La storia di: Valeria
Dieci anni fa, quando mio marito mi diceva per scherzo: “Se noi due ci lasciassimo tu troveresti subito un altro”, io gli rispondevo – seria, non per scherzo: “Non potrei mai avere un altro dopo di te”. Lo pensavo davvero, non lo dicevo tanto per dire. Avevo trascorso la maggior parte della mia vita con lui. Insieme abbiamo fatto le più importanti esperienze, due figli, abbiamo messo su casa due volte, abbiamo viaggiato, condiviso le scoperte, l’intimità e la solidarietà. Cosa avrebbe potuto essere un altro al suo confronto ?
Poi lui si è ammalato e in meno di due anni se ne è andato. E’ stato sicuramente il periodo più difficile e doloroso della mia vita. Durante la malattia, e dopo ancora di più. Ho sofferto insieme a lui e poi, quando sono rimasta sola, mi ha avvolta un buio totale da cui non avevo nessuna voglia di uscire. Avevo poco più di 50 anni e non riuscivo a vedere nessun orizzonte davanti a me, solo buio. E’ andata avanti così per almeno cinque anni. Uscivo solo per andare a lavorare, non riuscivo ad interessarmi a un libro, a un film, alla vita di tutti i giorni. I miei figli studiavano già in altre città e quindi li vedevo pochissimo, non riuscivo ad aprirmi neanche con loro. Poco alla volta, anche gli amici più cari e persino i parenti si sono stancati di propormi la loro compagnia e io mi sentivo una naufraga senza speranza.
Poi forse è vero che il tempo aiuta a guarire tutte le ferite, una mattina mi sono guardata allo specchio, la faccia sfatta, e mi sono detta che nemmeno lui mi avrebbe voluto così, senza motivo di esistere, senza scopo, senza un minimo di amor proprio. E’ stata una collega di lavoro, mia coetanea e molto sensibile, che si è accorta che stavo cercando di riaffacciarmi al mondo e abbiamo cominciato a parlare, a raccontarci delle nostre vite. Una cosa banale, ma per me una specie di rinascita. E’ stata lei che mi ha invitato a pranzo a casa sua una domenica dove ho conosciuto la sua simpatica famiglia. E poi mi ha fatto conoscere altre persone e provocato sul fatto che alla mia età potevo ancora ricostruirmi una vita, un nuovo rapporto.
L’universo maschile per me era ormai inesistente, continuavo a ricordarmi di quel che dicevo a mio marito: “Non potrei mai avere un altro dopo di te”.
E invece poi è successo. Avevo 59 anni e un collega che ho conosciuto ad una riunione ha cominciato a mostrare interesse verso di me, molto cautamente devo dire, con gentilezza e senza strafare ha iniziato ad invitarmi a prendere un caffè, un aperitivo…
Siamo usciti insieme e abbiamo chiacchierato tanto, tanto come non mi succedeva da anni. Mi ci trovavo bene. Anche lui aveva avuto le sue disavventure ma le aveva superate, era attento e comprensivo. Mi piaceva e abbiamo cominciato a frequentarci. Dire che il nostro rapporto è cresciuto con lentezza e gradualità è dire poco. Piamo piano ci siamo conosciuti ed è nato qualcosa tra noi. Niente passioni e fremiti, ma desiderio di stare insieme sì.
Possiamo trascorrere insieme delle serate, delle domeniche, persino brevi viaggi, a nessuno dei due però viene in mente di convivere, questo è fuori discussione.
Così sono un po’ rinata (si può rinascere solo un po’?) Il ricordo di mio marito è sempre vivo e mai mi abbandonerà, però questo nuovo rapporto per me è importante e ci tengo.