Se cambiamo noi, deve cambiare la nostra alimentazione
L’approccio nutrizionale è uno dei fondamenti della medicina preventiva che favorisce la longevità.
Negli ultimi trent’anni, nei Paesi Industrializzati si è assistito ad un progressivo aumento delle persone con più di 65 anni, grazie ai progressi medici nella diagnosi e nella cura di patologie infettive e malattie coronariche, e all’adozione di un più sano stile di vita.
Il miglioramento dell’aspettativa di vita ha stimolato ulteriormente la medicina ad impegnarsi al fine di attivare tutti i modi per favorire non solo una maggiore longevità della popolazione, ma anche il mantenimento del miglior stato funzionale possibile.
L’approccio di tipo nutrizionale rappresenta sicuramente uno dei fondamenti di questa medicina preventiva volta a garantire “successfull longevity”, sostenendo lo stato di benessere sia fisico che psicologico dei Senior, il cui modo di alimentarsi è influenzato da moltissime variabili: socioeconomiche e psicologiche da una parte (risorse finanziarie, livello di coinvolgimento sociale), fisiologiche e metaboliche dall’altra.
In mancanza di un’attenzione particolare all’alimentazione specifica di questa età, può succedere – e si verifica frequentemente anche in caso di persone sane e con una disponibilità di risorse adeguata – che le componenti legate ai cambiamenti fisiologici portino a uno stato di deficit di vitamine e minerali che viene definito “subclinico”, ovvero predisponente verso stati di salute non ottimali pur in assenza di una manifestazione di malattia.
Frequentemente queste carenze sono legate a un’insufficiente assunzione alimentare oppure ad un’errata proporzione dei vari nutrienti nella dieta quotidiana.
Bisogna inoltre considerare che il momento del pasto non rappresenta solamente il semplice soddisfacimento di una necessità fisiologica quale il nutrirsi, ma è legato – e lo è maggiormente proprio per i Senior – a fattori di ordine psicologico e sociale: in altre parole il pasto, inteso nella sua interezza che va da come lo si progetta a come lo si realizza e consuma, costituisce un tassello estremamente importante nel quadro di quel prendersi cura di sé che è alla base del cosiddetto invecchiamento attivo.
Si stima che il 5-10% dei Senior vadano incontro a carenze nutrizionali rilevanti (la percentuale sale molto nel caso di soggetti ospedalizzati), che, anche in assenza di manifestazioni patologiche, vanno a costituire un importante fattore di rischio per lo stato di salute e, quindi, per la “qualità” dell’invecchiamento.
Un’alimentazione corretta dal punto di vista qualitativo e quantitativo è quindi un fattore fondamentale di longevità e di benessere per tutti gli over 65.
Mariangela Rondanelli è Professore Associato in Scienze e Tecniche Dietetiche Applicate presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia, oltre che Responsabile Servizio endocrino-nutrizionale presso l’Azienda di Servizi alla Persona di Pavia. E’ autrice del volume “Alimentazione e nutrizione nell’anziano”.