La storia di Daniela
Sono Daniela. Ho 72 anni. Sono stata sposata per 40 anni, ho due figli e un nipote.
Mio marito se n’è andato otto anni fa dicendomi che si era innamorato di un’altra. I miei figli mi hanno cancellato dalla loro vita e non vogliono avere rapporti con me.
È stato tutto traumatico non perché mi sia trovata sola, perché ho fatto da madre e da padre per i miei figli, ho sempre preso io le decisioni.
Mi piace andare a teatro, leggere, visitare mostre, andare alle conferenze, eccetera, ma sono sempre sola. Le persone della mia età non so dove siano, cosa facciano.
Probabilmente si devono occupare dei nipoti o magari stanno in casa. Conosco tante persone, ma tutte hanno se non un marito, una figlia, un figlio, dei nipoti.
Ultimamente mi sono detta che potevo anche smettere di coltivare i miei interessi, perché era tutto a senso unico, poi però mi sono sentita ancora più sola.
Ma tutto mi sembra vacuo, inutile, senza un perché.
Quando raramente incontro persone della mia età ad una conferenza, poi loro se ne vanno col marito o compagno e so che vanno a casa loro condividendo le emozioni dell’evento. Io vado a casa, apro e la trovo vuota.
Faccio fatica ad andare avanti, perché mi sembra di sopravvivere non di vivere.
Ho fatto volontariato, poi, per motivi di salute, ho smesso.
Perché si guarda agli anziani come se non avessero più nulla a che fare con la vita, perché smettiamo ai loro occhi di essere persone con le emozioni e i desideri che hanno tutti?
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Foto di Roman Grac da Pixabay
Carissima Daniela (ti do del “carissima” perchè ti sento molto vicina).
Anche io ho compiuto i 72 e…Dovrei poterti parlare di persona per tirar fuori tutto ciò che ci accomuna ! Chi sa !
Ciao Daniela, mi è piaciuta molto la frase “Le persone della mia età non so dove siano, cosa facciano.” E’ esattamente quello che penso io nella mia solitudine. Faccio molto volontariato, ma con persone molto giovani, e non è possibile creare veri rapporti di amicizia, come neppure parlare a certi livelli. Aspetto sperando sempre che succeda qualcosa, ma so già che non capiterà. Se creassimo dei gruppi di incontro?
Anche io mi faccio le stesse tue domande , ma senza risposta!Sarei contenta se potessimo creare un gruppo e magari incontrarci per conoscerci personalmente,le speranze sono tante!!!
Su internet esistono gruppi su qualunque tema, per incontrarsi (dal vivo).
Teatro, uscite, camminate, ecc.
E’ normale che nel proprio giro di conoscenze sia raro che esistano persone con caratteristiche e problemi comuni.
Piuttosto mi chiedo perché i tuoi figli ti abbiano cancellato dalla loro vita, non per sapere i fatti tuoi, ma perché forse è un indizio che fa sospettare un carattere poco… “predisposto ai rapporti interpersonali”.
Sei ancora una ragazza, Daniela, e una città come Milano ti può offrire tutto quelli di cui senti la mancanza, per esempio c è una associazione, Nestore, che propone appunto attività come quelle che tu ami, ma “insieme”, attività ludiche e culturali, andare al cinema, seguire corsi e laboratori, visitare la città, anche parlare di filosofia….., mi raccomanda, cerca il sito sul Web, associazionenestore.eu, e speriamo di incontrarti!
Buonasera a tutti.
Vi ringrazio per le risposte e le indicazioni datemi.
Come ho scritto precedentemente, faccio parte e partecipo di e a diversi gruppi ed associazioni relative ai miei interessi. Conosco lì diverse persone, ma perlopiù giovani o comunque non vicine alla mia età.
Condivido con loro le mie idee, i miei punti di vista, magari ci si ritrova anche semplicemente per fare due chiacchiere, ma, come scrive Mariella, la differenza di età si sente e la sentono anche loro.
73 anni sono tanti nel senso che nei vari eventi è rarissimo che io incontri persone della mia età e gli obiettivi tra me e loro sono diversi.
Nella mia città, Brescia, ho partecipato ad un gruppo per persone over, ma, dopo un iniziale entusiamo, ho verificato che loro avevo altre priorità per esempio i nipoti da accudire o un marito/compagno con cui stare. Alla fine i discorsi finivano sempre lì
Cosa avevano fatto i nipoti, i figli, i mariti.
Devo dire, con sincerità, che le ho invidiate.
Poco a poco mi sono staccata dal gruppo.
Per i miei figli che non desiderano che io faccia parte della loro vita, io non sarei così veloce nel giudicare questa situazione come scrive Andrea.
Ho difetti e pregi come tutti e sono sempre stata l’unico punto di riferimento per loro. Se il mio pormi nei loro confronti è stato, e magari è stato così, “poco predisposto ai rapporti interpersonali”, questo credo che, anche se fossi stata una madre terribile, ma proprio terribile, non toglie che almeno una telefonata di tre secondi, “mamma, ciao, come stai?” una volta al mese, una volta ogni due, potrebbe anche starci.
Perché non mi vogliono.
La storia è lunga e complessa.
Direi che i rapporti con i propri figli siano rapporti particolari, unici, difficilmente classificabili.
Per le persone che mi invitano a formare un gruppo con loro, volentieri. Anzi, grazie di cuore.
Per Bruno. Grazie per la disponibilità. Sentiamoci. Grazie ad Anna per l’indicazione del gruppo Nestore. Lo cercherò.
Non ho detto nel mio primo scritto, del problema della salute che, bene o male, riguarda tutti noi.
Anche se facciamo prevenzione, se abbiamo cura di noi, il fisico, fa parte della sua evoluzione, piano, piano si deteriora.
Anche a questa situazione io ci penso spesso.
Grazie ancora per avermi risposto esponendo i vostri punti di vista.