Culturale Storico- Scientifico”.
Una difficoltà che questi volontari imputano ai “tempi stretti” delle nostre giornate più che all’età anagrafica in sé: “Secondo noi – continuano – basandoci sulla esperienza di 20 anni di attività, non esiste nessuna difficoltà a parlare con nuove generazioni, ma anche ai giovani volontari, per quanto riguarda la necessità di studiare, per preservare e continuare il circolo dei Saperi tecnici, poiché l’interesse è sempre molto elevato. Manca, purtroppo, il tempo da spendere in tale impegno da parte dei recettori giovani, per mancanza di adeguate risorse economiche. Mentre i nuovi soci son sempre generalmente molto interessati”.
E se per l’Associazione milanese (con sede anche a Brescia e Padova) non sembrano presentarsi particolari problemi intergenerazionali, è innegabile che le difficoltà “relazionali” tra le generazioni di volontari sono da anni al centro della riflessione del Terzo Settore.
A confermarcelo è, infatti, anche un interessante Quaderno rilasciato da CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) nel 2013 riguardante “l’invecchiamento attivo” e che, pur partendo da una visuale regionale, ha raccolto e dato voce a diversi volontari senior: “Noi siamo cresciuti – riporta una testimonianza della ricerca – relazionandoci con gli altri attraverso lo sguardo, il viso, la relazione diretta; i nostri figli e nipoti hanno un altro modo di relazionarsi, che è quello attraverso il sistema informatico e web […], ma ragione in più per stare attenti e cercare, per esempio, condizioni, risorse, possibilità per un confronto tra questi due mondi. Io penso che trovare il filo conduttore intergenerazionale sia importante per l’invecchiamento attivo, perché l’uno dà all’altro, non ci si ferma mai, non si finisce mai di imparare”.
Insomma, non bisogna darsi per vinti in questa sfida. Uno slancio che ci confermano anche i volontari di ARASS e che ci confessano fare bene, indipendentemente dal dialogo con le nuove generazioni e dal livello di preparazione personale: “Noi consigliamo senz’altro ad un pensionato neofita, che abbia ancora voglia di mettersi in gioco, di dedicare il proprio tempo libero ad una attività come la nostra per due motivi principali: per imparare tanti lavori eseguiti con le proprie mani, conoscere una notevole quantità di tecniche operative e per stimolare la curiosità ampliando la propria cultura storico-scientifica”.
Allora, cari senior geek (ora sapete cosa significa!) non avete più scuse, il volontariato ha bisogno di voi, le nuove generazioni anche, la salvaguardia dei Saperi altrettanto, perché il futuro si basa sì anche sul passato, ma soprattutto sul presente, e nel presente ci abitiamo tutti, è di tutti, ci siamo tutti, e tocca a noi tutti darci da fare… giovani e differentemente giovani.
Francesco Bizzini, responsabile ufficio stampa CSV Milano – Centro di Servizio per il Volontariato Città Metropolitana di Milano.