E se nella coppia vi è forte differenza di età?

Le coppie in cui uno dei due partner è senior e l’altro molto più giovane (tipo 20 o 30 anni di meno) hanno fatto sempre pensare a problemi di aspettative sul piano sessuale e di aspettative di figli. Ma è ancora vero?

Tempo fa avevo citato in un articolo il film “Tutto può succedere” con Jack Nicholson e Diane Keaton, nel quale il rubacuori sessantenne (e oltre) Harry continua impenitente a collezionare giovani donne che trovano in lui un uomo di successo e affermato, sicuro di sé e con quel bagaglio di vita che dà subito un senso di protezione e saggezza.

Tralasciamo le questioni psicanalitiche che possono interpretare un’ipotetica giovane donna in cerca di una replica paterna (possibilissimo assolutamente), o di un sostituto di un padre assente (per svariati motivi), rimane il fatto che al giorno d’oggi la differenza di età in una relazione viene sempre meno vista come una cosiddetta “red flag” ovvero segnale d’allarme.

Paradossalmente sembra quasi che le problematiche che potrebbero insorgere in una coppia senior – young sono le medesime che potrebbero presentarsi in una coppia young – young oppure senior – senior.

Attualmente la stessa categoria dei giovanissimi e giovani adulti sta attraversando una vera e propria crisi nelle relazioni e nella sessualità, dove gli alti stati di stress e le aspettative di una società e cultura troppo richiedente sta mettendo in ginocchio un’intera generazione.

A primo acchito pensare ad una coppia con un’importante differenza di età riporta subito al fattore figli. Ma è ancora così centrale la necessità di diventare genitori?

Spesso lo stesso argomento è diventato fonte di riflessione in terapie di coppie giovani, dove per svariati motivi, fisici, economici, o altro, non vi era possibilità o si era presa la scelta consapevole di non diventare genitori. O ancora di più, che si poneva principale attenzione e impegno alla crescita di una relazione di coppia sana, perché prima viene l’essere coppia e poi eventualmente genitore.

Certo rimane un argomento sul quale discutere e riflettere, ma stiamo assistendo ad una rivoluzione antropologica anche da questo punto di vista, e non perché si è assopito l’istinto di riproduzione ma perché si è compreso che c’è molto altro oltre quello. E così come una donna è donna senza necessariamente essere madre, così vale per un uomo.

Rimane il fatto che è sempre necessario essere consapevoli di chi siamo noi e di chi è l’altro e che le esigenze nei vari periodi di vita possono cambiare. All’inizio di una relazione il partner più giovane può accettare l’eventuale difficoltà o impossibilità di fare un figlio, ma vale la regola di rispettare l’eventuale cambio di necessità.

La vita non è solo un susseguirsi di anni ma di periodi, un po’ come i periodi di Picasso.

Anche l’aspetto sessuale spesso risulta essere secondario, perché magari a legare la coppia vi è una fortissima intesa emotiva e relazionale, che può portare ad accettare una sessualità parziale o meno sprint diciamo.  Se così con fosse allora è necessario farsi coraggio e fare un esame di realtà e comprendere, così come in tutte le relazioni però, se è possibile accettare la situazione oppure no.

Direi che la consapevolezza e l’onestà prima di tutto verso ciò che desideriamo noi sia la chiave. In questo modo diventa anche più difficile ferire l’altro nel momento in cui non può darci ciò che vorremmo.

Foto Zinkevych su licenza iStock – Modelli in posa

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Federica Casnici, laureata in Psicologia, si è formata come Sessuologo Clinico presso A.I.S.P.A. – Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata, di cui è collaboratrice. Specializzanda in psicoterapia ipnotica svolge attività in libera professione di consulenza psicologica e sessuologica individuale e di coppia.

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