Dieta mediterranea e salute
Nuove conferme: la dieta mediterranea può aiutare i senior a mantenersi in salute nel tempo.
Il 2018 inizia con una conferma particolarmente gradita a noi italiani: la dieta mediterranea, caposaldo delle nostre tradizioni alimentari, può essere utile nel favorire un processo di invecchiamento in salute.
A ribadirlo è un recente studio condotto dalla UCL (University College London), che mette ancora una volta in risalto il possibile ruolo della consuetudine, comune ai popoli mediterranei, di consumare frutta, ortaggi, cereali anche integrali e frutta secca in maniera abitudinaria.
I risultati dello studio, una revisione sistematica di quattro studi già pubblicati su un totale di 5.789 over 60, sono stati pubblicati a inizio anno sulla rivista medica Journal of the American Geriatrics Society e suggeriscono che una dieta analoga a quella tipica nell’Italia meridionale e nella Grecia degli Anni Sessanta – ricca in vegetali e con un moderato apporto di pesce e pollame – possa contribuire al mantenimento di un buono stato di salute e di autonomia a tutte le età.
“I partecipanti allo studio che seguivano maggiormente una dieta mediterranea hanno mostrato, rispetto a quelli che la seguivano meno, un rischio più che dimezzato di sviluppare segni di fragilità nei quattro anni successivi” ha dichiarato la Drssa Kate Walters dell’Istituto di Epidemiologia e Salute della UCL.
I segni di fragilità di cui parla la dottoressa si riferiscono ad esempio alla mancanza di energia e alla perdita di peso e di forza muscolare, spesso osservati nel processo di invecchiamento associati, ad esempio, a una maggiore frequenza di malattie, di cadute, di ospedalizzazioni e, in generale, a una minore qualità della vita.
Tra i benefici riconosciuti alla dieta mediterranea, grazie anche al limitato apporto di grassi saturi e di zuccheri, vengono invece confermati una minore incidenza di malattie cardiovascolari e neurodegenerative, di diabete e di tumori, insieme a una maggiore sopravvivenza in generale.
Questi nuovi dati ci indicano, una volta in più, come un buono stato di salute generale e il suo mantenimento si associno non al consumo di singoli cibi ma a delle abitudini a tavola sane nel loro insieme: non gli alimenti della salute quindi, ma l’alimentazione della salute.
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Fonte: http://www.ucl.ac.uk/news/news-articles/0118/040118_diet_med_frailty
Antonella Losa é Nutrizionista ed Esperta in Comunicazione in ambito salute, benessere e alimentazione.
Ma, le perplessità sulla dieta mediterranea ci sono tutte: la fratta ad esmpio è ricca di zuccheri e quindi andrebbe usata con moderazione estrema, l’integrale purtroppo (quello comunemente in commercio) non è un integrale all’origine, ma ottenuto con crusca aggiunta!!. Comunque anche l’integrale in origine è pieno zeppo di antinutrienti (lectine, ac. ossalico, ac. fitico e quantaltro), assolutamente da evitare se non si vuole incorrere in carenze di micronutrienti. Le proteine nobili, dove sono?. QAuindi la dieta mediterranea andrebbe rivista e corretta con il consumo di carne anche grassa, di tutti i tipi, pesce, formaggi molto stagionati, (dai 20 mesi in su per abbattere la caseina), carni trasormate con particolare attenzione a quelli privi di nitrati e/o nitriti, abolizione di latte e latticini, abolizione totale di ogni forma di
carboidrato insulinico!!!Una giusta integrazione che comprenda il pool delle vitamine liposolubili, la vitamina C e tutte le altre vitamine. Attività fisica eseguita in un certo modo. Cordiali saluti Dott. Gianfranco Battaglia