Curcuma: elisir di lunga vita in polvere ?
Sono necessari ulteriori studi scientifici per potere sostenere le molteplici proprietà benefiche attribuite a questa spezia.
FAKE NEWS SULL’ ALIMENTAZIONE: di che si tratta ?
Navigando nel web è facile imbattersi in informazioni che esaltano le proprietà curative degli alimenti. Tra i più citati, perché di moda, vi è sicuramente la curcuma, descritta spesso come un “elisir di lunga vita”.
Andando avanti con l’età, la ricerca del cibo migliore e di un’alimentazione più salutare, acquistano una maggior rilevanza, per il mantenimento di un buono stato di salute. In questo rincorrere quello che sembra essere l’optimum per il benessere, non è strano trovarsi di fronte ad alimenti che si presentano in modo allettante, perché appartengono alla categoria di prodotti naturali che vantano, tra le altre, proprietà benefiche e anti-aging.
Ma siamo sicuri che sia proprio sempre così?
Parliamo della polvere di curcuma, ottenuta dalla macinazione della radice della pianta Curcuma Longa L. e utilizzata fin dall’antichità, sia in cucina sia nella medicina ayurvedica e tradizionale cinese.
La curcuma, conosciuta come polvere dorata o zafferano indiano, è una spezia che ha viaggiato in tutto il mondo, fino ad arrivare sulle nostre tavole, con molteplici promesse salutistiche, tra cui quella antinfiammatoria, depurativa e antiossidante. Attualmente, ha trovato ampio spazio proprio nell’ambito delle patologie a base infiammatoria come il diabete e l’obesità, ma è aumentato l’utilizzo anche per problematiche di tipo dermatologico, cardiovascolare e neurologico.
Tutti questi effetti sono riconducibili ad alcune molecole, chiamate “curcuminoidi”, delle quali la curcumina rappresenta il principio attivo più importante.
In ambito neurologico, i dati sembrerebbero promettenti. Studi epidemiologici in popolazioni di anziani asiatici hanno mostrato che coloro che consumavano regolarmente curry, una miscela di spezie contenente, tra le altre, anche curcuma, avevano una migliore performance intellettuale rispetto a coloro che non ne facevano uso.
Tuttavia, come si suol dire “non è tutto oro quel che luccica” .
Un revisione scientifica del 2017 pubblicata sul British Journal of Pharmacology che analizza 120 studi condotti sulle proprietà della curcumina, fa luce anche su un tema ancora piuttosto critico: la sua ridotta biodisponibilità. Questo significa che soltanto una piccola quantità del principio attivo ingerito viene assorbita, mentre la maggior parte viene velocemente degradata ed eliminata.
Quindi, per poter ottenere i benefici della curcumina, non è sufficiente utilizzare la semplice curcuma alimentare nelle proprie ricette, ma si dovrebbero assumere elevate concentrazioni di curcumina.
Un altro aspetto da non sottovalutare, è la possibile interazione tra la curcumina e alcune terapie farmacologiche, tale situazione richiede una maggior attenzione proprio nella fascia over 55 più frequentemente sottoposta a poli-terapie .
Quindi in quali condizioni è opportuno prestare maggiore attenzione?
La curcumina può interferire, ad esempio, con l’azione dei farmaci che rallentano la coagulazione del sangue, aumentandone l’effetto: pertanto il suo impiego potrebbe non essere appropriato in tutti coloro che fanno uso di farmaci anticoagulanti.
Infine, ricordiamoci che non è sempre valido il concetto che se “poco fa bene, tanto è ancora meglio”, perché un dosaggio eccessivo di curcumina, e per di più prolungato nel tempo, potrebbe comportare disturbi gastrointestinali.
In conclusione, nonostante la letteratura scientifica mostri come la curcumina sia una sostanza alimentare potenzialmente molto interessante per la salute e il benessere in generale, sono necessari ulteriori studi di approfondimento per indagare tutte le possibili interazioni con altri principi attivi farmacologici (terapie concomitanti) e per individuare strategie che ne possano aumentare la biodisponibilità, cioè la capacità della sostanza di essere assorbita dall’organismo.
Un ultimo accenno agli integratori oggi in commercio: ricordiamoci che questi sono diversi rispetto alla polvere utilizzata in cucina, poiché la biodisponibilità della curcumina è aumentata, grazie alla sua associazione con piperina o grazie al fatto che la molecola si trova sotto forma liposomiale.