Della serie “Appassire con stile”.
E’ un periodo che i miei elettrodomestici richiedono prepotentemente di essere sostituiti: a settembre è stata la volta del frigorifero che possedevo da 20 anni, ora mi ha abbandonato la lavastoviglie che avevo da 25 anni. Il venditore mi assicura che i nuovi non dureranno tanti anni: è cambiata la politica dei costruttori, così, se dureranno 7 o 8 anni sarà già tanto. Pazienza.
Dopo aver pattuito col venditore il giorno e l’ora in cui gli operai verranno a casa per l’installazione della nuova lavastoviglie, eccomi qui ad aspettarli: hanno suonato, salgono in ascensore con l’imballaggio, ed entrano in casa. Li guido verso lo spazio cucina e iniziano subito il lavoro di rimozione della vecchia lavastoviglie. Sono due operai: uno più giovane, poco più di 20 anni, l’altro sui 30 anni; lavorano per circa 2 ore e ho modo di osservarli. Il più giovane, bruno dalla pelle un po’ scura, è il più esperto, l’altro gli fa da supporto e capisco che sta imparando. Mi chiedono un bicchiere d’acqua e più tardi offrirò loro un caffè. Il giovane, che parla un italiano corretto, viene dal Marocco, si chiama Zaccaria, mentre l’altro, magro e di pelle molto chiara, parla un italiano meno preciso e mi racconta che è Russo, di Mosca, precisa, ha un nome difficilissimo, intraducibile, per cui mi rivela che tutti lo chiamano Denis.
Zaccaria lavora con metodo e precisione, l’altro lo segue, lo aiuta ed osserva, tra loro parlano italiano, che è la lingua che li unisce: – Dammi il cacciavite…
Ma anche: – Passami il pannello….
Noto che usano un lessico preciso, specifico, che hanno imparato probabilmente durante un corso di specializzazione.
La lavastoviglie è ad incasso tra gli altri elementi della cucina, per cui devono applicare un pannello; si lamentano che non c’è la maniglia, ma faccio loro notare che tutta la cucina è senza maniglie…. Non dico che la figlia architetto l’ha voluta così perché è più elegante, non è il caso…
Noto che questa particolarità richiede loro più ingegno e precisione, confabulano tra di loro, prendono misure, inseriscono, allentano e allineano viti.
Rifletto che forse sono questi i lavori che gli Italiani non vogliono più fare…mah! Va bene per Zaccaria e Denis che imparano un lavoro, possono formarsi una famiglia, vivere qui una vita più dignitosa che nel loro paese. Ne ho avuti parecchi di alunni stranieri che si sono inseriti bene, fanno i muratori, i pizzaioli – mi raccontano contenti, quando li incontro.
Ecco, la lavastoviglie è a posto, i due operai impostano il primo lavaggio a vuoto, mi fanno firmare una serie di carte sulla consegna in cui è richiesto come è stato il servizio, siglo OTTIMO e allungo una mancia, grazie ragazzi!
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Come sempre è ‘ un piacere leggerti. Scene di vita quotidiana, con risvolti umani, considerazioni, ricordi. Brava Silvia, la nostra mitica Centomi sarebbe fiera di te . Ottima allieva