La patata nella dieta
Le patate in un’alimentazione bilanciata per tutte le età: linee guida per un consumo consapevole.
“Quando i conquistadores spagnoli scoprirono la patata in Perù e la importarono in Europa, lo sconosciuto tubero suscitò generale diffidenza, tant’è che non vi sono testimonianze del suo consumo prima di 150 anni dalla scoperta dell’America”.
Inizia così il capitolo dedicato alla storia dell’introduzione della patata nel vecchio continente in un libro di Massimo Montanari, narratore delle più intriganti storie sull’origine di tantissimi alimenti presenti quotidianamente sulla nostra tavola.
Pellegrino Artusi, noto gastronomo, le cita nel 1891 nel volume “La scienza in cucina” in molteplici ricette: da come farle rosolare nel burro, schiacciarle in purè o come base per un’insalata.
Tuttavia, nonostante facciano parte della nostra cucina da generazioni, siano alla base di numerose ricette tramandate da nonni a nipoti e vengano spesso offerte alla stregua di un qualsiasi contorno, le patate vengono spesso associate agli ortaggi, ma dal punto di vista nutrizionale sono una fonte di carboidrati complessi – come l’amido -, equivalenti a quelli presenti in tutti i cereali e derivati, come pane e prodotti da forno.
Diversamente, però, nei cereali, e in particolar modo nella pasta, il processo di digestione dell’amido risulta più lento, grazie alla struttura che il glutine le conferisce e in minor misura anche al pane, mentre nelle patate il processo metabolico è molto più rapido in assenza di glutine e di un ridotto contenuto di fibra.
Perché è importante sottolineare questa differenza? Perché gli alimenti che contengono carboidrati a lento assorbimento – denominati anche “a basso indice glicemico” – sortiscono un maggiore effetto saziante, grazie ad un processo digestivo che richiede più tempo e un minor innalzamento della glicemia – valore da monitorare soprattutto con l’avanzare dell’età dove si incorre in un aumento del rischio di insorgenza di disturbi metabolici.
Allora perché viene spesso consigliato il consumo delle patate ai Senior?
Innanzitutto, si tratta di un alimento facile da consumare e adatto anche a coloro che manifestano difficoltà nella masticazione; ed inoltre, gli studi scientifici hanno riportato interessanti risultati fornendo alcuni accorgimenti per modificarne la velocità di assorbimento: consumarle con la buccia – se prodotti da coltivazione biologica – per aumentare l’apporto di fibra.
L’impatto più rilevante però si ottiene quando il consumo avviene 24 ore dopo averle bollite e conservate in frigorifero e ancora di più quando si aggiunge un condimento a base di aceto, come una vinaigrette prima della conservazione a 4°, a beneficio di una maggiore sensazione di sazietà e un minor stress metabolico.
Per questo motivo ad oggi le “Linee guida per una sana alimentazione” consigliano di includere le patate nella dieta circa 2 volte a settimana, in sostituzione nel “piatto sano” ad altri alimenti fonti di amido; una porzione equivale a 200g, circa 2 patate di medie dimensioni.
Per una gustosa e allo stesso tempo leggera cottura, il consiglio è di prepararle in pentola a pressione, a vapore, o in microonde (alla massima potenza per circa 7-8 minuti) e condite con olio, pepe, limone e erbe aromatiche, e se possibile, consumarle dopo 24 ore tiepide con verdure e/o legumi o insieme a carne bianca o pesce.
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Nutrizionista e divulgatrice scientifica. Si occupa di salute, scienza e sostenibilità e insegna Nutrizione ad Alma – la Scuola Internazionale di Cucina Italiana.